Una proposta di direttiva europea spaventa l’Italia perché costringerebbe a riqualificare il 60 per cento degli edifici: ma sono preoccupazioni fondate?
Elettrodomestici: 1 su 5 mente in etichetta
Leggi l’aggiornamento sulla nuova etichetta energetica Un quinto dei prodotti elettrici ed elettronici riporta un’etichetta energetica fuorviante e sovrastimata per quanto riguarda efficienza energetica e risparmi ottenibili. Insomma, si vantano di consumare meno e di risparmiare più del reale. Lo afferma, citando fonti europee, l’Energy Saving Trust (Est) è l’agenzia governativa inglese dedicata a promuovere studi
Leggi l’aggiornamento sulla nuova etichetta energetica
Un quinto dei prodotti elettrici ed elettronici riporta un’etichetta energetica fuorviante e sovrastimata per quanto riguarda efficienza energetica e risparmi ottenibili. Insomma, si vantano di consumare meno e di risparmiare più del reale. Lo afferma, citando fonti europee, l’Energy Saving Trust (Est) è l’agenzia governativa inglese dedicata a promuovere studi e ricerche nei campi del risparmio energetico nelle case, nell’industria e nel commercio.
I produttori sono obbligati a dichiarare consumi energetici e classe d’appartenenza, al momento della commercializzazione, di quasi tutti gli elettrodomestici e i prodotti elettronici: forni, lavatrici, lavastoviglie, televisioni, in ottemperanza a standard di calcolo europei.
I prodotti più ecoefficienti sono a volte più costosi ma promettono considerevoli risparmi annuali in bolletta all’utente, che quindi potrebbe essere indotto a preferirli. Senonché, secondo gli esperti inglesi, in tutta Europa i consumatori spendono 10,5 miliardi di euro all’anno di elettricità per le mancate promesse di risparmio di circa 1/5 dei prodotti in vendita.
“I consumatori hanno tutta l’intenzione di risparmiare usando i prodotti più efficienti – ha dichiarato Philip Sellwood, direttore dell’Energy Saving Trust – e, dato che provano a fare le scelte giuste, hanno tutto il diritto di essere ricompensati dalla veridicità delle etichette. Abbiamo riscontrato un’ovvia necessità di colmare le lacune nei controlli con una più rigida regolamentazione”. La ricerca che accusa l’inaccuratezza delle etichette energetiche è, secondo l’Est, proveniente dalla Commissione Europea.
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