Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Hands on design, oggetti che durano in eterno
La durata degli oggetti nel tempo, avere una loro lunga vita è uno dei valori importanti per un design che vuole essere sostenibile. I materiali, le tecniche di manifattura, la relazione tra forma e funzione, l’empatia con l’oggetto utilizzato sono tutti elementi che contribuiscono a creare armonia. Un esempio virtuoso in questo senso è quello
La durata degli oggetti nel tempo, avere una loro lunga vita è uno dei valori importanti per un design che vuole essere sostenibile. I materiali, le tecniche di manifattura, la relazione tra forma e funzione, l’empatia con l’oggetto utilizzato sono tutti elementi che contribuiscono a creare armonia. Un esempio virtuoso in questo senso è quello della giovane azienda italiana Hands on design.
La bellezza sostenibile
L’idea di Hands on design è creare bellezza costruendo un ponte tra design e alto artigianato, tra Italia e Giappone, sviluppando una serie di oggetti di bellezza senza tempo. Queste creazioni nascono dal felice incontro di oltre trenta designer contemporanei con forte attitudine alla sperimentazione e altrettanti artigiani che portano avanti tradizioni che hanno spesso due o tre generazioni alle spalle.
“La sostenibilità è nella storia, nella purezza e nella semplicità dei materiali”, secondo Riccardo Nardi, designer italiano, e Kaori Shiina, designer giapponese di Shiina+Nardi Design e fondatori del progetto Hands on design, partito nel 2013. “È l’ingegno cosciente di mani che costruiscono cose pensate, e usano strumenti e tecniche ottimali, sperimentate e affinate nel tempo fino alla perfezione. Sostenibilità è ottimizzazione spontanea e senza spreco. Sostenibilità è il valore e la durata di oggetti senza tempo”.
Materiali durevoli
I materiali più utilizzati sono il legno, il metallo, la pietra, la lana cotta, il vetro. L’idea della forma degli oggetti è strettamente legata alla funzione ma lascia spazio alla libera interpretazione poetica per raggiungere un’armonia complessiva, visiva e sensoriale. Come il secchio per l’acqua di Shuji Nakagawa, un capolavoro di incastri perfetti di elementi curvati, sostituibili nel tempo. Perché l’età delle cose, secondo la filosofia giapponese, è un valore aggiunto e non un fattore negativo.
Le tecniche e l’armonia
Le tecniche di produzione hanno radici nella tradizione artigianale giapponese – come il legno nobile lavorato secondo l’antica tecnica Kumiko di incastri e intarsi da Hiroaki Usui; come l’ardesia, levigata e assottigliata alla perfezione da Ogatsu Ishi. Non si butta via niente, con gli scarti si crea qualcosa di nuovo: come le candele realizzate con crusca di riso e cera vegetale di Warousoku Daiyo.
Hanno anche radici nella tradizione italiana, ad esempio del vetro di Murano, e nella storia del Kirghizistan della produzione della lana cotta di Tumar, impregnata dalla cultura di un popolo. Una storia secolare di donne che producevano in lana cotta tutti gli oggetti d’uso, dalle pantofole alla yurta, la loro abitazione mobile.
“Si chiama armonia il perfetto rapporto che deve esistere tra l’oggetto e la sua destinazione”, così scriveva Henry Havard. Ed è proprio la ricerca di quest’armonia il fulcro di Hands on design, la voglia di creare un rapporto empatico tra la persona e il suo oggetto.
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