In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
10 città italiane perfette per splendidi weekend e vacanze sostenibili
10 città sostenibili per 10 idee di viaggio a stretto contatto con la natura per riscoprirla e rispettarla. A piedi, in bicicletta, lentamente.
L’attenzione alla sostenibilità si estende in ambiti sempre più numerosi. Sono anni ormai che si parla di turismo sostenibile e, specie dopo la pandemia, aumentano i viaggiatori consapevoli che si impegnano affinché il loro momento di svago e relax sia quanto più possibile green e rispettoso dell’ambiente. Partendo da questa tendenza, e da quella recente di riscoprire ed esplorare mete più vicine a noi, abbiamo individuato 10 città italiane che possono essere perfette per futuri break sostenibili, siano di un solo week end o vere e proprie vacanze. Per farlo siamo partiti dalla recente e interessante classifica scaturita dal progetto Ecosistema urbano di Legambiente che da qualche anno monitora le performance ambientali – in merito a aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente – di 105 città capoluogo di provincia. Le nostre scelte sono soprattutto consigli per vivere questi luoghi – dunque non solo le città ma i loro territori circostanti – a contatto con la natura godendo delle eccezionalità e meraviglie che offrono in modo responsabile e rispettoso.
1 Bolzano, a un passo dalle vette
Sesta posizione nella classifica generale di Legambiente per la splendida cittadina dell’Alto Adige che si distingue anche per la bassa concentrazione di Pm10 nell’aria. In generale tutta la regione Trentino Alto Adige con le sue due province – Trento è al primo posto – conferma la buona qualità della vita offerta ai propri cittadini e anche ai visitatori che la scelgono sempre più numerosi per le proprie vacanze, durante tutto l’anno. In particolare Bolzano sembra essere una meta perfetta per chi ama la montagna e predilige spostarsi in modo lento ed ecologico: soggiornando in centro città infatti, oltre a godere delle numerose proposte culturali – Museion, Fondazione Antonio delle Nogare, Museo archeologico – si possono agevolmente raggiungere le più belle montagne della regione utilizzando solo ed esclusivamente i mezzi pubblici. Il consiglio è quello di acquistare una Mobilcard (da 1, 3 o 7 giorni) che vi permetterà di utilizzare senza limiti tutti i mezzi di trasporto pubblico in Alto Adige, inclusi i treni regionali e regionali veloci fino a Trento e la PostAuto Svizzera tra Malles e Müstair. Inutile dire che la rete di sentieri, percorsi ciclabili e mountain bike è senza pari e perfetta per ogni tipo di escursionista e sportivo, dal più esperto all’amatore alle prime armi. Il consiglio? Prendete la funivia del Renon dal centro città e avventuratevi partendo da Soprabolzano nei suggestivi ma semplici sentieri di montagna come la Freud promenade, poi meravigliatevi davanti alle Piramidi di terra e tornate a Bolzano con il trenino da Collalbo.
2 Trieste, terra e mare con mezzi alternativi
Il capoluogo friulano si è ben distinto nella classifica inerente l’offerta del trasporto pubblico, oltre che quella del verde in città. Spostarsi a Trieste sembra essere agevole e sempre più green e sostenibile: a questo proposito qualche giorno fa l’amministrazione ha testato in città le performance di un autobus a trazione elettrica su una linea a elevata affluenza, tra l’altro un servizio offerto gratuitamente alla cittadinanza. L’iniziativa è stata un primo e importante passo verso una progressiva transizione ecologica del trasporto triestino: nel 2022 sarà infatti formalizzata una gara per l’acquisto di una prima serie di autobus elettrici, che entreranno in servizio nel 2023. Sempre parlando di mobilità, a Trieste ci si muove davvero nei modi più disparati: via mare anche grazie allo stand up paddle, una grande tavola da surf dove si pagaia in piedi e si possono ammirare vari paesaggi nel Golfo di Trieste e dintorni già dalla prima lezione. Questi insoliti tour si possono prenotare tutto l’anno e vengono forniti sup, pagaie e abbigliamento estivo o invernale a tutti i partecipanti. È una bella idea anche per i gruppi perché con i big sup, grandi cinque metri per un metro e mezzo, possono salire fino a otto persone. Occorre solo lasciarsi trasportare dalla tranquilla corrente e ammirare la città di Trieste da una prospettiva originale e silenziosa. Se l’acqua non è il vostro elemento, qui trovate alcuni percorsi in bicicletta selezionati dall’ufficio turismo di Trieste, per ciclisti più o meno esperti.
