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Desert rain house, la casa che produce più energia di quanta ne consumi
Molte case sono ormai dotate di elettrodomestici a risparmio energetico, riscaldamento a pavimento e pannelli solari, soluzioni tutte sostenibili che consentono di sprecare meno energia. Desert rain house, costruita ai margini della città di Bend in Oregon, negli Stati Uniti ha portato il concetto di risparmio energetico a un livello ancora più alto ed è il primo progetto
Molte case sono ormai dotate di elettrodomestici a risparmio energetico, riscaldamento a pavimento e pannelli solari, soluzioni tutte sostenibili che consentono di sprecare meno energia. Desert rain house, costruita ai margini della città di Bend in Oregon, negli Stati Uniti ha portato il concetto di risparmio energetico a un livello ancora più alto ed è il primo progetto residenziale a conquistare il Living building challenge (Lbc), una delle certificazioni edili più difficili da conseguire nel campo della sostenibilità.
Com’è nata Desert rain house
Era il 2009 quando Thomas e Barbara Elliot decisero di costruire una “extreme green dream home”, ovvero la casa dei sogni ultra ecologica. Il complesso progettato dallo studio Tozer Design comprende l’edificio principale, Desert rain, due appartamenti separati e tre garage. L’idea originale della coppia era quella di realizzare una casa che ottenesse la certificazione Leed che fornisce un insieme di parametri per valutare le costruzioni ambientalmente sostenibili, ma una volta venuti a conoscenza del Living build challenge hanno deciso di ricominciare da capo. Il risultato è un complesso abitativo realizzato con materiali locali che produce più energia di quanta ne venga consumata dai suoi residenti ogni anno e che utilizza l’acqua piovana convogliata per soddisfare tutto il fabbisogno idrico.
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Cos’è il Living build challenge
Desert rain house ha raggiunto molti traguardi, ovvero tutti quelli specificati dal Living build challenge, il quale si propone di ridurre il divario fra i vigenti limiti e le soluzioni ideali. Questa certificazione è formata da sette categorie di rendimento dette anche “petali” – spazio, acqua, energia, salute, materiali, equità e bellezza – suddivisi ulteriormente in venti imperativi da rispettare.
Le caratteristiche di Desert rain house
I rifiuti umani prodotti dalle tre residenze vengono ridotti in compost in loco e tutte le acque grigie vengono trattate e riutilizzate per l’irrigazione. Sette pannelli solari sul tetto usano l’energia del sole per riscaldare i liquidi che scorrono nelle tubature, i quali a loro volta riscaldano i pavimenti e l’acqua destinata all’uso domestico. Un altro sistema a energia solare genera l’elettricità che serve per gli elettrodomestici, l’illuminazione e per alimentare due auto elettriche. L’uso dell’acqua è limitato alla quantità di acqua piovana che cade in loco, rispettando i principi dell’Lbc. Sfruttando le precipitazioni, comunque scarse, grazie a un sistema di grandi cisterne gli Elliot sono riusciti a raggiungere un consumo d’acqua pari a 113 litri per persona al giorno. Negli Stati Uniti una persona usa in media attorno a 1.514 litri al giorno; in Africa, invece, il consumo si aggira attorno ai 18.
Obiettivo energia netta zero
“L’obiettivo è lo zero netto“, dichiara il designer Al Tozer, responsabile del progetto. “Questo è il punto chiave che ci guida dal punto di vista energetico”. Per raggiungere questo traguardo la squadra di designer e costruttori di Desert rain ha usato un software che calcola l’uso annuale di energia e suoi i costi in modo da creare una stima e paragonare le soluzioni possibili. “Non ci aspettiamo che quello che stiamo facendo cambi il mondo”, ha affermato Thomas Elliott, ovvero che l’iniziativa ispiri tutti a costruire rispettando gli standard Lbc – processo comunque impegnativo e dispendioso. Ma il cambiamento inizia anche con la consapevolezza e negli Stati Uniti nuovi progetti sul modello di Desert rain house sono già stati avviati.
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