Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
10 curiosità sulla vita delle api
In occasione della Giornata mondiale delle api, vi raccontiamo 10 curiosità sulle elaborate vite di questi importantissimi insetti.
Quando pensiamo agli insetti, raramente ci vengono in mente immagini positive. La maggior parte ci mette soggezione e alcuni ci fanno addirittura un po’ paura. Se li troviamo dentro casa cerchiamo di liberarcene e se li incontriamo all’aperto tendiamo ad allontanarci. Questo forse succede perché non siamo abituati a conoscerli e capire le società in cui vivono. Ma tutti loro, dal goffo scarafaggio alla più elegante farfalla, sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema in cui viviamo e hanno delle intelligenze che li rendono unici e speciali. Quando parliamo delle api, poi, non potrebbe esserci nulla di più vero. Queste piccole e laboriose creature impollinano il 75 per cento delle piante di cui l’uomo si nutre e, senza di loro, la nostra specie non potrebbe sopravvivere. Hanno persino una mente matematica molto sviluppata che le rende delle abili calcolatrici. Per non parlare della meravigliosa struttura che sono in grado di dare ai loro alveari. Per questo, in occasione della Giornata mondiale delle api, abbiamo preparato un elenco di dieci curiosità sulle loro vite, fatte di profumi inebrianti e lunghissimi viaggi, per imparare a conoscerle e ad amarle in tutta la loro complessità.
10 curiosità sulla vita delle api
1. Hanno cinque occhi
Le api hanno due occhi composti e tre occhi semplici, detti ocelli, e vedono a 360 gradi. La testa dell’ape operaia ha una forma triangolare e negli angoli superiori si trovano i due occhi composti, che sono i più grandi e sono formati da migliaia di piccoli elementi. Questi primi due occhi forniscono l’immagine dell’ambiente circostante, individuano i movimenti e permettono alle api di reagire più velocemente. Oltre gli occhi composti hanno anche tre ocelli che si trovano sulla fronte e permettono di vedere gli oggetti molto vicini.
Per quanto riguarda i colori, le api vedono il giallo, il verde bluastro, il blu e l’ultravioletto, ma non vedono il rosso. Inoltre, proprio come noi umani, anche le api sono capaci di riconoscere i volti, perché possono distinguere linee e forme, come se fossero un pattern che viene memorizzato.
2. E una proboscide
Le api hanno cinque occhi ma sono senza una vera e propria bocca. Per succhiare il nettare hanno una specie di proboscide che viene chiamata ligula, che è una specie di proboscide e arriva fino a otto millimetri di lunghezza. Oltre alla ligula, l’apparato boccale è costituito dal labbro superiore, due mandibole, due mascelle e un labbro inferiore.
3. Esistono più di 20mila specie di api
Le api più conosciute e diffuse sono indubbiamente le mellifere (Apis mellifera), ma nel mondo esistono più di ventimila specie diverse presenti in tutti i continenti, tranne nell’Artico e in Antartide. Tra le varie specie c’è l’osmia, un’ape solitaria che non vive in società e che, diversamente da quanto si potrebbe immaginare, rappresenta la stragrande maggioranza delle api. Non produce il miele, ma è un’impollinatrice eccezionale, dato che riesce a fecondare oltre il 90 per cento dei fiori visitati.
4. Hanno inventato le mummie
Quando un animale che le api percepiscono come di grossa taglia (e possono essere lucertole, coleotteri ma anche topi) riesce a entrare nell’alveare, lo uccidono utilizzando il pungiglione. Le api però non sono in grado di trasportarne la carcassa fuori dal loro habitat, dato che sarebbe troppo pesante. Quindi per evitare possibili pericoli causati dalla decomposizione, lo ricoprono di propoli che, essendo dei potenti antibiotici, preservano il corpo trasformandolo in una specie di mummia.
5. Ogni colonia ha il proprio odore
Ogni colonia di api ha il proprio odore caratteristico che permette agli individui che la compongono di riconoscersi facilmente ed individuare eventuali intrusi.
6. Compiono 250 vibrazioni al secondo
Oltre a permettere il volo, questo movimento così rapido permette loro di mantenere la temperatura del corpo costante. Volano a una velocità massima di 24chilometri orari e hanno una sofisticata tecnica di atterraggio.
7. Ogni ape ha la sua personalità unica e irripetibile
Uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista Science ha dimostrato che i singoli individui si comportano in modi diversi e che preferiscono alcune mansioni ad altre. Per quanto siano generalmente considerate delle creature molto laboriose, all’interno dello stesso alveare ci sono api più attive e predisposte all’avventura e altre più tranquille e timide.