Da ricordare inoltre che la Camera di commercio Venezia Giulia sostiene il progetto per la candidatura di Trieste quale sede italiana della nuova Banca europea per lo sviluppo climatico e sostenibile.
3 Belluno, tra parchi, montagne e natura
Ottava nella classifica generale Ecosistema urbano di Legambiente, Belluno è la provincia veneta che si è posizionata meglio, forse anche per le sue caratteristiche naturali. Si tratta infatti di una città di montagna e di una provincia poco abitata, al confine con il Friuli con il quale condivide ad esempio la foresta del Cansiglio, un territorio di grande valore naturalistico. Ma non certo l’unico. Gli appassionati di montagna, in questa zona hanno innumerevoli possibilità per concedersi una vacanza circondati da meravigliose vette. I più esperti possono percorrere l’Alta via delle Dolomiti bellunesi: un percorso di 7 tappe che attraversa integralmente il Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi in alcuni dei luoghi meno antropizzati e più selvaggi delle Dolomiti e caratterizzato da dislivelli importanti, pochi punti di appoggio, rifugi rimasti tali nel tempo, sentieri esposti dove è necessario passo fermo ed esperienza di montagna. Qui anche 1400 specie di fiori da conoscere, 3000 camosci da avvistare lungo 110 chilometri di sentieri. Un paradiso. Il sito del Parco è utilissimo per pianificare la propria vacanza o solo una semplice escursione: sono segnalati i percorsi a piedi, in bicicletta e anche a cavallo. Tra le tante meraviglie, vi segnaliamo il complesso dei Piani Eterni-Grotta Isabella (tuttora in fase di esplorazione e studio) che è attualmente la più estesa e profonda grotta del Veneto, con oltre 35 chilometri di sviluppo e -1.052 metri di profondità. Si tratta del più importante sistema carsico presente all’interno del territorio di un Parco nazionale, oltre a essere il più importante e profondo abisso delle Dolomiti.
4 Lucca, la città toscana più green è medievale
È la provincia con la superficie pedonalizzata più ampia in tutta Italia in rapporto al numero degli abitanti e la meglio classificata nel rapporto Ecosistama urbano tra le città toscane. Lucca, meno nota e blasonata delle sue ben più note corregionali, è splendida e offre ai turisti un mix prezioso di arte e natura ora anche con un’attenzione privilegiata alla sostenibilità in ogni suo ambito. L’amministrazione si è infatti impegnata ad abbattere le emissioni inquinanti e incentivare una gestione sostenibile della mobilità e dei rifiuti, in particolare gli incentivi per la posa di nuovi alberi, quelli per l’acquisti di trituratori per gli sfalci, quelli per la sostituzione delle caldaie, oltre agli investimenti per la mobilità ciclabile e per il recupero di importanti aree urbane. Il primo aspetto che amiamo di Lucca è che si trova in una posizione strategica sulla linea ferroviaria che unisce Firenze a Viareggio e a Pisa ed è quindi davvero facilmente raggiungibile in treno. Visitando la città inoltre vi accorgerete come sia piacevole girarla e viverla a piedi o in bicicletta: un classico e imperdibile è il giro delle antiche mura che circondano il centro città per circa 4 chilometri, adatto a tutti. Più impegnativo, lungo ma anche soddisfacente è il trekking che dal centro città porta sino a Pisa: si chiama via degli acquedotti lungo i tracciati dell’Acquedotto Nottolini e dell’Acquedotto Mediceo.
5 Ravenna, in bici dai mosaici verso il mare
Tra le meglio posizionate nella classifica relativa alla diffusione di piste ciclabili nel proprio territorio, “premiamo” Ravenna in realtà in rappresentanza di tutte le province dell’Emilia Romagna che eccellono in questa categoria per tradizione – Reggio Emilia, Cesena, Parma, Ferrara, Piacenza, Forlì. Perché visitare proprio Ravenna? Perché conserva il più ricco patrimonio di mosaici databili tra il V e il VI secolo d.C. custodito all’interno dei suoi edifici religiosi paleocristiani e bizantini, dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. 8 meraviglie sparse per tutta la città e raggiungibili con facilità in bicicletta in modo divertente e sostenibile. Grazie alla rete di piste ciclabili si può partire dal centro storico e spingersi anche oltre la cittadina alla scoperta di nove località balneari che compongono il litorale ravennate, mete perfette per brevi break in ogni stagione. Se invece avete voglia di pedalare lungo un fiume e siete allenati abbastanza da “reggere” 35 chilometri, questo è l’itinerario che fa per voi: si tratta di un percorso che segue il corso del Talamone, vedrete la pianura rigogliosa, le valli bonificate, le lagune salmastre, la secolare pineta di San Vitale, la foresta allagata di Punte Alberete – popolata da importanti specie di avifauna acquatica – fino a raggiungere la suggestiva duna costiera della foce del fiume. Uno spettacolo di natura ma non solo perché incontrerete diverse testimonianze artistico-culturali per conoscere più a fondo il territorio.
