Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
La casa dei pet lover
Categoria sociologica in espansione, i coinquilini umani degli animali domestici, i pet lovers, sanno elaborare soluzioni particolarmente creative ed efficienti per salvaguardare l’igiene, la manutenzione degli arredi, l’incolumità e l’ordinata gestione degli spazi.
Una curiosa mutazione antropozoologica sembra accomunare le abitazioni odierne di chi, non solo in agresti villette fuori centro ma anche in modernissimi appartamenti metropolitani, sceglie di condividere la propria quotidianità con uno o più coinquilini a quattro zampe, dando vita a spazi casalinghi fantasiosamente ibridati dal reciproco adattamento tra l’umano, il felino e il canino, ovvero fra le tre specie che più di altre, nel corso dei secoli, hanno lentamente imparato a conoscersi e rispettarsi malgrado le loro radicali differenze caratteriali e comportamentali.
Una convivenza evidentemente così appagante da aver prodotto un rapido incremento, sia in Italia sia all’estero, della categoria, sempre più numerosa, dei cosiddetti pet lover.
E se per ciascuno di loro l’incanto poetico derivante dalla coabitazione con un animale domestico corrisponde precisamente a quel genere di esperienza che, parafrasando il poeta, “intender non la può chi non la prova”, i molteplici accorgimenti in materia di igiene, arredamento, organizzazione e gestione degli spazi casalinghi, si prestano invece perfettamente ad essere imitati e trasmessi via passaparola come utili consigli.
Etogrammi che plasmano gli arredi
“I pets vanno considerati a tutti gli effetti come veri e propri membri della famiglia”, puntualizza Edgar Meyer, presidente della onlus Gaia Animali&Ambiente e portavoce dell’associazione Diamoci la Zampa, felicemente avvezzo alla convivenza con un cane e ben tre gatti.
“È dunque inevitabile che ogni scelta in materia di mobilio o arredamento debba essere condotta tenendo conto delle esigenze specifiche di ciascun animale di casa e creando un clima di massimo rispetto reciproco. Ad esempio, a proposito del noto problema dei graffi prodotti dai gatti che prediligono gli angoli dei mobili o altri luoghi casalinghi per farsi le unghie, io eviterei l’uso di spray repellenti o stratagemmi analoghi.
Affilarsi regolarmente gli artigli fa parte dell’etogramma felino del micio, cioè rappresenta un comportamento connaturato alla sua specie e pertanto bisogna cercare di incoraggiarlo disciplinandolo, cioè mettendogli a disposizione in giro per casa uno o più tiragraffi realizzati, come tutti gli attrezzi a lui destinati, in materiali sicuri ed ecocompatibili.
Sono poi reperibili in commercio alcune fodere per mobili costituite da un tessuto particolare che consente al gatto di farsi le unghie senza danneggiare la superficie sottostante. Certo – ammette Meyer – avere un giardino aiuta, ma in ogni caso la situazione igienica è gestibile optando per divani lavabili, cioè dotati di copridivani intercambiabili da ripulire e sostituire di frequente. I gatti poi immancabilmente adorano quelle cucce sopraelevate, a mo’ di mensole, oggi così gettonate dal design specializzato, che consentono loro di innalzarsi da terra ed assumere un punto di vista più strategico e protetto rispetto al resto della stanza.
Senza dimenticare però che una casa pet-friendly non può pienamente reputarsi tale senza prevedere, anche d’inverno, l’uso di una gattaiola – eventualmente bloccabile in caso di assenza prolungata– per rendere possibile il tipico andirivieni felino tra il dentro e il fuori”.
Igiene e rigorosa pianificazione degli spazi
Essenzialità degli arredi e facilità di pulizia sono principi ispiratori condivisi anche da Laura Bonicelli, programmatrice informatica che abita in una villetta a schiera in provincia di Milano, allegramente condivisa con due cani e quattro gatti.
