Due termini correlati che esprimono concetti leggermente diversi. Abbiamo chiesto aiuto a Vidas per capire.
L’uomo appartiene alla terra
Per gli indiani quechua e aymara, popolazioni autoctone delle Ande, l’uomo è immerso in un universo misterioso. L’uomo occidentale ha invece perso il suo legame con la terra.
L’uomo occidentale, sradicato dalla
terra, tende ancora a rapportarsi con il suo
ecosistema e le sue risorse in modo quantitativo, a voler dominare
la natura, che considera regolata da leggi fisiche oggettive e che
crede di poter manipolare a suo piacimento proprio attraverso la
conoscenza di tali leggi. Così si compie il disincanto del
mondo e si elimina il mistero della vita.
Nella visione arcaica delle civiltà che instaurano un
rapporto sacro con
la terra, la natura è invece considerata un
organismo vivente, collegata a leggi di ordine cosmico.
Per gli indiani quechua e aymara, popolazioni autoctone delle
Ande, l’uomo è immerso in un universo
misterioso. La terra non è solo utile, è
un modo di vivere, una totalità a cui si sente radicato come
un albero al terreno. L’uomo delle Ande co-esiste con ciò
che lo circonda, partecipando agli avvenimenti della natura.
La terra è la Grande Madre – Pachamama
– la base della vita, la fonte di ogni nutrimento. Il termine
Pachamama ha nel pensiero andino implicazioni filosofiche profonde.
Pacha – in quechua- significa tempo e spazio, quindi il mondo
animato nella sua totalità. Mama significa madre. La
Pachamama è eterna perché è la madre del tempo
e dello spazio, è cosmica perché è madre di
tutti, ed è unica perché il pianeta Terra
è uno nell’immensità dell’Universo.
Proprio per questo gli indiani del
Sud America sanno che siamo tutti fratelli e sorelle e
che le piante, le pietre, gli animali e tutto quanto esiste va
rispettato e curato, perché non ci appartiene, è
soltanto dato in prestito come aiuto alla nostra evoluzione
spirituale. Il messaggio della spiritualità andina,
incentrato sul rispetto e l’amore per la Grande Madre, è di
rinunciare ad un atteggiamento egocentrico – che fa sentire l’uomo
superiore agli altri esseri viventi inducendolo a sfruttare con
bramosia la terra – e di ritrovare invece l’armonia con la
natura, per migliorare tutte le nostre relazioni: con
noi stessi, con gli altri esseri umani, con gli altri esseri
viventi, con la vita stessa. Le profezie inca affermano che se tale
coscienza non si risveglierà nel cuore dell’umanità,
questa corre il rischio di auto-distruguggersi. Ci ricordano che
non è la Terra che appartiene all’uomo, ma l’uomo che appartiene alla
Terra.
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