Il 2020 potrebbe risultare l’anno più caldo mai registrato sulla Terra. Benché ancora soltanto ad aprile, la Noaa – Agenzia americana per l’osservazione oceanica e atmosferica – ha fornito infatti le sue prime previsioni sul possibile andamento della temperatura media globale durante l’anno in corso. Ebbene, se la tendenza dovesse rimanere invariata, “al 75 per cento il 2020 terminerà con un record assoluto”.
There is a 75% chance 2020 will set a record for the warmest year since instrument records began in 1880.
This will bring real life consequences for people everywhere. We have to step up the fight. https://t.co/haBzp8uu06
Al 99% il 2020 figurerà tra i 5 anni più caldi di sempre
Ma anche qualora l’anno non dovesse risultare il più caldo in assoluto, al 99 per cento figurerà tra i primi cinque della storia. Una previsione che, di fatto, è in linea con il servizio europeo Copernicus. Quest’ultimo ha già sottolineato, infatti, che nel mese di marzo del 2020 i dati relativi alla temperatura media nel mondo sono stati particolarmente elevati, secondi nella storia soltanto al marzo del 2016.
Nulla cambierà, inoltre, per via del confinamento. Se è vero che le emissioni di gas ad effetto serra si prevedono in contrazione, su base annua, del 5,5 per cento nel mondo, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera terrestre non diminuirà. Servirebbe infatti molto di più, e per un periodo di tempo molto più lungo, per far sì che il lockdown possa incidere sul clima della Terra. L’inerzia climatica fa sì, infatti, che gli effetti dei gas che disperdiamo si protraggano su numerosi decenni.
🌡️Globally, it was on a par with the second and third warmest Marches in our record 🌡️In Europe, well above average around the Baltic sea and in the east but average or below in the west
Senza dimenticare che la riduzione delle emissioni derivante dalla crisi del coronavirus sarà soltanto temporanea. Anzi, il rischio è che la ripresa venga effettuata “ad ogni costo”. Anche mettendo da parte i paletti che, faticosamente, sono stati fin qui fissati in termini di salvaguardia del clima.
L’appello di António Guterres per una ripresa sostenibile
Proprio per questa ragione il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha pubblicato un appello sul New York Times. Nel quale ricorda che il Pianeta è sul punto di fronteggiare uno stravolgimento “devastante” del clima. E per questo chiede ai governi di imporre una ripartenza “più sostenibile”, che sarebbe tra l’altro benefica per l’economia mondiale.
Addressing the climate crisis and #COVID19 simultaneously requires a response stronger than any seen before to safeguard the the planet and protect people everywhere.
In termini concreti, Guterres ha proposto una serie di azioni alle nazioni di tutto il mondo: incremento degli investimenti pubblici nella “decarbonizzazione”, fine delle sovvenzioni alle energie fossili, introduzione di una “carbon tax”, no al salvataggio delle industrie inquinanti, integrazione dei rischi climatici negli investimenti. La parola, ora, passa ai governi.
Abbiamo perso 2,6 milioni di renne per colpa dei cambiamenti climatici. “Al momento non vediamo la luce in fondo al tunnel”, avvertono gli scienziati della Noaa.
Gli studi più recenti sul riscaldamento globale fotografano una realtà preoccupante. Ancor più di quanto previsto dal Quinto rapporto dell’Ipcc del 2014.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
Durante la cerimonia di apertura della Cop29 il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato un nuovo accorato appello affinché si agisca sul clima.