L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
20 città che rischiano di restare senz’acqua entro il 2050
Dagli Stati Uniti all’Afghanistan, queste sono le città che non avranno acqua a sufficienza nel 2050 a causa dei cambiamenti climatici, secondo uno studio su Nature.
Città del Capo sarà probabilmente la prima, ma difficilmente rimarrà sola. La metropoli sudafricana vivrà presto il suo Day zero, ovvero il giorno in cui giorno in cui le riserve d’acqua saranno talmente basse da costringere le autorità a interrompere l’erogazione. Nei giorni scorsi, le autorità sudafricane hanno proclamato lo stato di catastrofe naturale. Una situazione drammatica, figlia di un’ondata di siccità eccezionale che si è abbattuta sulla regione, conseguenza a sua volta dei cambiamenti climatici in atto. E che potrebbe diventare realtà, nel prossimi decenni, in numerose altre grandi città.
Le risorse idriche diminuiranno e la domanda crescerà
Entro il 2030, infatti, il mondo dovrà fare i conti con un calo delle risorse idriche che potrebbe essere pari al 40 per cento, rispetto ai livelli attuali. Al contempo, l’incremento demografico comporterà un continuo aumento della domanda, quest’ultima legata anche al processo di urbanizzazione che è destinato ad intensificarsi. Tutto ciò, secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, farà sì che una ventina di metropoli in tutto il mondo potrebbero trovarsi prive di un sufficiente approvvigionamento idrico. Cifra destinata ad arrivare ad un centinaio entro il 2050.
The global urban population will double by 2050.
We need to dramatically rethink urbanism & its governance. This means designing cities for people, not cars. It also means investing in resource-efficient buildings, transport, energy, water & waste systems. https://t.co/QUL6exNOEr— UN Environment (@UNEP) January 29, 2018
L’analisi, intitolata “Water competition between cities and agriculture driven by climate change and urban growth” è stata curata da Martina Flörke e Christof Schneider, del Centro di ricerca sui sistemi ambientali dell’università di Kassel, in Germania, e da Robert I. McDonald, dell’associazione ambientalista The Nature Conservancy. Nel testo vengono citate città statunitensi come Los Angeles, Phoenix, San Diego e Long Beach, ma anche Caracas, Porto Alegre, San Salvador e Lima in America Latina. E ancora Jodhpur e Jaipur in India, Luanda in Angola, Karachi in Pakistan e Kabul in Afghanistan.
L’acqua mancherà da Los Angeles a Kabul, da Lima a Luanda
In tali metropoli le autorità saranno obbligate ad adottare misure draconiane, con diminuzioni nel consumo di acqua che potranno arrivare fino a 150 litri d’acqua al giorno per ciascun abitante ogni anno. Per comprendere le cifre, basti pensare che il consumo medio di acqua potabile di una famiglia in Italia è di circa 175 litri (dato riferito al 2011).
Nello scenario previsto dagli autori dello studio, il riscaldamento climatico renderà sempre più frequenti gli episodi di siccità. Ma a creare problemi saranno anche le precipitazioni improvvise e violente: le falde acquifere non saranno in grado di riempirsi in modo graduale e l’acqua tornerà negli oceani senza poter garantire la continuità di approvvigionamento di cui necessitano i corsi d’acqua. D’altra parte, una previsione dello Stockholm International Water Institute (Siwi) ha indicato che nel 2030 il 47 per cento della popolazione mondiale potrebbe avere problemi di scarsità di acqua.
Il climatologo: “In molte aree già superato il picco idrico”
Inoltre, come riferito dal quotidiano francese Novethic, la maggior parte della superficie terrestre ha già superato quella che il climatologo Peter Gleick ha battezzato il “picco idrico”. L’esperto, parlando all’agenzia Afp, ha spiegato che già oggi, “molte persone vivono in luoghi nei quali utilizzano tutta l’acqua rinnovabile e, cosa ancor peggiore, si riforniscono pompandone da falde sotterranee non rinnovabili”.
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