Dopo un mese di razionamenti, sono stati completati i lavori per la condotta provvisoria che porterà l’acqua dal fiume alla diga di Camastra, ma c’è preoccupazione per i livelli di inquinamento.
10 vittorie ambientali che non sapevi fossero “made in Europe”
Dal divieto di utilizzo della plastica monouso alla messa al bando dei pesticidi pericolosi per le api, sono molte le decisioni prese grazie al Parlamento europeo in materia di ambiente. Scopriamone dieci in vista delle elezioni del 26 maggio.
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Domenica 26 maggio si vota per le elezioni europee. Alle precedenti votazioni di cinque anni fa l’affluenza nel nostro paese è stata molto bassa, pari al 57,2 per cento. Oltre al “calo di fiducia nell’istituzione democratica da parte dei cittadini” di cui parla Bruno Marasà, direttore dell’Ufficio di Milano del Parlamento europeo, il problema è che alcuni elettori non si rendono conto di come il Parlamento sia l’unica istituzione dell’Unione europea (Ue) per cui si può votare direttamente, né sanno che molte delle scelte che hanno cambiato la nostra quotidianità non sono state approvate a Roma, bensì fra Strasburgo e Bruxelles. Scopriamo le dieci piccole, grandi rivoluzioni avviate dall’Ue nell’ambito della tutela ambientale.
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1. Stop alla plastica monouso
Il Parlamento europeo ha chiesto agli stati membri dell’Unione di seguire l’esempio dell’Italia, che per prima ha vietato l’utilizzo di cotton fioc e sacchetti di plastica. Dal 2021 in Europa sarà vietata la vendita di articoli in plastica monouso, compresi cannucce, piatti e posate. Inoltre tutta la plastica dovrà essere riciclabile entro il 2030, misura che offrirà anche nuove opportunità di innovazione, competitività e professionalità: secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, la lotta ai cambiamenti climatici garantirà occupazione a circa 18 milioni di persone.
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2. Energia rinnovabile e pulita
Con il pacchetto Clean energy for all Europeans, l’Ue ha garantito “ai cittadini europei, alle autorità locali, ai piccoli imprenditori e alle cooperative il diritto di produrre, consumare, immagazzinare e vendere l’energia rinnovabile autoprodotta, senza essere per questo soggetti a sanzioni fiscali o oneri burocratici eccessivi”, rendendo così ciascuno partecipe della transizione energetica. Inoltre, l’accordo raggiunto da Parlamento, Commissione e Consiglio stabilisce che circa un terzo della domanda complessiva di energia in Europa dovrà essere soddisfatto da fonti rinnovabili entro il 2030: in Italia dovranno comporre il 30 per cento del mix energetico.
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3. Emissioni di CO2 ridotte
“L’inquinamento atmosferico è un assassino invisibile”. Sono le inquietanti parole di Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente. Ha ragione: nel 2015 le concentrazioni di pm2,5 – fra le più pericolose polveri sottili – hanno causato circa 422mila morti premature in 41 paesi europei, di cui circa 391mila nei 28 stati membri dell’Unione. Per questo l’obiettivo è diminuire le emissioni di CO2 del 40 per cento nei prossimi dieci anni. Per raggiungerlo “sono state adottate decisioni di grande importanza in materia di trasporti e sono stati formulati degli obiettivi vincolanti per la riduzione del 30 per cento entro il 2030 delle emissioni dei veicoli pesanti”, spiega Marasà.
4. Biodiversità protetta
Pochi sanno che l’Unione europea ha creato la più ampia rete ecologica globale, Natura 2000, che comprende zone speciali di conservazione designate dai paesi membri (in Italia coprono complessivamente il 19 per cento del territorio terrestre e quasi il 4 per cento di quello marino) ed istituisce un regime di rigorosa tutela delle specie vegetali e animali gravemente minacciate con l’obiettivo di proteggere non solo gli habitat naturali, ma anche quelli semi-naturali come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli.
Un’altra importante vittoria per la biodiversità è la firma dell’accordo – stipulato dall’Europa con gli Stati Uniti ed altre sette nazioni – che vieta la pesca commerciale nelle acque dell’Artico per almeno sedici anni, così da garantire la salvaguardia di un’area di 2,8 milioni di chilometri quadrati rimasta finora inaccessibile.
