Marketing equivale a manipolazione, persuasione, seduzione? No, non più. Parola di Andrea Farinet, economista, consulente e docente presso Liuc Università Cattaneo e dal 1984 al 2004 all’Università Bocconi. Insieme a un team di lavoro, da diversi anni Farinet sta lavorando su un nuovo modo di intendere il marketing e il ruolo delle aziende nella società
10 consigli ai manager Csr che vogliono farsi approvare il budget
La Csr è oggi una realtà affermatissima nelle strategie d’impresa, ma tuttora è a volte vista come “hard cost, soft program”. Lo fa notare Paul Kline, fondatore di Impakt, società inglese di consulenza, secondo cui inoltre “paradossalmente, i costi a bilancio per la Csr sono spesso infinitesimali rispetto al bilancio complessivo dell’azienda, ma sono quelli
La Csr è oggi una realtà affermatissima nelle strategie d’impresa, ma tuttora è a volte vista come “hard cost, soft program”. Lo fa notare Paul Kline, fondatore di Impakt, società inglese di consulenza, secondo cui inoltre “paradossalmente, i costi a bilancio per la Csr sono spesso infinitesimali rispetto al bilancio complessivo dell’azienda, ma sono quelli più sottoposti a duro scrutinio”.
Kline su The Guardian stila una serie di punti che i manager della Csr possono attuare in questo momento, all’inizio dell’ultimo quadrimestre, per farsi assegnare il budget necessario e rimarcare il valore delle attività legate alla Csr.
1 – Dialoga con lo scettico. Parti dal presupposto che stai parlando con persone che accettano la necessità della Csr ma sono scettici a considerarla come parte del business.
2 – Incardina le proposte all’interno delle strategie aziendali. Dimostra che le tue iniziative sono assolutamente in linea con le priorità definite dai vertici. Le risorse sono poche, ma la Csr ha un potenziale enorme in termini di appeal, anche sui Ceo.
3 – Blandisci chi tiene i portafogli. Chi gestisce il denaro nella tua azienda? Punta a loro. La loro opinione, soprattutto in questa fase dell’anno, fa la differenza. Se non sei certo della loro approvazione, chiedi loro quale approccio sarebbe più consono a fondere Csr e obiettivi di profitto.
4 – Precisa il valore. Ogni aspetto del tuo programma di Csr deve essere quantificabile. Ad esempio, quanto costa un’attività di marketing che ruoti attorno alla Csr? Indicalo. Ed evita di provare a misurare ciò che è troppo soggettivo, saresti attaccabile e poco credibile.
5 – Includi nella valutazione anche il coinvolgimento di tutti gli stakeholder. Ricordati che misurare un’attività significa anche esplicitare l’impatto che avrebbe sugli stakeholder. Quanto le tue attività influenzano clienti potenziali e attuali?
6 – Chiedi di più. Punta in alto. Non è il momento giusto per mostrarsi rinunciatari. Se le tue attività prevedono un investimento cospicuo da parte dell’azienda, dimostra che quell’investimento potrebbe dare risultati preziosi. A tuo favore, puoi mostrare dati o citare testimonianze e case history. A quel punto, puoi chiedere che il tuo budget lieviti.
7 – Non generalizzare. Non tutte le attività portano lo stesso risultato in aziende diverse. E chi deve scegliere quanto denaro affidare alle tue proposte non sarà interessato ai profitti generati altrove. Mostra come le tue attività potrebbero migliorare la tua azienda.
8 – Coinvolgi. Se i vertici si sentono coinvolti dai tuoi programmi, così come gli stakeholder, hai vinto. L’esperienza diretta convince molto più di un grafico.
9 – Svecchia. Questo è un imperativo chiave. Spesso uno degli ostacoli è quello di dover mettere mano alle vecchie idee su cui si basa lo spirito filantropico dell’azienda. E’ il momento di farlo. Bisogna sbarazzarsi del passato, anche se comporta la rinegoziazione di accordi con partner no-profit di spessore.
10 – Sii innovativo. Non esitare a collaborare con chi in azienda si occupa di innovazione. Parla con il reparto R&S, se è il caso, e insieme ai prodotti cerca di innovare anche il loro lato responsabile. Un programma pilota con un partner chiave potrebbe essere un buon inizio.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per il secondo anno consecutivo Aviva, compagnia assicurativa inglese e presente in Italia dal 1921, lancia la campagna Aviva Community Fund, con lo scopo dare diversi contributi alle associazioni no profit presenti sul territorio italiano. Una sorta di contest dove per partecipare basta presentare il proprio progetto che abbia attinenza con le tematiche sociali. Largo
A pedali, elettrica, ibrida. È la logistica che si trasforma in chiave sostenibile. E a dimostrarlo ci sono i risultati di Ups, che dal 1907 si occupa di trasporto e smistamento di merci e pacchi. Un miliardo di miglia, ovvero più di 1,5 miliardi di chilometri, percorsi dal proprio parco automezzi con carburanti e sistemi
Innovazione, autenticità e responsabilità sociale. I valori per essere un superbrand secondo Sergio Tonfi, esperto in marketing e comunicazione.
Giano bifronte era un’antica e importante divinità romana, rappresentata con una testa bicefala: era il protettore di tutto ciò che concerne “una fine e un nuovo inizio”, ma – sicuramente a causa delle sue “due facce” – nella cultura popolare iniziò presto a essere simbolo di doppiezza, “di una cosa del suo opposto”. Pinocchio, come
C’è voluto un libro e una mostra per raccontare i primi 60 anni di Acqua Minerale San Benedetto S.p.a.. Nata nel 1956 a Scorzè in provincia di Venezia, continua oggi ad essere un’azienda 100 per cento italiana, con un fatturato di 730 milioni di euro, 1.800 dipendenti nel mondo e 44 linee di imbottigliamento in
La compagnia d’assicurazione finanzierà 18 progetti a favore di associazioni o cittadini che operano all’interno delle comunità locali. Infanzia, salute e valorizzazione della donna i temi.
Non solo riduzione delle emissioni ed efficienza nei punti vendita. A Expo il Gruppo partecipa attivamente alla riduzione dello spreco alimentare.
Autogrill SpA non conosce crisi: conta quasi 10mila dipendenti, e registra delle entrate pari a quasi 6 miliardi di euro l’anno di cui oltre 4 solo nella ristorazione, con un incremento annuale dell’utile netto spesso a due cifre. Azienda all’apparenza parecchio marketing-oriented, ha preso curiosamente posizione – già da alcuni anni – a favore di