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Harriet Riddell, l’artista che cuce ritratti con una macchina alimentata da una bici
L’artista inglese Harriet Riddell ha trasformato la sua passione per i tessuti e il cucito in una vocazione. Ora diffonde la sua idea di arte sostenibile girando il mondo con la sua macchina da cucire alimentata dall’energia cinetica prodotta da una bicicletta. InStitchYou, ritratti istantanei con una macchina da cucire Catturare i paesaggi e l’essenza delle persone utilizzando
L’artista inglese Harriet Riddell ha trasformato la sua passione per i tessuti e il cucito in una vocazione. Ora diffonde la sua idea di arte sostenibile girando il mondo con la sua macchina da cucire alimentata dall’energia cinetica prodotta da una bicicletta.
InStitchYou, ritratti istantanei con una macchina da cucire
Catturare i paesaggi e l’essenza delle persone utilizzando una macchina da cucire alimentata da pannelli solari o da una bicicletta collegata a un generatore. Questo è quello che fa Riddell, giovane esponente delle arti performative originaria dell’Oxfordshire e con un Master in arti contemporanee applicate presso l’Università dell’Hertfordshire. InStitchYou (“to stitch” in inglese significa cucire) è il progetto ideato da Riddell che l’ha portata in giro per il mondo – anche se al momento l’artista di base sta a Londra, dove espone le sue opere presso la Gx gallery.
Si tratta di una passione nata quando era bambina grazie alla macchina da cucire della nonna e che si è poi trasformata in professione. La sua però non è una semplice macchina da cucire perché non consuma energia elettrica ma invece la produce in maniera sostenibile. Inizialmente Riddell si era dotata di pannelli solari per alimentare il suo attrezzo ma ora ha iniziato a usare l’energia cinetica. Chi vuole essere ritratto infatti pedala per circa 25-30 minuti, il tempo necessario per realizzare il ritratto, su una bicicletta fissa collegata a un generatore che alimenta direttamente la macchina.
Un ritratto a pedali
“Per chi è abituato a pedalare non è faticoso ma è comunque un buon esercizio – spiega Riddell –. Se le persone non pedalano abbastanza la macchina si spegne e quindi devo spronarli a metterci più grinta”. Tra una pedalata e l’altra Riddell chiacchiera con chi ha di fronte aggiungendo così piccoli dettagli legati alla personalità del “ciclista per caso“.
Il generatore che è collegato alla bicicletta gli è stato fornito da Electric Pedals, con sede a Peckham, quartiere a sud-est di Londra: qui vengono elaborate soluzioni per dare energia a cinema, concerti, installazioni teatrali e laboratori usando solo biciclette fisse. Così la macchina da cucire e la bicicletta sono diventati due tratti distintivi di Riddell che quest’estate è stata in giro per il Regno Unito partecipando a vari festival, tra cui il Fringe di Edimburgo giunto alla sua 70esima edizione e il Wilderness festival nell’Oxfordshire.
Harriet Riddell, cucendo in viaggio dall’Asia all’Africa
Riddell quindi offre una sua interpretazione del mondo su un pezzo di stoffa. Usando filo, toppe e ritagli di tessuti contenuti in una pesante valigia l’artista si affida alle sue abilità nel cucito per creare arte e interpretare la realtà che la circonda. Questo è stato un modo per conoscere le popolazioni locali durante i suoi viaggi in India e in Kenya e per fissare su un tessuto l’hic et nunc, cioè quello che aveva davanti in quel momento.
Trasportare una macchina da cucire, un tavolino, una sedia, un generatore e dei tessuti sulle cime dell’Himalaya o tra le baraccopoli di Nairobi non è stato facile ma con lo sforzo è arrivata la ricompensa. In uno spazio aperto a contatto con le persone Riddell racconta di sentirsi aperta nei confronti del mondo e della gente, e gli ostacoli che incontra fanno solo parte della narrazione presente in ogni sua opera.
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