
Il capoluogo emiliano è stato premiato dalla Commissione europea per le sue politiche per una mobilità sostenibile, come le famose zone a 30 all’ora.
Quando le istituzioni latitano ci pensano i cittadini ad autorganizzarsi. Questo è quanto accaduto a Roma con la Pista Ciclabile Popolare di Santa Bibiana, realizzata in un tunnel che passa sotto la ferrovia della Stazione Termini (vedi mappa) e che collega i quartieri Esquilino e San Lorenzo. Il tunnel di Santa Bibiana è in
Quando le istituzioni latitano ci pensano i cittadini ad autorganizzarsi. Questo è quanto accaduto a Roma con la Pista Ciclabile Popolare di Santa Bibiana, realizzata in un tunnel che passa sotto la ferrovia della Stazione Termini (vedi mappa) e che collega i quartieri Esquilino e San Lorenzo.
Il tunnel di Santa Bibiana è in realtà strategico per l’area, che usufruisce di pochi collegamenti stradali per superare la stazione ferroviaria, inoltre permette a molti studenti di arrivare all’università La Sapienza in bici. Stiamo parlando di un tunnel a senso unico e con una carreggiata larga nove metri, con solo due stretti marciapiedi per i pedoni. Per anni comitati locali e ciclisti hanno chiesto, invano, di aggiungere un percorso ciclabile che permetta di muoversi in entrambi i sensi di marcia.
Così a fine novembre 2014 un gruppo di persone ha deciso di creare una “pista fai da te”, in meno di un’ora con la modica spesa di 150 euro. Un’azione rivendicativa e dimostrativa, seppur realizzata infrangendo le regole. L’autorganizzazione ha mostrato efficienza e economicità, rispetto agli appalti appositamente realizzati, dimostrando come sia la volontà politica il vero nodo da risolvere.
Volontà politica che però si è fatta sentire pochi giorni dopo con la cancellazione del percorso informale, apprezzato dagli abitanti e rispettato dagli automobilisti. La notizia curiosa è che la cancellazione sia avvenuta il giorno della ricorrenza della martire cristiana Santa Bibiana.
Un duro colpo per chi ha creduto nella realizzazione di questa “ciclabile popolare” che però non ha battuto la loro ostinazione e determinazione. Sono così ritornati sul “luogo del delitto” e hanno rifatto il percorso informale, riuscendo a impiegare meno tempo e spendendo meno soldi rispetto alla prima volta. La buona notizia è che il percorso ciclabile è rimasto integro, in attesa che il Comune di Roma decida di realizzare la corsia ufficiale, coinvolgendo i diretti interessati in modo da trasformare la ciclabile in un’occasione per tutti coloro che decidono di fare i pendolari in bicicletta.
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