“Sfidare le contraddizioni” è stato il tema della 12ma edizione del Salone della Csr: circa 270 le organizzazioni coinvolte nei dibattiti.
Nel 2021 Pechino ha soddisfatto per la prima volta i requisiti sulla qualità dell’aria
L’anno scorso, le polveri sottili nella capitale cinese sono finalmente scese sotto la soglia massima fissata dalle autorità statali.
- Nel 2021 le polveri sottili a Pechino sono mediamente scese sotto la soglia dei 35 microgrammi per metro cubo fissata dal governo cinese.
- Il miglioramento è dipeso dagli sforzi compiuti dall’amministrazione locale nell’ultimo decennio, anche in vista dei Giochi olimpici invernali del 2022.
- Per arrivare a rispettare gli standard imposti dall’Organizzazione mondiale della sanità, serviranno ulteriori investimenti nelle fonti rinnovabili di energia.
Mancano ormai pochi giorni ai XXIV Giochi olimpici invernali che si terranno a Pechino, capitale della Cina, dal 4 al 20 febbraio 2022, seguiti nel mese di marzo dalle Paralimpiadi. La speranza è che, questa volta, gli atleti possano respirare un’aria più salubre.
Nel 2021, infatti, l’inquinamento nella metropoli da oltre venti milioni di abitanti è diminuito: per la prima volta da quando sono iniziate le misurazioni, è stata capace di rispettare gli standard previsti dalle autorità cinesi. La media annuale di PM2,5 – polveri sottili fra le più pericolose – si è attestata sui 33 microgrammi per metro cubo, al di sotto del limite di 35 microgrammi vigente nella nazione asiatica.
L’inquinamento a Pechino
Va detto che l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un valore nettamente inferiore, pari a 5 microgrammi. Questo indica che c’è ancora molto lavoro da fare, ma considerando che le polveri sottili sono diminuite del 13 per cento rispetto all’anno precedente, la direzione sembra essere quella giusta.
Anche se l’inquinamento resta un grave rischio per la salute dei cittadini, “i miglioramenti sono reali e si stanno verificando nella cintura industriale che circonda Pechino, come nel resto del paese”, ha dichiarato Lauri Myllyvirta, analista del Centro per la ricerca sull’energia e sull’aria pulita, all’agenzia di stampa Reuters.
Il passaggio all’energia pulita
Nel 2021, gli abitanti di Pechino hanno potuto ammirare l’azzurro del cielo per quasi quattro mesi in più rispetto al 2013. Yu Jianhua, vicecapo dell’Ufficio per la protezione ambientale, ha lodato gli sforzi compiuti dalla sua città nell’ultimo decennio, definendoli “senza precedenti”. Lo conferma il fatto che, nel 2016, le polveri sottili nei mesi più freddi arrivavano a raggiungere una concentrazione di 500 microgrammi per metro cubo, a causa degli impianti di riscaldamento alimentati a carbone.
Negli ultimi anni, le amministrazioni della capitale e della circostante provincia di Hebei si sono impegnate a passare a fonti di energia meno inquinanti e hanno piantato un grande numero di alberi in tutta la regione. Hanno adottato ulteriori misure per ridurre l’inquinamento derivante dal settore dei trasporti e imposto ad acciaierie e altre industrie l’adozione di sistemi di controllo delle emissioni. Si è trattato dei primi passi, ora per vincere la gara serve accelerare il ritmo e proseguire con coraggio, senza più intoppi né ripensamenti. Proprio come gli atleti alle Olimpiadi.
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