8. Per fare un chilo di miele sono necessari quasi tre milioni di fiori
In un singolo volo di ricognizione, un’ape è capace di visitare tra i 50 ed i 100 fiori. Per un solo chilo di miele, è stato stimato che una singola ape dovrebbe volare per circa 150mila chilometri, quasi quattro volte il giro della Terra, e che sono necessari quasi 60mila voli di andata e ritorno dall’alveare ai fiori. Inoltre, sempre per produrre un chilo di miele sarebbero necessari 2.737.500 fiori.
9. Fanno dei “pisolini” di 30 secondi
Durante questo breve tempo, si fermano, il loro corpo si rilassa e diventano prive di risposta a quello che succede intorno. Queste fasi di sonno diventano più regolari con l’avanzare dell’età mentre sono più sporadiche nelle api più giovani.
10. Usano il sole come bussola
Quando svolgono il compito di bottinatrici, ossia quando raccolgono nettare, polline, propoli e acqua, sono in grado di trasmettere precise informazioni alle compagne sulla esatta ubicazione di una sorgente di cibo, anche molto distante, comunicando dati sui rapporti di posizione tra campo fiorito, alveare e sole. La loro abilità di percepire luce polarizzata consente loro di individuare la posizione del sole, anche se questo è coperto da nubi, purché sia visibile un’area di cielo sereno.
La danza delle api
Per fare ciò sfruttano una tecnica particolare, detta danza, che insieme ai feromoni permette loro di comunicare. Si distinguono vari tipi di danze, tra cui una circolare e una detta a otto. La prima è la più semplice e permette alle api di comunicare la posizione di una fonte di cibo che si trova tra i 50 e i 100 metri.
La seconda invece è nettamente più complessa perché in questo caso indica con precisione la fonte di cibo e copre distanze più elevate. Viene definita danza a otto o danza dell’addome dai movimenti che le api compiono: percorrono un breve tratto agitando il loro corpo, per poi curvare e tornare al punto di partenza, in una forma – appunto – a otto. Ripetono questa stessa azione più volte. La direzione della sorgente del cibo rispetto all’alveare è indicata dalla corsa in avanti: se questa è verticale verso l’alto, il tragitto da compiere è in direzione del sole; se è verticale verso il basso, bisogna andare in direzione opposta al sole; se è diagonale, la strada è in una direzione spostata a quel dato angolo rispetto alla posizione del sole. Il ritmo con cui viene condotta la danza indica la distanza del luogo in questione rispetto all’alveare: un ritmo lento di 4 danze al minuto indica una distanza di circa 10 chilometri; 16 danze per minuto indicano distanze di circa 1 chilometro.
Il profumo che ricopre il corpo della danzatrice invece fornisce l’indicazione precisa del fiore da ricercare: per questo le api sono in grado di bottinare tutte insieme lo stesso tipo di nettare e produrre così miele monoflora.
Il valore delle api
Le api svolgono un ruolo attivo nel mantenimento della biodiversità e nel ripristino delle aree prossime alla desertificazione, eppure a livello normativo non si sta ancora facendo abbastanza per tutelarle. In soli dieci anni, infatti, l’impatto nocivo dei pesticidi sulle api è raddoppiato e si sentono ancora troppo spesso notizie di interi sciami che vengono decimati dalle sostanze utilizzate nell’agricoltura. Non solo. Le api sono anche minacciate dalla perdita degli habitat naturali e dalla diffusione di nuovi parassiti e patogeni. Basta pensare che dagli anni Novanta ad oggi è stato registrato un calo del 25 per cento del numero di specie di api osservate e, dal 2006, si è notato un aumento della mortalità delle api mellifere superiore al 30 per cento.
Per questo aziende e privati si stanno adoperando per cercare di salvarle. Con il nostro progetto Bee my future, ad esempio, si possono adottare mille api per un anno, contribuendo quindi alla loro tutela e alla conservazione. Quest’anno poi, a partire da maggio e fino a ottobre, Coop promuove la campagna Ogni ape conta, impegnandosi ad ospitare e tutelare oltre un miliardo di api nei campi delle sue filiere ortofrutticole, con un occhio di riguardo per le (meno note) api selvatiche, dette anche solitarie.
Come ogni essere vivente, le api sono dotate di un’intelligenza straordinaria, fondamentale per la nicchia ecologica in cui vivono. Per questo sarebbero ben più di dieci le curiosità di cui parlare. Le loro vite ci insegnano che il lavoro di squadra e la cooperazione sono la chiave per sopravvivere e che ogni essere vivente, per quanto piccolo, ha una forza straordinaria. Ci insegnano a prenderci cura dei nostri affetti e a lavorare ogni giorno con dedizione. Ma ci insegnano anche che, ogni tanto, un pisolino è lecito.
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