Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Feltro, la storia e le caratteristiche sostenibili di un materiale eclettico del design
Quando si parla di feltro l’icona design di riferimento è la poltrona Feltri, disegnata da Gaetano Pesce alla fine degli anni Ottanta e prodotta dall’azienda Cassina. Una sorta di trono in feltro, utilizzato come struttura portante grazie a una speciale tecnica di produzione brevettata, che richiama alla memoria immagini arcaiche e l’idea di un abitare primitivo. Perché
Quando si parla di feltro l’icona design di riferimento è la poltrona Feltri, disegnata da Gaetano Pesce alla fine degli anni Ottanta e prodotta dall’azienda Cassina. Una sorta di trono in feltro, utilizzato come struttura portante grazie a una speciale tecnica di produzione brevettata, che richiama alla memoria immagini arcaiche e l’idea di un abitare primitivo. Perché il feltro è un materiale antichissimo, ma sempre attuale, che continua ad affascinare designer e artisti.
Cos’è il feltro
Il feltro si ottiene tramite l’infeltrimento delle fibre della lana. Il materiale che lo compone è la lana cardata di pecora, cioè lana liberata dalle impurità, districata per rendere parallele le fibre tessili, usata così com’è senza procedere alla successiva filatura. Per ottenere il feltro, si bagnano le fibre con acqua calda. Le fibre vengono poi intrise di sapone e sfregate a mano o con una macchina. Quest’operazione si chiama “follatura” e consiste nel compattare il tessuto attraverso il restringimento e l’infeltrimento, per renderlo compatto.
La lana cotta è simile al feltro, ma si differenzia per il tipo di materiale con cui viene ottenuta. Mentre per il feltro vero e proprio si impiega lana solamente cardata, la lana cotta è ricavata dalla lana cardata e filata. Il tessuto di lana cotta viene realizzato mediante la lavorazione a maglia di filato di lana e grazie alla follatura, che ne causa il restringimento fino a un terzo. Tutt’altra storia il feltro dei cappelli come i famosi Borsalino, fatti con i peli di coniglio usando una speciale tecnica di formatura.
La storia del feltro
Si dice che il feltro sia il primo tessuto prodotto dall’uomo, secondo solo all’ intreccio di fibre vegetali, lavorazione probabilmente molto più antica di quella della lana. Le più antiche tracce di feltro di lana risalgono al terzo millennio a.C. e si collocano in Siberia. Inoltre, ci sono importanti tracce di feltri preistorici in Turchia. Era usato anche dai Greci e dai Romani per la confezione di abiti, copricapi e mantelli.
L’invenzione del feltro, nella leggenda, viene attribuita a San Giacomo apostolo. Il santo, che era un pescatore, mal sopportava le conseguenze dei lunghi spostamenti a piedi richiesti dall’opera di predicazione. Per proteggere le piante dei piedi provò a imbottire i sandali con i batuffoli di lana che le pecore, nel pascolare, lasciavano attaccati ai cespugli spinosi. Si accorse che lo strato di lana pressato dal suo peso e bagnato dal sudore si induriva e si trasformava in una falda compatta, morbida e confortevole. Da qui l’invenzione del feltro. Le prime corporazioni di cappellai consideravano il santo il loro protettore; nell’iconografia è rappresentato come un pellegrino che porta in testa un cappello a larghe tese, ovviamente di feltro, ornato con una conchiglia.
Cristiana Di Nardo, la passione per il feltro
Tra i designer italiani c’è chi ha scelto il feltro quale unico materiale d’elezione, come Cristiana di Nardo che, dopo averne studiato le tecniche in Finlandia e nei paesi asiatici, si dedica da molti anni alla ricerca storica, artistica e didattica sul feltro. Realizzando arazzi, forme tridimensionali, installazioni, accessori d’abbigliamento e di arredamento ispirati a suggestioni tratte dalla natura e tenendo corsi per insegnare come si produce e si lavora il feltro.
“Da fibre di lana originariamente disunite, leggere e fragili, per l’azione congiunta di vari elementi tutti necessari e compresenti, si ottiene un materiale coeso, impermeabile, non lacerabile, resistente tanto da poter essere usato come protezione da intemperie, fuoco e armi“, spiega la designer. “Si tratta di un processo irreversibile, di una materia che nasce dalla debolissima fibra dell’animale più mite, la pecora, attraverso una lavorazione che deve seguire fasi alterne in modo preciso per riuscire al meglio: è più veloce rispetto al tessere e intrecciare, ma velocemente non può essere ben fatta e nemmeno può essere recuperata in caso di errore.”
Monica Castiglioni, la bellezza del feltro
Monica Castiglioni, creatrice di gioielli, ha di recente dato forma a una collezione di accessori in feltro quali tappeti, ciotole, borse, sciarpe e gioielli chiamata Shades of Felt. Fra le molteplici forme dei suoi gioielli, spesso ispirate alla natura, spicca il pistillo del fiore, che è l’elemento distintivo della sua arte e che non manca neanche nella collezione feltro.
“Dagli errori di produzione – scrive Benazir Iskender, giovane designer che ha curato la collezione creata da Castiglioni e prodotta dagli artigiani dell’azienda kirghisa Tumar – si può cogliere la vera bellezza dell’artigianato. O meglio, gli errori sono incarnazione dell’essenza dell’artigianalità e producono pezzi che hanno il dono dell’unicità, attraverso l’interpretazione che il lontano maestro di feltro del Kirghizistan ha attribuito alle idee di Monica, facendo leva sulla sua conoscenza del feltro e della sua capacità nella lavorazione”.
Caldo, impermeabile, isolante, le qualità del feltro
Il feltro è caldo, leggero, impermeabile ed è il miglior materiale isolante naturale. Molto efficace sia contro il freddo che contro il calore, riveste l’interno e l’esterno delle yurte, le abitazioni mobili di molti popoli nomadi dell’Asia tra cui mongoli, kazaki, kirghisi e uzbeki. Per i kirghisi la parola “tumar” indica un amuleto a forma di triangolo in feltro. Indossato sul petto, si crede che protegga il proprietario per molti anni.
Tumar è anche il nome di un’azienda che a Bishkek, in Kirghizistan, produce oggetti di design in feltro: istituito nel 1998 , il Gruppo Art Tumar ha l’obiettivo di preservare e sviluppare la cultura materiale del popolo del Kirghizistan attraverso la creazione e la promozione di prodotti di artigianato moderno, funzionale e di alta qualità, basati su tecnologie a basso impatto ambientale, che rinnovano l’immagine delle tradizionali tecniche di produzione. Più di 200 artigiani lavorano feltro e tessuti a stretto contatto con studi di design e progettisti per creare nuovi prodotti che nascono dalla sperimentazione di forme innovative e dalla combinazione di diverse tecniche di lavorazione con l’uso di materiali naturali.
Il feltro per la bioedilizia
Dalla produzione che richiede un impiego minimo di energia alle proprietà fisico-tecniche, la lana di pecora che è alla base della produzione del feltro vanta le migliori caratteristiche sotto il profilo della bioedilizia. Queste sono le principali: assorbimento del rumore da calpestio fino a 21 decibel; assorbimento del rumore aereo del 50 per cento; basso grado di infiammabilità; alta capacità di assorbimento degli eccessi di umidità; ottimo isolamento termico ed acustico; neutralizza sostanze tossiche quale il formaldeide e l’ozono; ha straordinaria elasticità e assorbe i dislivelli; è un materiale di origine biologica, biodegradabile al 100 per cento. Un esempio perfetto, dunque, di materiale sostenibile sia per il design che per l’architettura.
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