“Ho cercato innanzitutto di ricreare in casa la categoria del cosiddetto ‘branco organizzato’ –racconta la Bonicelli– cioè di favorire l’affiatamento e la coesione tra i componenti del gruppo animale. A tale scopo ho riservato un’intera stanza appositamente concepita per i miei quattro zampe, cioè tendenzialmente vuota, a parte i tappetini e le ciotole per bere, da adibire a piccola infermeria quando stanno male o a temporanea sala d’attesa in cui tenerli tranquilli mentre vengono effettuate le grandi pulizie nel resto della casa o nelle rare occasioni in cui arriva un ospite con intolleranze o esigenze particolari.
Riguardo all’igiene quotidiana, a parte il costante uso di acqua e candeggina, trovo davvero risolutivo far transitare per le stanze un paio di quei robottini domestici che, funzionando come aspirapolveri autonomi, mantengono puliti i pavimenti e i tappeti.
La temperatura la imposto sui 21-22 gradi ma, dato che l’edificio è a più piani, gli animali solitamente si spostano verso quelli superiori o inferiori nel caso in cui cerchino il fresco o il caldo. Ritengo comunque fondamentale gestire accuratamente anche gli spazi al di fuori dell’abitazione: per questo, oltre alla tettoia presente in giardino, dispongo di una vera e propria bussola d’ingresso, cioè un’area intermedia tra l’uscio di casa e l’ambiente esterno, dove faccio sostare i cani per asciugarli o ripulirli dal fango prima di lasciarli rientrare”.
Accortezze analoghe a quelle prescritte per i bambini
Pedagogia, abitudini virtuose, attenzione alla loro incolumità fisica: la convivenza con i nostri adorati pets richiede una serie di precauzioni vistosamente simili a quelle osservate da chi alleva bambini.
“Assicuriamoci di non lasciare in giro cavi elettrici penzolanti”, suggerisce infatti Stefania Marchitelli, educatrice cinofila e giornalista ambientale per La Nuova Ecologia, residente in un appartamento al centro di Roma che condivide con il suo cane.
“Tutti gli oggetti che oscillano stimolano irresistibilmente la curiosità degli animali –continua la Marchitelli– ma è consigliabile togliere di mezzo anche soprammobili o suppellettili fragili a portata di coda, nonché gli utensili taglienti come forbici o coltelli. Bisogna poi prestare attenzione alle piante, alcune delle quali, come ad esempio l’edera o la stella di Natale, possono risultare addirittura velenose. Inoltre è opportuno mantenere chiuso ed isolato il secchio della spazzatura, onde evitare che il nostro quattro zampe vada a rovistarci dentro. E occhio al posizionamento delle cucce, che devono essere al riparo da eventuali spifferi”.
I reciproci vantaggi della coabitazione
I sondaggi parlano chiaro: non solo un italiano su tre, secondo un rapporto Eurispes del 2015, ha in casa un animale domestico (oltre a cani e gatti anche pesciolini, tartarughe o uccellini) ma sembra che oltre la metà degli interpellati addirittura preferisca la sua compagnia a quella dei propri simili.
Ed è proprio dal carattere appagante e profondo di tale relazione, emotivamente immediata ma al tempo stesso non priva di mistero, curiosità e scoperte quotidiane, che scaturisce il reciproco sforzo di adattamento, per cui gli umani diventano automaticamente più oculati nella scelta degli arredi, più scrupolosi nell’igiene, più attenti nel congegnare armoniosamente la routine delle azioni giornaliere e la gestione degli spazi.
Sul versante animale, uno dei risultati più tipici ed evidenti della convivenza casalinga è il frequente instaurarsi dell’amicizia tra due soggetti solitamente additati come simboli dell’ostilità per antonomasia, ovvero il cane e il gatto che, come amava ripetere il compianto Danilo Mainardi, illustre e stimatissimo etologo recentemente scomparso, trovano un perfetto equilibrio attraverso il loro rituale domestico di abbaiamenti e corse, strutturato come “una specie di sceneggiata che serve ad entrambi: il gatto si sfoga fuggendo e il cane esprime il suo istinto predatore”.
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