Svetlana Aleksievič è stata insignita del premio Nobel per la Letteratura nel 2015 per aver raccontato gli episodi più tragici dell’Unione Sovietica, a partire dall’incidente nucleare di Chernobyl. La nostra intervista esclusiva.
Chernobyl, installato il nuovo sarcofago da 2 miliardi di euro
La struttura attorno alla centrale nucleare di Chernobyl dovrebbe garantire la tenuta per un secolo. Ma la bonifica resta ancora un miraggio.
Alle ore 17:30 di domenica 27 novembre 2016, la posa del nuovo sarcofago a protezione di ciò che resta della centrale nucleare di Chernobyl è terminata. Un’immensa copertura da 36mila tonnellate è stata adagiata sul sito teatro nel 1986 di uno dei più gravi incidenti della storia mondiale dell’energia atomica: la struttura dovrebbe resistere per almeno un secolo e permettere di contenere le polveri radioattive, evitandone la dispersione nell’atmosfera.
Il nuovo sarcofago a 30 anni dalla catastrofe di Chernobyl
A guardarlo da lontano, il sarcofago assomiglia ad un enorme arco, alto 109 metri e lungo 162. Antisismico, è capace di resistere a un tornado forza 3. Le manovre per installarlo erano cominciate lo scorso 14 novembre, per mezzo di circa 200 sollevatori idraulici, sotto la guida del consorzio Novarka, controllato dalle aziende francesi Bouygues e Vinci. Il tutto al costo di 2,1 miliardi di dollari, finanziati dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
“Con la posa del sarcofago il primo passo è compiuto. Ora abbiamo un anno di tempo per installare le membrane impermeabili e procedere a test come quelli di ventilazione e anti-incendio”, ha spiegato al quotidiano francese Les Echos Nicolas Caille, direttore di Novarka. La parola fine alle conseguenze dell’incidente di Chernobyl (almeno per quanto riguarda la messa in sicurezza del sito) potrebbe dunque arrivare entro il 30 novembre 2017, quando scadrà il contratto siglato dal consorzio e dalle autorità ucraine. A più di 30 anni dall’esplosione del reattore e a fronte di costi umani ed economici incalcolabili.
All’interno l’80% è ormai magma altamente radioattivo
All’interno della nuova struttura occorrerà quindi procedere a smantellare il primo sarcofago che fu costruito dopo la catastrofe. Occorrerà segare le travi d’acciaio e accedere all’interno per poter recuperare i materiali. Che ormai, per almeno l’80 per cento, sono composti da magma altamente radioattivo.
Bisognerà perciò concepire, finanziare, costruire e dispiegare una squadra di robot in grado di portare a termine il compito di ripulitura, dal momento che la presenza umana sarebbe troppo pericolosa. “Questa seconda fase di lavori si preannuncia perciò particolarmente lunga – precisa il giornale transalpino – e non si sa quando comincerà. Il rischio è che, vista la durata di vita del nuovo sarcofago, possa passare molto tempo prima che si decida di intervenire”.
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