Se nel continente le auto elettriche supereranno il 50 per cento del totale circolante nel 2032, da noi l’obiettivo si raggiungerà con 4 anni di ritardo.
Nel 2033 si venderanno più auto elettriche rispetto a quelle a benzina e diesel
Uno studio di Ernst & Young anticipa il sorpasso di cinque anni. E nel 2045 solo una vettura venduta su cento sarà alimentata da combustibili fossili.
Le auto elettriche hanno già messo la freccia, in vista del sorpasso su quelle alimentante a combustibili fossili che avverrà prima del previsto. Ovvero nel 2033, sostiene Ernst & Young, con un anticipo di cinque anni rispetto alle previsioni iniziali: l’outlook sul mercato globale delle quattro ruote presentato dal gigante mondiale della consulenza, stima che fra 12 anni si venderanno più vetture a batteria che mezzi tradizionali; mentre già nel 2028 le elettriche conquisteranno oltre la metà del mercato complessivo europeo.
L’Europa traina la rivoluzione delle auto elettriche
Sarà proprio il nostro continente a fare da capofila di questa rivoluzione, almeno in una prima fase. Sul mercato cinese e su quello americano, ad esempio, le auto alimentate a batteria raggiungeranno una quota di mercato superiore al 50 per cento rispettivamente nel 2033 e nel 2036; fino al 2031 l’Europa guiderà il mercato dalle elettriche, per poi essere superata da Pechino tra il 2032 e il 2050. A livello globale, l’analisi mostra anche che entro il 2045 le vendite di nuovi veicoli non elettrici si ridurranno a meno dell’1 per cento dell’intero mercato globale.
A trainare in questa prima fase il vecchio continente sono gli investimenti miliardari e i piani strategici di tutti i big del settore, ma anche alcune scelte messe in campo a Bruxelles. A partire dagli standard sulle emissioni che stanno accelerando la svolta verde del comparto, senza dimenticare che pochi giorni fa la Commissione europea ha annunciato lo stop alla vendita – a partire dal 2035 – di auto e furgoni alimentati con combustibili fossili: ora il nuovo piano dovrà essere negoziato con il Parlamento europeo ed essere approvato dai 27 paesi, e la trattativa si annuncia tutt’altro che facile. Certo è, come spiega Randall Miller di Ernst & Young, che “un mix di modifiche ai comportamenti dei consumatori, ambiziose normative incentrate su clima ed evoluzione tecnologica sta per cambiare per sempre il mercato dell’auto. E l’impatto di questo cambiamento sismico sta arrivando prima di quanto molti si aspettassero”.
Con la pandemia è cambiato l’orientamento dei consumatori
Un recente studio, oltretutto, ha evidenziato che entro il 2027 si abbatterà un altro grande tabù che riguarda l’auto elettrica: quello del costo di acquisto superiore ai veicoli con motorizzazioni tradizionali. E un’altra spinta può arrivare dalla pandemia, che ha convinto molte persone – prima scettiche – a rivalutare l’idea di possedere un mezzo a quattro ruote. Pubblicato nel novembre del 2020, l’EY Mobility consumer index ha evidenziato come quasi un terzo delle persone che attualmente non possiedono un auto preveda di acquistarne una nell’arco di sei mesi; la metà di questi, oltretutto, sono millennial, una generazione decisamente più sensibile ai temi della difesa dell’ambiente e del contenimento delle emissioni.
“La nuova prospettiva – aggiunge Miller – ha anche implicazioni per governi e utility energetiche in termini di infrastrutture e generazione e stoccaggio di elettricità. Le organizzazioni lungimiranti stanno già utilizzando questi dati per aiutare a garantire una transizione graduale verso il nuovo mercato dominato dai veicoli elettrici”. Già oggi, d’altronde, sia tra i possessori che tra i non possessori di automobili uno su tre privilegerebbe un motore a basso impatto ambientale per il prossimo acquisto di una vettura.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La decarbonizzazione delle flotte in leasing porterebbe sul mercato 20 milioni di auto elettriche usate in più, con prezzi e chilometraggi contenuti.
Sistemi di ricarica integrati nei marciapiedi, wireless, induzione elettromagnetica: la tecnologia è sempre più al centro delle infrastrutture del futuro.
Mentre l’Ue rimanda la decisione sullo stop alle auto più inquinanti al 2035, uno studio evidenzia i rischi connessi a una transizione troppo accelerata.
In Italia il 78 per cento dei consumatori vuole passare all’auto elettrica, anche per la crescita dei costi del rifornimento per benzina e diesel.
Intervista a Claudio Spinaci, presidente dell’Unione energie per la mobilità: le soluzioni in campo vanno portate sul piano della neutralità tecnologica.
Si anima il dibattito sulle conseguenze del caro energia: un anno fa per un’auto elettrica si risparmiava fino al 70 per cento, ma ora il quadro è mutato.
L’obiettivo è far valere le istanze delle regioni nel percorso verso la decarbonizzazione del mondo delle auto, garantendo la coesione economica e sociale.
L’Europa accelera sulle auto elettriche, considerate un elemento cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici. Ma non mancano le voci contrarie.