6 Ascoli Piceno, a piedi tra i borghi del Piceno
Tra le prime 5 classificate per la qualità dell’aria e in particolare per la concentrazione di biossido di azoto, Ascoli Piceno è una meraviglia ed è un’ottima base per andare alla scoperta del Piceno, territorio poco noto forse tra le mete nelle Marche ma ricco di opportunità, specie per chi ama camminare a passo lento nella natura. I trekker qui possono, partendo appunto dal capoluogo, andare alla scoperta del Gaba. Di cosa si tratta? Il Grande anello di borghi ascolani è un cammino di 100 chilometri a forma di anello che unisce e racchiude in un abbraccio l’entroterra piceno: un territorio da scoprire in 7 giorni, scegliendo di fare tutto il percorso, pernottando e avendo ristoro nei luoghi attraversati, oppure da scoprire a poco a poco con uscite brevi. Sette tappe quindi, attraverso i magnifici borghi collinari ai piedi del gruppo montuoso del Ceresa, dei Monti Gemelli, Sibillini e Monti della Laga, compreso nei Comuni di Ascoli Piceno, Venarotta, Comunanza, Roccafluvione, Montegallo e Acquasanta Terme.
Il filo conduttore del percorso storico-naturalistico è l’apparato difensivo dell’antico Stato ascolano, che nel medioevo poteva contare su ben 32 castelli soggetti alla sua giurisdizione. Ciò che caratterizza questo cammino – percorribile sia a piedi che in bicicletta – è il silenzio che regna nei borghi medievali, tra ruderi di antichi castelli ed eremi solitari: il modo migliore per conoscere uno dei luoghi più affascinanti delle Marche.
Tra le iniziative di mobilità sostenibile segnaliamo che la scorsa estate – e dovrebbe essere ripetuta – è stato attivato un servizio straordinario di corse ferroviarie domenicali che per tutti i mesi estivi ha semplificato ai turisti raggiungere le città di Ascoli e San Benedetto dalle località balneari della costa.
7 Matera, città verde tra i sassi
È la città dei sassi ma, sembrerà strano, con i suoi 995 metri quadrati per abitante, Matera è anche la città italiana con la più alta incidenza di verde. Nonostante non sia semplicissimo raggiungere questa meta del sud Italia unica e meravigliosa, una vacanza qui è d’obbligo per la sua eccezionale bellezza. E non ci riferiamo unicamente al suo centro cittadino, in cui è assolutamente affascinante perdersi, ma anche al territorio circostante. Da Matera infatti si può partire a piedi alla scoperta del Parco della Murgia materana, un paradiso per gli escursionisti. I trekker, dotati di buona resistenza ma non di particolare tecnica, possono partire dall’ex Convento di Santa Lucia e seguire il sentiero 406 che dopo 6 chilometri li condurrà alla zona di Matera chiamata Murgia Timone. Qui possono incamminarsi poi per un itinerario ben più lungo (circa 5 ore di cammino) che li ripagherà con panorami stupendi. Si tratta infatti di un’escursione che attraversa tutta l’area panoramica di Murgia Timone, si snoda nella Gravina di Matera nel suo tratto di fronte ai sassi, attraverso vari complessi e chiese rupestri tra cui quella della Madonna delle Croci, che conserva uno degli affreschi più belli di tutte le chiese del Parco.
La buona notizia, per chi invece non ama particolarmente camminare, è che, finalmente, recentemente sono stati annunciati nuovi fondi che andranno a sostenere un progetto di mobilità sostenibile per la realizzazione di piste ciclabili e velostazioni, punti di riferimento per il posteggio e l’assistenza a chi si muoverà in bici.
