Dai nuovi ingredienti, naturali o sintetici, ai flaconi ricaricabili, il mondo delle fragranze cerca di diventare più sostenibile.
Marocco, il riscatto delle donne berbere in una rosa
Nella valle del fiume Dades, in Marocco, la rosa centifolia costituisce da sempre una ricchezza importante per la popolazione, ma nel tempo il prezzo dei fiori freschi è diminuito e la vendita ha perso progressivamente slancio. Queste piante rischiavano quindi di andare perdute, finché Naïma Fdil, originaria di un piccolo villaggio in questa valle delle rose, ha avuto un’intuizione. Il progetto di valorizzazione della rosa
Nella valle del fiume Dades, in Marocco, la rosa centifolia costituisce da sempre una ricchezza importante per la popolazione, ma nel tempo il prezzo dei fiori freschi è diminuito e la vendita ha perso progressivamente slancio. Queste piante rischiavano quindi di andare perdute, finché Naïma Fdil, originaria di un piccolo villaggio in questa valle delle rose, ha avuto un’intuizione.
Il progetto di valorizzazione della rosa
Durante i suoi studi a Marrakesh, Fdil ha scoperto che le rose della sua valle, grazie al clima semi-arido e al terreno ricco di nutrienti, hanno proprietà uniche che le rendono particolarmente adatte alla produzione di cosmetici. Nel 2005 Fdil ha quindi fondato l’Associazione femminile per lo sviluppo della famiglia in Wadi Dades con l’obiettivo di dare alle donne dei villaggi le risorse con cui soddisfare i propri bisogni e quelli dei propri figli.
L’associazione ha insegnato alle donne a distillare i fiori per ottenere prodotti più pregiati da vendere a prezzi migliori e ha aperto una distilleria in cui si producono cosmetici biologici. Per assicurare la sostenibilità del progetto, ha anche piantato nuove rose, sia in vivaio che in campo aperto, e ha insegnato alle donne a prendersene cura. Questo ha aiutato anche a conservare la biodiversità del territorio e a rafforzare le pendici della vallata evitando frane durante le piogge.
Un’attenzione particolare è stata posta nel progetto formativo che ha permesso alle donne di imparare le basi della matematica e della lingua araba, fino ad allora trascurata a favore del solo dialetto locale; è stato anche aperto un asilo dove i bimbi possono imparare il francese e l’arabo prima di andare a scuola, ed è stato acquistato uno scuolabus per portare i ragazzi più grandi fino a scuola.
La svolta per le donne della valle del Dades
L’associazione ha dato alle donne una nuova consapevolezza, una nuova visione sul presente e sul futuro, le ha rese più forti e libere. “Sono molto fiera perché le donne del nostro villaggio e dei villaggi vicini hanno capito che la Terra è la soluzione ai loro problemi, sia finanziari sia sociali. Sarei potuta essere io al loro posto e subire la vita di una donna di campagna: senza voce, senza diritti e senza risorse“, riflette Fdil. Questo programma di sviluppo ha saputo aprire nuove possibilità per l’economia della vallata e offrire alle donne locali un’occasione per liberarsi dalla povertà e dall’analfabetismo.
Nel 2013 la fondazione Yves Rocher ha riconosciuto il grande valore di questo progetto e ha assegnato a Naïma Fdil il premio Terre de femmes per aver saputo unire la difesa dell’ambiente, lo sviluppo economico locale e l’empowerment delle donne. Ora è soddisfatta: “Quando una donna sogna qualcosa basta che faccia il primo passo. Andrà fino in fondo”.
Foto in apertura: Julio Donoso/Sygma via Getty Images
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