Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
10mila bambini siriani non rispondono più all’appello
Quando si scrive di guerra e di conflitti armati, una delle cose meno citate e affrontate è il ruolo dei bambini. Non perché non faccia notizia o non sia una cosa importante, ma perché chi scrive – non solo chi legge – non vuole farsi coinvolgere emotivamente in una storia straziante e difficile da trattare e
Quando si scrive di guerra e di conflitti armati, una delle cose meno citate e affrontate è il ruolo dei bambini. Non perché non faccia notizia o non sia una cosa importante, ma perché chi scrive – non solo chi legge – non vuole farsi coinvolgere emotivamente in una storia straziante e difficile da trattare e raccontare in modo lucido, oggettivo.
La notizia, data dagli ispettori delle Nazioni Unite (Onu) attraverso un rapporto, è che “mancano all’appello” almeno 10mila bambini siriani. Questo non vuol dire solo che non vanno a scuola, che non possono scoprire, imparare e studiare. Significa che sono rimasti vittime dirette della guerra civile che da quasi tre anni sta devastando la Siria.
Cosa dice il rapporto sul regime
Il rapporto, presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu dalla rappresentante speciale per i bambini e i conflitti armati Leila Zerrougui, affronta diversi aspetti. Il primo riguarda proprio il numero di morti causati da entrambi le parti in conflitto, forze armate del regime di Bashar al-Assad e ribelli che sostengono l’opposizione. Pur non indagando sulle responsabilità, le prove non possono che sollevare una discussione su come perseguire le persone che si sono macchiate di uno dei crimini di guerra più gravi.
Il secondo aspetto riguarda l’uso fatto dei bambini dalle forze governative: usati e detenuti per spingere i parenti “ribelli” ad arrendersi o confessare. Il rapporto si sofferma anche sulle violenze subite dai bambini durante la detenzione. Il governo siriano, ovviamente, ha negato tutto attraverso le parole del viceministro degli Esteri Fayssal Mekdad: “Nego categoricamente che bambini siano stati detenuti. Sono solo voci”.
Cosa dice sui ribelli
Anche l’opposizione è coinvolta. L’ultima accusa, infatti, riguarda la Free Syrian Army che avrebbe reclutato bambini tra le proprie fila per attività militari. Sembra che l’arruolamento di minori non sia stato pensato in modo sistematico, ma i responsabili non avrebbero nemmeno attivato procedure per verificare l’età dei ragazzi. Anche in questo caso, un portavoce del Consiglio militare supremo dei ribelli che si fa chiamare Omar Abu Leila ha dichiarato che non crede al rapporto “perché il numero di combattenti per la Free Syrian Army è molto alto, quindi non c’è nessuna necessità di usare bambini”.
La guerra civile in Siria, cominciata nel marzo del 2011, ha già causato più di 120mila morti e non sembra volgere alla conclusione nonostante a Ginevra, in Svizzera, siano in corso negoziati di pace tra governo e opposizione con la mediazione di alti funzionari dell’Onu.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Sono 48 milioni i bambini migranti, rifugiati o deportati in tutto il mondo. A denunciare le cifre è un rapporto dell’Unicef.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.
Presente al corteo l’attivista svedese ha detto: “Non puoi dire di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli emarginati”.