5. Al bando i pesticidi pericolosi per le api
70 colture alimentari su 100 sono impollinate dalle api, che quindi sono responsabili del 90 per cento della nutrizione mondiale. È evidente dunque che il declino della specie sia preoccupante. Per impedirlo, in Europa è vietato l’utilizzo all’aperto di tre pesticidi neonicotinoidi – l’imidacloprid, il clothianidin e il thiamethoxam – la cui pericolosità nei confronti degli insetti impollinatori è stata confermata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Va precisato che in alcuni paesi, tra cui la Francia, i neonicotinoidi sono stati banditi integralmente. Anche per questo è importante recarsi a votare: per avere leggi più stringenti. Anche perché, ricorda Marasà, un gruppo di “almeno un milione di abitanti di almeno sette paesi europei può richiedere modifiche legislative”.
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6. Acqua sicura
Proprio grazie all’iniziativa Right to water di 1,8 milioni di cittadini, il Parlamento europeo ha concesso delle modifiche alla direttiva sulle acque che tutela fiumi, laghi ed ecosistemi ad essi correlati, con l’obiettivo di rendere le risorse idriche a disposizione dei singoli ancora più sicure tramite l’aggiornamento degli standard di qualità affinché tengano conto di possibili contaminazioni da sostanze chimiche o microplastiche.
7. Più efficienza per l’irrigazione agricola
Nel febbraio di quest’anno sono state approvate una serie di proposte legislative per contrastare la siccità facilitando il riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione agricola: gli scarichi urbani, dopo il trattamento in un impianto di bonifica, vanno sfruttati per irrigare colture alimentari e non. “A Milano c’è il depuratore di Nosedo, che soddisfa tutti gli standard europei, dove le acque reflue che i milanesi producono ogni giorno vengono impiegate per uso irriguo”, racconta Marasà. “Potremmo potenzialmente riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi di acqua entro il 2025 rispetto agli attuali 1,1 miliardi di metri cubi all’anno”, conclude la parlamentare Simona Bonafè.
8. 100% biologico
Come dimostrano i dati del quinto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate, gli italiani sono sempre più attratti dai prodotti biologici. E la nostra penisola ne è davvero ricca. Al fine di garantirne la qualità e di regolamentarne la vendita, l’Unione europea ha fissato un quadro normativo: nelle coltivazioni e negli allevamenti certificati è vietato l’utilizzo di qualsiasi tipo di organismo geneticamente modificato, la produzione vegetale deve rispettare la fertilità del suolo e prevenire i danni con metodi naturali, mentre quella animale deve garantire il benessere dei capi allevati e nutriti con mangimi bio.
9. No allo spreco alimentare: basta cibo nella spazzatura
Uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è l’eradicazione della fame nel mondo. Difficile raggiungerlo, però, se una grossa parte del cibo che viene prodotto finisce nella spazzatura: ogni italiano ne getta in media 100 grammi al giorno. Nell’Ue la cifra sale ad 88 milioni di tonnellate all’anno con una perdita economica di circa 143 miliardi di euro. Al fine di risolvere questo problema il Parlamento europeo ha chiamato all’appello tutti gli stati membri, che devono presentare programmi di prevenzione dello spreco alimentare, incoraggiare la donazione degli avanzi e sensibilizzare i consumatori sul significato della dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. I risultati verranno costantemente monitorati per accertarsi che lo spreco sia dimezzato entro il 2030.
10. Vietato l’olio di palma nei biocarburanti
In Indonesia, habitat degli oranghi, ogni anno circa 800mila ettari di foresta vengono rasi al suolo: una delle cause principali è la coltivazione industriale di palma da olio. Per questo le istituzioni europee hanno vietato l’utilizzo di quest’ultimo nei biocarburanti a partire dal 2030. Si tratta di un grande passo avanti nella tutela di ecosistemi preziosi, tuttavia associazioni ambientaliste come Greenpeace sostengono che il divieto sarebbe dovuto entrare in vigore molto prima e che non sia sufficiente, tant’è che il settore alimentare ha in questo caso anticipato le direttive Ue per soddisfare le richieste dei consumatori che non intendono più consumare prodotti contenenti olio di palma.
Leggi anche: Un film per conoscere il dramma degli oranghi condannati dall’olio di palma
Il domani appartiene a coloro che vi si preparano oggi.Proverbio africano
Parlamento europeo, la campagna Stavolta voto
La campagna stavoltavoto.eu fa leva proprio sul fatto che ormai molte delle questioni più vicine alle persone, tra cui quelle appena elencate, si discutono e decidono a Strasburgo e non all’interno delle assemblee parlamentari nazionali. Come recita un proverbio africano, “il domani appartiene a coloro che vi si preparano oggi”: andare a votare significa disegnare la mappa del proprio futuro e, come abbiamo visto, cercare di garantirne uno al pianeta.
LifeGate seguirà gli aggiornamenti, i risultati e i dati sull’affluenza in diretta a partire dal pomeriggio di domenica 26 maggio.
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