Mancava solo l’ufficialità. Ed è arrivata puntuale, a poche settimane dalla Cop23 che si terrà a Bonn. La concentrazione di CO2 in atmosfera ha raggiunto il valore record di 403,3 ppm nel 2016, il 145 per cento in più dei valori preindustriali. A dirlo è l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) nell’ultimo Greenhouse gas bullettin. L’ultima volta
Rinnovabili e dimezzamento delle emissioni entro venti anni, lo dicono anche i petrolieri
Una ricerca mette d’accordo ambientalisti e petrolieri sull’importanza di ridurre (subito) le emissioni di CO2 e avviare la transizione energetica.
Venti anni e l’elettricità prodotta nel mondo potrebbe derivare unicamente da fonti rinnovabili. Se così fosse si potrebbe avere il dimezzamento delle emissioni globali di carbonio rendendo concreta la possibilità di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. È questa la sfida lanciata dal nuovo rapporto Better energy, greater prosperity redatto dall’Energy Transitions Commission (Etc), un’organizzazione nata nel 2015 per promuovere gli accordi sul clima di cui fanno parte banchieri, professori universitari e rappresentanti di istituzioni internazionali sia di carattere ambientalista sia dell’industria petrolifera e mineraria, tra cui dirigenti della Royal Dutch Shell, di Bhp Billiton e di General Electric Oil & Gas.
Rinnovabili per un futuro a emissioni zero
Lo studio, presentato lo scorso 25 aprile, guarda con ottimismo alla possibilità di ridurre del 30 per cento le emissioni di carbonio entro il 2040. “La nostra sfida è costruire un sistema energetico che possa ampliare l’accesso a servizi energetici moderni, sostenibili e affidabili a prezzi accessibili permettendo all’economia globale di prosperare” si legge nel rapporto. Ed è su questo che l’Etc invita i governi, gli investitori e le imprese a cogliere l’opportunità agendo ora per accelerare la diffusione dell’energia pulita e la decarbonizzazione.
La convenienza economica delle rinnovabili
L’ottimismo dell’Energy Transitions Commission si basa sui progressi delle tecnologie pulite: solare, eolico e le altre rinnovabili sono oggi tecnicamente affidabili, economicamente convenienti e in grado di sostenere lo sviluppo economico, soprattutto nei paesi emergenti. I costi di solare ed eolico stanno scendendo a tal punto che l’Etc prevede che entro il 2035 in molti paesi sarà possibile avere un sistema energetico quasi al 100 per cento con rinnovabili a un costo tutto compreso (produzione, trasporto e stoccaggio) inferiore a 70 dollari per megawattora. Un prezzo che farebbe crollare la domanda di carbone, petrolio e gas e avere effetti negativi sull’industria energetica tradizionale.
Rompere il legame tra crescita economica e crescita dei gas serra
Etc sostiene la necessità di rompere definitivamente il legame tra crescita economica e sociale e crescita delle emissioni di CO2 legate all’energia, muovendo verso un’economia a zero emissioni. Oggi, il sistema economico mondiale è basato quasi esclusivamente sui combustibili fossili che forniscono ancora l’80 per cento del consumo totale di energia e sono responsabili del 75 per cento del gas serra presente sul nostro Pianeta. Se questo sistema dovesse rimanere immutato, entro la fine del secolo il mondo potrebbe essere di ben 4°C più caldo rispetto ai livelli preindustriali.
$300-600 billion of annual investment to accelerate successful energy transitions – it’s possible #BetterEnergyhttps://t.co/GfdeIFg5pCpic.twitter.com/gdC7xMcA4b
— ETC (@ETC_energy) 2 maggio 2017
Per la transizione energetica servono politiche decise
Pur tra loro molto diversi, tutti i componenti dell’Etc convergono sull’importanza di ridurre le emissioni di carbonio per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma anche su come questa transizione possa essere raggiunta promuovendo il progresso sociale ed economico. Secondo l’Energy Transitions Commission, la realizzazione di questo obiettivo dipenderà dalla capacità di realizzare simultaneamente tre passaggi:
- procedere con l’elettrificazione di un insieme più ampio possibile di attività così da tagliare la metà delle emissioni
- adottare politiche pubbliche più forti che spingano gli investimenti a decarbonizzare quelle attività che, in particolare nell’industria pesante o i trasporti, non è economicamente conveniente elettrificare
- migliorare la produttività energetica.
Così facendo si potrebbero tagliare le emissioni dalle attuali 36 giga tonnellate l’anno a 20 giga tonnellate nel 2040. In parallelo si potrebbe dare a ogni persona accesso a 80-100 Giga Joule di energia pulita (elettricità, trasporti, riscaldamento, …), condizione minima per avere uno standard di vita accettabile.
Oggi esistono le tecnologie che potrebbero rendere possibile la decarbonizzazione dell’economia, ma serve il supporto di politiche adeguate che affrontino in modo deciso il problema. Solo in questo modo si possono portare al raggiungimento gli obiettivi di contenimento delle emissioni e dell’innalzamento delle temperature.
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