Mancano 3.700 GW per centrare l’obiettivo di triplicare le rinnovabili, secondo Ember. Ma ora c’è chi teme un rallentamento della crescita solare dopo anni.
Cambio epocale, per la prima volta nella storia a partire dal 2030 la domanda di energia inizierà a diminuire
Crescita inarrestabile di rinnovabili, efficienza energetica e gas, in picchiata petrolio e carbone. Lo scenario energetico di DNV GL dei prossimi decenni che registrerà anche un calo della domanda di energia a livello mondiale.
Nei prossimi anni il settore dell’energia verrà stravolto: meno petrolio, più efficienza e rinnovabili. A sottolinearlo è il nuovo report – “Energy Transition Outlook 2017” – pubblicato da DNV GL, azienda norvegese che opera nel settore marittimo, dell’oil&gas e dell’energia rinnovabile. Una volta ancora, analisti evidenziano quanto il passaggio all’energia rinnovabile sarà rapido e considerevole senza richiedere tuttavia ingenti risorse ma spendendo esattamente quanto già si investe nell’energia.
Il declino della domanda di energia a livello globale
Nelle previsioni di DNV GL uno dei più grandi cambiamenti che dovremmo affrontare nel prossimo futuro è che, per la prima volta nella storia umana, a partire dal 2030 la domanda globale di energia rallenterà. Fino a quel momento gli analisti si attendono una crescita della domanda di energia che poi tenderà ad appiattirsi. Tra le cause dell’appiattimento della curva il rallentamento della crescita della popolazione mondiale e della produttività. Altri fattori che avranno influenza sul fenomeno saranno l’incremento dell’utilizzo dell’elettricità – proiettata a crescere del 140 per cento nel medio periodo – soprattutto nei settori del riscaldamento e del trasporto e la crescita dell’efficienza energetica e delle rinnovabili grazie a tecnologie sempre più efficienti, a costi sempre più bassi. “La crescente elettrificazione – si legge nel rapporto – in combinazione con la crescita delle rinnovabili renderà il sistema energetico più efficiente dal punto di vista energetico, portando a importanti risparmi energetici”.
La fine del petrolio
Secondo il modello di analisi sviluppato da DNV GL, anche il settore del petrolio e del gas beneficeranno di innovazioni che ne ridurranno i costi ma il comparto non riuscirà a tenere il ritmo di quello che accadrà nel settore del solare e dell’eolico. Di conseguenza, le fonti rinnovabili si espanderanno fino a raggiungere il 44 per cento dell’approvvigionamento energetico primario entro il 2050 e l’85 per cento dell’approvvigionamento elettrico, mentre la quota di energia elettrica sulla domanda totale di energia aumenterà drasticamente dal 18 per cento di oggi al 40 per cento atteso nel 2050.
Il gas naturale sarà l’unico combustibile fossile che registrerà una crescita (dal 14 per cento di ora fino al suo picco nel 2035), mentre la domanda petrolifera diminuirà del 38 per cento e il carbone del 73 per cento entro il 2050. DNV GL stima che la domanda di petrolio si appiattirà tra il 2020 e il 2028. “Non molto diverso da quello che Shell e Statoil hanno detto che si aspettano –, ha osservato Sverre Alvik, che in DNV GL si occupa di ricerca strategica.
Veicoli elettrici sempre più competitivi
Dal rapporto emerge un’enorme fiducia nelle possibilità di crescita del settore dei veicoli elettrici che saranno più competitivi grazie alle loro sempre migliori prestazione e a minori costi. DNV GL prevede che la parità dei costi con i veicoli a combustione interna avverrà entro il 2022 mentre entro il 2033 il 50 per cento delle nuove vendite di veicoli leggeri sarà costituita da auto elettriche. “Questo è un cambiamento che sembra ragionevole”, afferma Paul Gardner, ingegnere che ha curato parte delle analisi del rapporto.
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La transizione non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi di Parigi
Le implicazioni della transizione energetica per il settore energetico come emergono dal rapporto di DNV GL sono ovviamente enormi, una su tutte la concorrenza che aumenterà. “Il mercato energetico diventerà molto più competitivo e costoso”. Per contro una domanda più limitata, l’investimento complessivo in energia non dovrà aumentare, nonostante la transizione. “Gli investimenti importanti devono essere fatti –, spiega Gardner, – ma la quantità di denaro che il mondo spende sull’energia non cambia molto. Il numero totale sarà inferiore rispetto al PIL. Questa è una piacevole sorpresa: siamo in grado di permetterci la transizione”. Ma attenzione, nonostante tutti questi cambiamenti, gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima rimangono lontani. “Sforzi ancora più straordinari saranno richiesti al settore dell’energia per affrontare la sfida del cambiamento climatico” ha concluso Alvik.
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