La vulnerabilità delle foreste in Italia è in aumento, cosa fare per monitorare il fenomeno e intervenire per migliorare la resistenza e la resilienza.
Perché il 2020 è l’Anno internazionale della salute delle piante
Il 2020 è stato proclamato Anno internazionale della salute delle piante dalle Nazioni Unite. L’obiettivo? Ricordarci che dal mondo vegetale dipende la vita sulla Terra.
Le piante ricordano. Probabilmente, allora, quelle che riusciranno a sopravvivere alle fiamme che stanno divorando le foreste australiane ricorderanno per sempre l’orrore cui stanno assistendo. Ma le piante sono forti. Lo dimostrano le struggenti fotografie scattate da Mary Voorwinde a Kulnura, nel Nuovo Galles del Sud. Nella lingua degli aborigeni, Kulnura significa “con vista sul mare” o “fra le nuvole”. Due concetti perfetti per descrivere la sua delicata bellezza: vista dall’alto, colpisce per la mescolanza di sfumature verde brillante che la fanno sembrare un’oasi fiabesca, con tanto di qualche villetta con piscina che susciterebbe l’invidia di qualunque fata. Qualcosa di magico, lì, si nasconde veramente. Nonostante il fuoco l’abbia privata dei suoi colori, annerendo il brulicante mondo che vi s’annidava, gli abitanti della foresta sono risorti dalle proprie ceneri come fenici. Germogli dai toni sgargianti hanno saputo insinuarsi fra le crepe di cortecce bruciate, sono spuntati da terreni riarsi, facendosi largo tra le foglie rinsecchite. Le piante vanno alla spasmodica ricerca della vita. E dalla loro, dipende la nostra.
Che cosa fanno le piante per ognuno di noi
Per questo il 2020 è stato proclamato Anno internazionale della salute delle piante (Iyph). L’obiettivo di quest’iniziativa, proposta dal governo della Finlandia e sposata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), è quello di ricordare quanto noi dipendiamo dal mondo vegetale. Da lì proviene più dell’80 per cento delle risorse alimentari che consumiamo, così come il 98 per cento dell’ossigeno che respiriamo. Gli ecosistemi forestali svolgono servizi di fondamentale importanza, forniscono materie prime, sono culle di biodiversità.
Plants are the food we eat and the air we breathe.
Without them there is no us!
Watch to find out how we can all support #planthealth ? pic.twitter.com/SbdXnuQbj8
— FAO (@FAO) January 6, 2020
“Un famoso botanico russo […] scriveva che i vegetali dovrebbero essere considerati come l’anello i congiunzione fra il Sole e la Terra”, riporta Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, nel suo libro La nazione delle piante. Senza quest’ultime, “infatti, l’energia del Sole non sarebbe trasformata nell’energia chimica che alimenta la vita. Non solo. Esse svolgono un continuo lavoro di disinquinamento assorbendo e degradando molti dei composti contaminanti prodotti dall’uomo”.
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Tutelare l’integrità delle piante, quindi, può contribuire a raggiungere molti degli Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite, tra cui: sfamare il mondo e sradicare la povertà, salvare il clima, preservare la vita sulla terraferma e negli oceani, costruire città sostenibili dato che la forestazione urbana, ovvero l’inclusione del maggior numero possibile di organismi vegetali nei centri urbani, si sta rivelando una strategia fondamentale nella lotta contro il riscaldamento globale.
Le minacce che incombono su di loro
Questo dimostra come il concetto di salute sia trasversale: non riguarda soltanto l’essere umano, anzi, tutti gli organismi viventi sono interconnessi e dal benessere dell’uno dipende quello dell’altro. Il benessere delle persone e quello della Terra sono una cosa sola. “Come per la salute umana o animale, anche per le piante prevenire è meglio che curare”, sottolinea il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. Ogni anno fino al 40 per cento delle coltivazioni mondiali viene distrutto da parassiti, con conseguenti perdite commerciali di oltre 220 miliardi di dollari e milioni di persone ridotte alla fame. “I cambiamenti climatici e le attività umane stanno alterando gli ecosistemi, riducendo la biodiversità e creando condizioni ideali per lo sviluppo di parassiti”, spiegano gli esperti della Fao. In Italia sappiamo bene come la xylella stia decimando i nostri ulivi. “Allo stesso tempo, nell’ultimo decennio il volume dei viaggi e del commercio internazionale è triplicato e può diffondere rapidamente malattie in tutto il mondo, causando gravi danni alle piante autoctone e all’ambiente”.
Le iniziative per l’Anno internazionale della salute delle piante
La Convenzione internazionale per la protezione delle piante collaborerà con le Nazioni Unite per assicurare il successo del progetto. Sono in programma svariati eventi all’estero e in Italia dove, in particolare, segnaliamo le iniziative previste per la Giornata mondiale dell’alimentazione del 16 ottobre 2020. Sul sito della Fao si trovano consigli su come contribuire a tutelare la salute degli organismi vegetali ed è possibile partecipare ad un concorso fotografico, rivolto a dilettanti e professionisti, condividendo foto di piante in buona e in cattiva salute. Tutti, comunque, sono invitati a diffondere contenuti sui social con l’hashtag #PlantHealth.
Dal mondo vegetale c’è molto da imparare
È tra le foglie, nel profumo di resina, che si trova la chiave per la nostra salvezza. Sia per un’alimentazione sostenibile, sia per assorbire la CO2 della quale, dal canto nostro, possiamo (e dobbiamo) ridurre la produzione. Le piante sopravvivono da miliardi di anni. Da loro possiamo trarre l’elisir di lunga vita che, in fin dei conti, non è una pozione magica impossibile da formulare: si tratta, semplicemente, di imparare a vivere in armonia con l’ambiente che ci circonda.
“Per le piante, una delle principali conseguenze dell’essere radicate al suolo sta nel poter contare, ai fini dell’approvvigionamento delle risorse nutritive o idriche, sui soli nutrienti disponibili nel volume di suolo esplorabile dalle radici”, scrive ancora Mancuso. “Non potendosene andare in giro, come fanno gli animali, alla ricerca di territori nuovi da sfruttare quando il cibo scarseggia, le piante hanno imparato a convivere con la finitezza delle risorse e a modulare lo sviluppo. […] Riducono la loro taglia, si ispessiscono, si assottigliano, si avvolgono, curvano, salgono, strisciano, modificano la forma del loro corpo, interrompono la loro crescita, fanno tutto ciò che è necessario perché il loro equilibrio con l’ambiente sia il più stabile possibile. Qualcosa che dovremmo al più presto iniziare a fare anche noi, magari ispirandoci con umiltà al comportamento delle nostre amiche piante”.
Fra i buoni propositi per il 2020, quindi, non c’è soltanto l’impegno a proteggere questi magnifici esseri che sono molto più intelligenti di quanto pensiamo: c’è anche il tentativo di assomigliare loro un po’ di più.
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