8 L’Aquila, dove si respira un’ottima aria
Grazie a una bassa concentrazione di Pm10, L’Aquila vanta l’aria migliore tra le province italiane. Un motivo in più per trascorrere qualche giorno in una città che si impegna non senza fatica a rinascere dopo il sisma del 2009 e ha per questo ancora bisogno di essere sostenuta. Tanta l’offerta del capoluogo abruzzese, sia dal punto di vista artistico culturale che naturalistico. Tra le iniziative degne di nota nel territorio, vi segnaliamo un progetto di inclusione turistica davvero notevole: si chiama Apennini for all ed è nato allo scopo di diffondere il concetto di accessibilità non limitandosi a offrire un servizio per le persone con disabilità ma creando opportunità per tutti gli attori collegati, per tutto il territorio, facendo diventare così il turismo un fattore inclusivo e non esclusivo. La sua offerta si concentra soprattutto sul turismo ambientale rendendo finalmente anche la natura e le montagne accessibili a chi fino a ora, per carenza di informazioni e possibilità, non ha potuto godere delle bellezze e delle risorse del bellissimo territorio appenninico. Concretamente, turisti con disabilità diverse potranno fare escursioni in joelette – una speciale carrozzella da fuori-strada – in handbike, in canoa, o ancora accompagnati da guide che conoscono la LIS e molto altro.
Per chi ama la natura poi L’Aquila è un’ottima base per andare alla scoperta del magnifico Parco nazionale del Gran Sasso e delle riserve naturali di cui questo territorio è ricco o per dirigersi verso i monti della Laga.
9 Agrigento, tra riserve di meraviglia
Agrigento è la miglior classificata tra le province siciliane in merito a sostenibilità e ottiene buoni risultati in quanto a qualità dell’aria. Questo splendido territorio, oltre a un patrimonio storico culturale di valore eccezionale, è anche ricco di riserve naturali istituite per preservare un ecosistema di grande bellezza ma fragile. Unica è la riserva naturale Macalube di Aragona gestita da Legambiente: si tratta di un’area di oltre 250 ettari a circa 15 chilometri da Agrigento nata per tutelare la rarissima testimonianza dei cosiddetti “vulcanelli di fango freddi”. Concretamente è una landa circolare, ricoperta da argille cineree e da crepe da cui si elevano, quasi a ricordare un paesaggio lunare, piccoli coni dai quali fuoriescono rivoli di fango argilloso: è la cosiddetta collina dei vulcanelli. La zona “calda” non è accessibile ai turisti mentre un’area chiamata preriserva è visitabile dagli escursionisti. Per chi ama il mare invece il consiglio è di visitare la riserva naturale Orientata Torre Salsa non distante da Eraclea. Peculiarità di questo parco naturale ad Agrigento sono le dune e l’affaccio su due spiagge di sabbia finissima avvolte da una vegetazione lussureggiante. Non è facilissima da raggiungere a causa di strade percorribili in macchina ma strette e non asfaltate, forse è meglio in bici. Oltre alla spiaggia è possibile visitare anche la parte interna della riserva dove vivono indisturbati istrici, corvi imperiali, rapaci, trampolieri e gabbiani ma anche falchi pellegrini, il gheppio e il nibbio.
10 Cagliari, la più sostenibile tra le isolane
Guadagna un ottimo 16° posto Cagliari, la prima tra le città isolane che si distingue soprattutto per la buona offerta di trasporto pubblico. La Sardegna non ha certo bisogno di essere promossa ma forse il suo capoluogo di regione viene spesso poco esplorato a favore delle località di mare. Cagliari invece va visitata e non “presa” solo come un punto di arrivo e partenza. Oltre l’offerta culturale, ve n’è una naturalistica di grande interesse.
Il primo consiglio è di noleggiare una bici e pedalare sino al Parco naturale Molentargius-Saline: un territorio di circa 1600 ettari, riconosciuto luogo di sosta, svernamento e nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici, tra cui i fenicotteri rosa, oggi uno dei simboli della città. Il nome del parco deriva da is molentargius, i conduttori di asini – su molenti che in sardo significa appunto asino – che caricavano il sale raccolto nei bacini. La zona, infatti, ha rappresentato per secoli il bacino più ricco in Sardegna per l’estrazione del sale dalle acque del mare, interrottasi solo nel 1985.
Il paesaggio dell’area è straordinariamente vivo e selvatico e soprattutto ricco di animali, in particolare nel complesso di stagni del Molentargius convivono moltissime specie di uccelli selvatici, fantastici per chi ama il bird watching. Segnaliamo, per unire natura e arte, che un percorso ciclopedonale panoramico collega il porto di Cagliari all’ingresso del Parco naturale regionale Molentargius – Saline, attraversando la prima galleria d’arte contemporanea a cielo aperto della città: si cammina lungo la Marina di Bonaria e la Marina di Sant’Elmo, si può ammirare la monumentale Basilica di nostra Signora di Bonaria, fino ad arrivare alla Galleria del sale, famosa per la street art e il suggestivo paesaggio urbano.
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