Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Da Oslo ad Amburgo. Ecco le città che dicono addio alle auto
Una rivoluzione verde quella che sta coinvolgendo i centri di molte città europee. Puntando su trasporto pubblico, ciclabile e sullo sharing.
L’ultima in ordine cronologico è Oslo. L’annuncio di qualche giorno fa viene direttamente dalle stanze dell’amministrazione pubblica della capitale norvegese, in carica dallo scorso settembre: entro il 2019 il centro città sarà chiuso alle auto private. Sempre entro quella data in città saranno costruiti ulteriori 60 chilometri di piste ciclabili per favorire la mobilità ciclabile.
L’esempio di Oslo
“Vogliamo avere un centro senza auto”, ha dichiarato Lan Marie Nguyen Berg, del partito dei Verdi. “Vogliamo migliorare per i pedoni e i ciclisti. Sarà meglio per negozi e per tutti”, riporta l’Indipendent. Questo non è che l’ultimo dei segnali verso il drastico taglio delle emissioni e a favore di una mobilità sostenibile. Oslo è stata una delle prime città a scommettere sulla mobilità elettrica, tanto da avere già 4000 colonnine installate per la ricarica dei veicoli elettrici.
Non si tratta dell’unica città a voler chiudere il centro all’auto privata. Nel 2025 sarà Helnsinki, altra capitale della penisola scandinava, a rendere la città car free. Lo farà incrementando i mezzi pubblici che diventeranno on demand e grazie ad una fitta rete di servizi di condivisione della bicicletta.
Anche in Inghilterra si sta cercando di portare avanti un’iniziativa del genere. A Cambridge è possibile entrare in città in auto attraverso una sola via, mentre l’accesso è libero se si arriva a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. L’esperimento sta funzionando talmente bene che il centro è rinato, servizi commerciali compresi.
L’esempio di Amburgo
Per passare poi ad Amburgo, la città candidata a diventare la più verde d’Europa. Parchi pubblici, aree verdi e una rete ramificata di piste ciclabili che porteranno, secondo gli amministratori, ad abbandonare l’auto nel giro di 20 anni. A Parigi invece entro il 2020 saranno raddoppiate le piste ciclabili, mentre la maggior parte delle strade percorribili delle auto avranno il limite dei 30 km/h.
E in Italia? Milano ha visto ridurre il traffico veicolare grazie ad Area C, all’incremento dei servizi di auto e bici condivise e all’apertura di altre due linee della metropolitana. “Dieci anni fa a Milano si contavano 65 auto private per 100 abitanti, oggi il rapporto è di 51 a 100. Nel 2014 le auto immatricolate a Milano sono state 686 mila, 15 mila in meno rispetto all’anno precedente e 38 mila in meno rispetto al 2011. Questo dimostra come l’offerta di nuove opportunità per muoversi in città sia decisiva per una mobilità più sostenibile”, ha dichiarato l’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran.
“Pensiamo al bike sharing che proprio in questi giorni raggiunge i 40mila iscritti, al car sharing, utilizzato da 300 mila persone, allo scooter sharing, l’ultima grande novità sulle strade di Milano: qualunque mezzo di trasporto deve essere disponibile in modalità di condivisione. Questo, insieme alle politiche sul trasporto pubblico, ci consente di competere con le grandi città europee con cui ci confrontiamo oggi in tema di sostenibilità”.
Immagine di copertina via urban_lenny/flickr.com
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