Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Honey factory, entra in un’arnia e scopri come vive un’ape in città
Honey factory è l’arnia didattica del giardino della Triennale di Milano per osservare le api da vicino e in sicurezza, accessibile anche ai più piccoli.
Honey factory del designer Francesco Faccin è un’arnia urbana che oltre a produrre miele in città vuole essere uno strumento attraverso cui fare apididattica. Creata per una mostra al SaloneSatellite 2015, commissionata dalla sua ideatrice e curatrice Marva Griffin, e realizzata da Riva 1920, l’arnia didattica è attualmente esposta nel giardino della Triennale di Milano, dove per il secondo anno di fila sono stati organizzati laboratori apididattici per bambini e adulti. La struttura è stata progettata insieme a Mauro Veca, apicoltore molto attivo a Milano che da diversi anni ha avviato piccole produzioni di miele urbano presso il Parco delle cave e il Parco delle risaie oltre a promuovere corsi di apicoltura per adulti e bambini.
Honey factory, la salvaguardia delle api in città
L’obiettivo è prima di tutto quello di riavvicinare le persone alle api, sensibilizzandole, ma soprattutto promuovendo l’apicoltura urbana come valore aggiunto nelle città. L’ape è il più importante insetto impollinatore, fondamentale per la riproduzione delle piante e conseguentemente per tutti gli esseri viventi. Negli ultimi anni, la diminuzione di alveari nel mondo è stata superiore al 50 per cento. Sensibilizzare le persone riguardo questo problema è fondamentale.
Il design dell’arnia urbana
Una vera e propria casa di legno per le api che ha come funzione primaria quella di essere un polo didattico e un centro per la divulgazione della cultura dell’alimentazione sostenibile. “È il risultato dello studio degli spazi interni e di tanti aspetti tecnici: una mini-architettura funzionale alla vita delle api, dell’apicoltore e di chi osserva”, afferma Faccin.
La struttura presenta un tetto spiovente e un ingresso per una persona all’interno. “Lo spazio esterno”, racconta il suo creatore, “è dato dall’interno: c’è un vero e proprio gioco di proporzioni tra l’ingresso dell’ape e quello dell’uomo”. Il predellino di volo, in genere a pochi centimetri da terra, è a quattro metri e mezzo di altezza, ovvero in cima all’arnia. Le api entrano da lì, cariche di polline dopo il bottinamento, e il pubblico può osservarle dall’esterno, a distanza molto ravvicinata, mentre lavorano.
Con un ingresso posto così in alto infatti gli imenotteri riescono ad accedervi senza mai entrare in contatto con chi si trovi a passare nelle vicinanze; la sicurezza è assolutamente garantita. Una finestra in vetro rende visibile le api intente a fabbricare miele dall’esterno, offrendo così uno spettacolo visivo che diventa allo stesso tempo esperienza sonora grazie al continuo ronzio degli insetti. Aspetti più tecnici fanno sì che la struttura mantenga una temperatura costante e una ventilazione continua.
Miele urbano
Nei primi sei mesi di produzione, coincisi con Expo 2015, la Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università statale di Milano ha collaborato al progetto esaminando le api, il miele e le condizioni ambientali all’interno della casetta. Nonostante il binomio miele-città non convinca ancora molti cittadini, la qualità del miele prodotto nel cuore di Milano è ottima. In città c’è una maggiore presenza di metalli pesanti rispetto alle zone agricole ma in compenso si trovano molti meno pesticidi e sostanze chimiche usate in agricoltura. Inoltre, la posizione strategica nel pieno cuore di Parco Sempione, uno dei parchi più grandi di Milano, caratterizzato da una notevole biodiversità, fa sì che le api visitino i fiori per tutta la stagione, ovvero da febbraio a ottobre-novembre circa, consentendo di avere produzioni abbondanti e continue.
Il laboratorio in Triennale
Il laboratorio Apepè ha lo scopo di presentare ai bambini la vita delle api nell’alveare, la loro organizzazione sociale (i diversi ruoli della regina, dei fuchi e delle api operaie) e la loro grande importanza nell’ecosistema, in modo divertente e coinvolgente. Viene inoltre introdotta la figura dell’apicoltore e i suoi attrezzi, per trasmettere la sua importanza per la salvaguardia dell’ambiente. Al termine del laboratorio è prevista una degustazione di miele artigianale prodotto dalle api di Honey factory.
Honey factory a Seul
Il modello Honey factory verrà replicato a Seul con l’installazione di venti strutture in parchi giardini e nel centro urbano. Una prima arnia è già presente all’interno del Children’s grand park dopo essere stata introdotta durante la quinta edizione del Seul urban agricolture expo lo scorso maggio. Nella capitale sudcoreana, “c’è un’attenzione particolare nel sensibilizzare i cittadini a tematiche green come gli orti e l’apicoltura urbana”, racconta Faccin. “Entro il 2020 Seul si è posta l’obiettivo di produrre tutto il suo fabbisogno alimentare internamente“.
“L’esperienza in Triennale è stata utilissima per studiare difetti e punti di forza di quella che inizialmente era solo un’idea su carta; continuando a migliorarla e a sistemare diversi accorgimenti, l’obiettivo è farla diventare un vero e proprio arredo urbano, diffuso nei parchi come segno riconoscibile della presenza delle api”. Come sempre, il design è interessante quando avvicina le persone alla natura, quando l’oggetto diventa il veicolo che rende possibile questo rapporto.
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