Dal nuovo giacimento, chiamato Johan Sverdrup, la Norvegia potrebbe estrarre quasi 3 miliardi di barili di petrolio. Di qui al 2070.
Il Parlamento Ue chiede lo stop delle trivelle nell’Artico
Strasburgo ha votato una risoluzione, non vincolante, per proteggere l’Artico e bandire l’estrazione di combustibili fossili
Il Parlamento Europeo, con una risoluzione votata questa settimana, chiede norme per salvaguardare il delicato ecosistema dell’Artico e vuole introdurre il divieto di estrazione di petrolio e gas naturale per mantenere l’area come zona di cooperazione a bassa tensione. La risoluzione, votata a larga maggioranza – 483 voti in favore, 100 contrari e 37 astensioni – non è vincolante.
Il riscaldamento globale sta sciogliendo il Polo Nord, scopri perchè la questione è così seria ➡ https://t.co/HNg2evAkjR pic.twitter.com/LuLd1F0Q3p
— Parlamento europeo (@Europarl_IT) 15 marzo 2017
L’Artico sta scomparendo
L’Artico si sta riscaldando a velocità doppia rispetto alla media mondiale e il mare ghiacciato è diminuito in maniera significativa a partire dal 1981, tanto che oggi è circa il 40% più piccolo rispetto all’estate di 35 anni fa.
I quattro milioni di persone che vivono nella regione artica, assieme alla flora e alla fauna presenti, sono i primi a subire le conseguenze negative dell’aumento dell’inquinamento. Per questo, secondo Strasburgo, è necessario che “il vulnerabile ambiente artico e i diritti fondamentali dei popoli indigeni devono essere rispettati e protetti con salvaguardie più rigorose”.
Stop alle trivellazioni
Strasburgo chiede di vietare le “trivellazioni petrolifere nelle acque ghiacciate artiche dell’Ue e dello Spazio economico europeo (See)”, e bandire l’utilizzo di combustibili fossili che potrebbe accelerare ulteriormente il cambiamento climatico.
Con la risoluzione i parlamentari reiterano le richieste già fatte nel 2014 di bloccare l’uso di olio combustibile nei trasporti marittimi nel Mar Artico. Se ciò non fosse possibile data la situazione internazionale, la Commissione dovrebbe creare delle norme che proibiscano l’uso e il trasporto di olio combustibile (HFO) su navi dirette verso i porti dell’Ue.
I problemi ambientali e i conflitti economici dell’Artico
Secondo i deputati Ue i cambiamenti climatici stanno creando nuovi problemi ambientali e di sicurezza. Lo scioglimento della calotta artica sta aprendo nuove rotte di navigazione, nuove zone di pesca e aumentando la competizione per le sue risorse naturali.
“La regione artica è molto sensibile e vulnerabile. Se distruggiamo quest’area sfruttandone le risorse in maniera non sostenibile, non distruggiamo solo una regione unica, ma acceleriamo anche il cambiamento climatico, riduciamo le nostre possibilità di avere acqua pulita e gli effetti sulla riserva ittica saranno devastanti” ha detto la Sirpa Pietikainen del Partito popolare europeo e co-relatrice della risoluzione.
L’importanza geopolitica dell’Artico
Con lo scioglimento dei ghiacci l’importanza geopolitica dell’Artico sta crescendo. Le forze armate russe dal 2015 hanno fondato almeno sei nuove basi a nord del Circolo Polare Artico, inclusi sei porti in acque profonde e 13 aerodromi. Anche la Cina ha puntato gli occhi sull’Artico per l’accesso a nuove rotte commerciali e a nuove risorse energetiche.
L’area, secondo Strasburgo, deve invece rimanere una zona a bassa tensione e in questo il ruolo Consiglio Artico diventa fondamentale per “mantenere una cooperazione costruttiva, bassa tensione e stabilità” nella regione.
powered by Behind Energy
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
17 milioni di dollari da maggio 2018. È quanto hanno speso le compagnie petrolifere e le lobby del petrolio per acquistare spazi pubblicitari su Facebook e creare una narrativa falsata sui cambiamenti climatici e sugli impatti che i combustibili fossili hanno sulla crisi climatica. Sia attraverso i profili ufficiali che gruppi locali di supporto, si
Un report punta il dito su 20 colossi dei combustibili fossili: a loro è imputabile il 35 per cento delle emissioni che hanno portato all’emergenza climatica.
Google ha annunciato il suo piano per mettere in atto “il più grande acquisto aziendale di energia rinnovabile della storia”. La notizia arriva durante la settimana del terzo sciopero globale per il clima che in Italia si terrà il prossimo 27 settembre. L’acquisto di Google include un pacchetto da 1.600 megawatt di contratti per l’energia eolica
Gli attivisti di Exctintion Rebellion occupano l’ingresso dell’unico sito britannico di fracking, chiedendo al governo di cessare le attività che sono in netto contrasto con la crisi climatica.
Nel 2018 la capacità rinnovabile installata è ferma al 60%, secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia. Con questo trend di crescita non raggiungeremo mai gli obiettivi per la riduzione della CO2.
Le lobby del petrolio hanno investito poco meno di un miliardo di euro in tre anni per fermare o rallentare le politiche climatiche vanificando gli sforzi per mitigare i cambiamenti climatici.
Sabato 30 marzo alle 20:30 si celebra l’Earth Hour, l’Ora della terra, l’evento mondiale promosso dal Wwf per ricordare ai cittadini del mondo l’importanza di dare al Pianeta un futuro sostenibile.
Centinaia di progetti di fracking sono stati sospesi nel Wyoming perché l’amministrazione non ha considerato gli impatti sui cambiamenti climatici.