La California brucia: anche le antichissime foreste di sequoie sono a rischio

Le cause della proliferazione di incendi spontanei come il Valley fire, ovvero l’incendio che sta interessando il nord della California, negli Stati Uniti, sono state attribuite alla siccità che da quattro anni imperversa nello stato americano e dalle temperature record di quest’estate. L’incendio della Valley è scoppiato sabato 12 settembre, a 80 chilometri da Sacramento, la capitale

Le cause della proliferazione di incendi spontanei come il Valley fire, ovvero l’incendio che sta interessando il nord della California, negli Stati Uniti, sono state attribuite alla siccità che da quattro anni imperversa nello stato americano e dalle temperature record di quest’estate. L’incendio della Valley è scoppiato sabato 12 settembre, a 80 chilometri da Sacramento, la capitale della California. Si è propagato a un ritmo velocissimo e domenica notte si è esteso fino a raggiungere più di 20mila ettari, inghiottendo alcune cittadine della Lake County tra cui Middletown. Entro martedì 15 settembre ha raggiunto i 27mila ettari, causando l’evacuazione di 13mila persone.

Il 13 settembre il governatore della California, Jerry Brown, ha dichiarato lo stato di emergenza nelle contee di Lake e Napa a causa delle fiamme che hanno distrutto centinaia di case e costretto migliaia di residenti a evacuare. Venerdì 11 settembre lo stato di emergenza era già stato annunciato nelle contee di Amador e Calaveras.

 

Cal Fire, l’agenzia californiana per la protezione dagli incendi, ha dichiarato che il livello di contenimento dell’incendio della Valley è pari a un terzo. Ha anche confermato i rapporti secondo cui le fiamme hanno provocato un morto e quattro feriti tra i più di due mila pompieri che stanno cercando di spegnerle.

 


 

Le risorse cominciano a scarseggiare dato che la California sta affrontando contemporaneamente diverse calamità di questo tipo. Il Butte fire è divampato mercoledì 9 settembre e, grazie all’intervento di 4mila vigili del fuoco, è stato contenuto per il 40 per cento. Ha bruciato attorno ai 30mila ettari, costretto 10mila persone ad abbandonare le proprie case e distrutto più di 400 edifici.

 

Ma questo non è niente in confronto all’incendio più esteso che attualmente minaccia lo stato. Il cosiddetto Rough fire (ovvero “incendio brutale”) è scoppiato il 31 luglio a causa di una tempesta elettrica e ha colpito 55mila ettari nel sud della Sierra Nevada californiana. Tremila pompieri sono riusciti a contenere solo un terzo delle fiamme, che hanno causato l’evacuazione del Kings canyon national park. Si teme addirittura che le fiamme possano divorare le sequoie giganti, simbolo del parco e della California, che hanno un’età compresa tra i 1.800 e i 2.700 anni.

 

 

Gli incendi in California nel solo mese di luglio sono costati allo stato 200 milioni di dollari (180 milioni di euro).

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