L’Unione europea investirà 998 milioni di euro in nuove infrastrutture energetiche come previsto dalla più ampia strategia del green deal europeo.
Auto elettriche, ogni casa nuova o ristrutturata avrà un punto di ricarica
L’Unione europea ha compiuto il primo passo per rendere obbligatoria entro il 2019 l’installazione di un punto di ricarica per le auto elettriche presso ogni casa nuova o ristrutturata.
In California temono da tempo l’arrivo del Big One, il terremoto superiore al settimo grado della Scala Richter che potrebbe sconvolgere la costa Ovest da San Francisco a Los Angeles. In Europa, invece, uno scossone altrettanto possente sembra essere già arrivato. L’Unione europea ha infatti approvato una bozza di direttiva contenente disposizioni perché, dal 2019, ogni casa nuova o ristrutturata debba essere dotata di un punto di ricarica dedicato alle auto elettriche e ibride plug-in.
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Punti di ricarica anche nei parcheggi
Uno dei problemi principali in vista della capillare diffusione della propulsione a batteria è legato alla tuttora persistente difficoltà nell’accedere alla rete di ricarica. Specie considerando, in un Paese come l’Italia, la scarsa disponibilità di colonnine ad alta capacità. Ora tutto potrebbe mutare in tempi rapidi, anzi rapidissimi. La nuova regolamentazione Ue porterebbe infatti in dote un ulteriore cambiamento: entro il 2023 anche il 10 per cento delle aree di parcheggio all’interno degli edifici dovrà dotarsi di punti di ricarica per le auto a ridotte emissioni. Una rivoluzione.
Operativa la strategia “vehicle to grid”
Le disposizioni comunitarie mirano a preparare l’Europa all’atteso boom delle vetture a batteria e s’inseriscono nell’alveo delle sempre più insistenti voci che vogliono Paesi quali la Norvegia e l’Olanda pronti, dal 2025, ad abbandonare i veicoli alimentati a benzina e gasolio. Un trend che ha coinvolto anche la Germania, dove è allo studio il bando, nel 2030, delle auto tradizionali. La capillare diffusione dei punti di ricarica porterebbe a un duplice vantaggio ambientale: da un lato favorendo la mobilità a zero emissioni, dall’altro rendendo operativa la strategia “vehicle to grid” per l’immissione in rete dell’energia non utilizzata dai veicoli. In questo modo, nei momenti di maggior fabbisogno, sarebbe possibile ridurre i costi in bolletta e al tempo stesso rendere l’auto parte integrante del sistema, sopperendo a eventuali carenze di produzione da fonti rinnovabili.
Nuove esigenze di stoccaggio dell’energia
Il proliferare dei punti di ricarica porterà in dote un ulteriore sviluppo, vale a dire il diffondersi di tecnologie sempre più performanti per lo stoccaggio d’energia. Un’attività nella quale i costruttori d’auto saranno impegnati in prima persona, riciclando le celle originariamente adibite all’alimentazione dei veicoli e prolungandone il ciclo vitale. Un progetto per il quale stanno investendo già da tempo il Gruppo Daimler, cui fanno capo i marchi Mercedes-Benz e smart, e Bmw, che ha da poco inaugurato una power station vicino ad Amburgo forte di 2.600 batterie usate, così come Nissan e Renault. La direttiva Ue sui punti di ricarica “domestici”, se approvata, darebbe vita a un volano dai risvolti virtuosi e dagli effetti percepibili anche nel breve periodo.
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