A Firenze, i possessori di abbonamento al trasporto pubblico locale possono usare il bike sharing gratis. Una soluzione per ridurre le auto private in città.
10 punti contro lo smog in città secondo Mal’aria 2017 di Legambiente
Zone a limite di velocità 30 km/h, più aree pedonali e pista ciclabili, boschi urbani, una mobilità sempre più a emissioni zero, riqualificazione degli edifici: ecco le proposte anti smog che Legambiente ha lanciato nel dossier Mal’aria 2017.
Nei primi 25 giorni di gennaio ben 9 città italiane hanno sperato il limite giornaliero previsto per il pm10 più di 15 volte (il 40 per cento del numero consentito per tutto l’anno): il dossier Mal’aria 2017 di Legambiente inizia citando dati poco confortanti sull’inquinamento atmosferico. Dati che purtroppo non sorprendono perché confermano l’andamento registrato nel 2016, anno in cui ben 33 città italiane sono risultate fuorilegge con il livello di Pm10, prima fra tutte Torino (con 89 superamenti), seguita da Frosinone (85), Milano e Venezia (entrambe 73). Arrivati a questo punto, come affrontare allora il problema? L’associazione ambientalista ha provato a disegnare le città del domani basandosi su 10 proposte anti-smog e invitando Stato e amministrazioni del territorio ad attivarsi per attuarle.
I primi due punti del dossier Mal’aria 2017
Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta è il primo punto da cui partire: l’obiettivo, ribaltare il rapporto tra gli spazi per i pedoni e quelli per le due ruote e i mezzi pubblici, rispetto a quelli destinati a carreggiate e parcheggi, che oggi occupano l’80 per cento dello spazio pubblico. Via libera dunque ad aree pedonali, piste ciclabili connesse e zone a limite di velocità 30 chilometri orari. A questa operazione segue il punto due, ovvero aumentare il verde in città fino a dar vita a boschi urbani con gli alberi che tutelano il suolo, proteggono la fauna locale e riducono l’inquinamento (5mila piante, in un anno, riescono ad assorbire 228 chili di pm10, ovvero le emissioni prodotte da mille macchine che percorrono circa 20mila km in 12 mesi).
Emissioni zero
Una riduzione dello smog non può esserci però senza un intervento sui mezzi di trasporto ed ecco il punto tre: una mobilità verso emissioni zero. Se le soluzioni ci sono (auto elettriche, ibride, a idrogeno) occorre implementare servizi e infrastrutture come colonnine di ricarica e stazioni di rifornimento per i carburanti alternativi. Da una parte serve poi dare priorità alla mobilità pubblica (da potenziare e rendere più efficiente come si legge al punto 4), dall’altra vietare ai diesel e ai veicoli più inquinanti la circolazione nelle città (punto 5) come ha fatto e continua a fare, ad esempio, Milano che il 13 febbraio ha esteso il divieto di entrare nell’Area C anche ai diesel euro 4 e ha introdotto il ticket per le auto a gpl, metano e bifuel.
Interventi su edifici e industrie
Le altre mosse per diminuire lo smog proposte nel dossier? Road pricing e ticket pricing (ovvero strade a pedaggio e diverse politiche tariffarie sulla sosta), riqualificazione degli edifici pubblici e privati per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti, riscaldarsi senza inquinare, rafforzare i controlli su emissioni auto, caldaie, edifici, intervenire su industrie e aree portuali. Niente è irrealizzabile: la maggior parte delle proposte di Legambiente sono supportate nel dossier da esperimenti diventati realtà in alcune città d’Italia e del mondo. Dunque se non vogliamo più respirare aria nera, non resta che agire.
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