Bullismo a scuola, dal San Carlo al resto d’Italia, facciamo il punto
In crescita, in Italia, i casi di bullismo e cyberbullismo: come riconoscerli e cosa fare per aiutare le vittime, sempre più giovani.
L’ultimo caso è particolarmente odioso. Una piccola alunna di una celebre scuola della “Milano bene” finita al pronto soccorso dopo un episodio di bullismo da parte di alcuni giovanissimi compagni di scuola. I bulli, quattro bambini di una decina d’anni, avrebbero cercato di costringere la compagna, di appena 7 anni, a chinarsi al suolo perché “le femmine puliscono i pavimenti”, per poi, di fronte al suo rifiuto, cominciare a prenderla a calci fino a incrinarle una costola. Sulla vicenda restano da chiarire ancora molti dubbi, anche a causa del presunto tentativo di insabbiamento da parte della dirigenza scolastica dell’istituto teatro dell’episodio, il blasonato (e costoso) collegio San Carlo di Milano. Ma la vicenda del San Carlo è solo l’ultimo di tanti fatti di cronaca che testimoniano un fenomeno sempre più drammatico e precoce, che spesso determina conseguenze irreparabili per le vittime e le loro famiglie.
Bullismo in Italia, i dati
Tra il settembre del 2015 e il giugno del 2016, il Telefono Azzurro ha registrato in Italia 270 casi complessivi di bullismo e cyberbullismo, circa uno al giorno. Per il 45 per cento, gli episodi si sono verificati al nord, un dato che sale al 70 per cento per quanto riguarda gli atti di bullismo in rete. Nella maggioranza dei casi, i bulli sono maschi e conoscono personalmente i bambini che prendono di mira, mentre le femmine sono le vittime più frequenti del cyberbullismo (il 70 per cento del totale). Un dato particolarmente inquietante è quello relativo all’età delle vittime di bullismo, sempre più tenera. Nel 22 per cento dei casi, secondo il Telefono Azzurro, si tratta di piccoli di appena 5 anni. Nel caso del cyberbullismo, invece, il fenomeno riguarda per lo più studenti di scuola media e superiore, con il 50 per cento delle richieste di aiuto che giunge da parte di preadolescenti.
Le cifre, registrate anche da altri soggetti, evidenziano un progressivo aumento della violenza in ambito scolastico, e soprattutto degli attacchi online. Nel corso del 2016, per esempio, il Centro sul disagio giovanile e adolescenziale ha accolto circa 1.200 richieste di aiuto, per l’80 per cento legate a situazioni nate sul web. Nel 2009, il primo anno su cui si dispongono i dati, i casi erano stati 300 in tutto. I dati Istat sono aggiornati al 2014, ma rilevano già una tendenza allarmante: oltre la metà dei ragazzini compresi tra gli 11 e i 17 anni dichiarava di aver subito almeno un episodio offensivo, irrispettoso o violento nell’anno precedente, mentre il il 5,9 per cento dei ragazzi utilizzatori di internet o cellulari denunciava di essere stato vittima di azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network.
Come riconoscere il bullismo
Secondo il dossier del Telefono Azzurro, le vittime di bullismo soffrono in molti casi di ansia diffusa e difficoltà emotive. Nel 30 per cento dei casi mettono in atto comportamenti autolesionistici, mentre il 10 per cento arriva a pensare al suicidio. Un tipico segnale d’allarme è rappresentato dal rifiuto di andare a scuola, ma anche da una tristezza generale e cronica e dalla tendenza a isolarsi. La vittima di bullismo tende inoltre ad avere poca fiducia in se stessa, e a non confidarsi con gli adulti, spesso nel timore di non essere creduto o di incappare nelle ritorsioni dei bulli. Insonnia e disturbi alimentari possono essere altri campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Bullismo e cyberbullismo, cosa fare
Chi dovesse sospettare un episodio di bullismo ai danni di un figlio, di un nipote o di un amico deve prima di tutto informare la dirigenza scolastica e i familiari del bambino. È inoltre possibile rivolgersi al numero gratuito del Telefono Azzurro, 1.96.96, attivo 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno. La linea è naturalmente a disposizione anche delle vittime stesse, e precede anche un canale online, al link www.azzurro.it/chat. A rispondere sono psicologi, neuropsichiatri ed educatori specializzati che possono fornire un supporto concreto per gestire la situazione. Altre iniziative, come sportelli anti-violenza e punti d’ ascolto, sono attivi sul territorio nazionale, grazie all’iniziativa di associazioni e volontari. Al vaglio del Parlamento, intanto, c’è da tempo una legge per contrastare i fenomemi del bullismo e cyberbullismo, che prevede, tra le altre cose, la nomina di un insegnate di riferimento in ogni scuola e la possibilità di richiedere l’oscuramento dei siti oggetto di molestie virtuali. Alcune Regioni italiane stanno discutendo analoghi provvedimenti normativi: il Consiglio regionale del Lazio, per esempio, ha già approvato una legge sul tema.
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