L’agenzia ambientale Ibama ha concesso il via libera preliminare al rifacimento di un’autostrada nel cuore della foresta amazzonica brasiliana.
21 alberi abbattuti al secondo: ecco l’eredità di Bolsonaro in Amazzonia
L’era di Bolsonaro è finita. Ora si contano gli alberi abbattuti in Amazzonia: tra il 2019 e il 2022 è un’area grande una volta e mezza Rio de Janeiro.
- Ogni secondo, in Amazzonia vengono abbattuti circa 21 alberi
- Il giorno con la più grande area disboscata nel 2022 è stato il 25 luglio: l’equivalente di 8.400 campi da calcio in sole 24 ore.
Sotto la presidenza di Jair Bolsonaro, nel 2022, sono stati sradicati 21 alberi al secondo. Questa è l’eredità che la nuova presidenza ha il compito di interrompere per salvaguardare quello è che considerato il polmone verde del Pianeta.
Più in generale, nel 2022 l’area disboscata in Brasile è cresciuta del 22,3 per cento e a dirlo è l’ultimo rapporto annuale sulla deforestazione di MapBiomas. Parliamo di oltre 2 milioni di ettari disboscati nel 2022, che diventano 6,6 se consideriamo il periodo 2019-2022, ovvero un’area grande una volta e mezza la città di Rio de Janeiro.
Amazzonia e Cerrado le aree più colpite
L’Amazzonia e il Cerrado (la più grande savana tropicale) insieme rappresentano il 90,1 per cento dell’area disboscata nel 2022. Sebbene il Cerrado abbia una quota molto minore di segnalazioni (appena l’8 per cento sul totale delle allerte), la superficie totale disboscata rappresenta quasi un terzo della vegetazione naturale distrutta in Brasile.
C’è stato un aumento dell’area deforestata in cinque dei sei biomi brasiliani tra il 2021 e il 2022, ad eccezione della foresta atlantica, la striscia di verde che si estende lungo la costa atlantica del Brasile. Ma in termini di superficie, gli incrementi maggiori si sono verificati nell’Amazzonia e nel Cerrado: in quest’ultima area, nel 2022, la deforestazione è cresciuta del 31,2 per cento.
Disboscati 8.400 campi da calcio in 24 ore
Anche la velocità di discoscamento è cresciuta ed equivale a 2,3 ettari al minuto: questo significa che ogni secondo vengono abbattuti circa 21 alberi. Questo vale per l’Amazzonia, ma l’aumento della velocità è stato osservato in tutti i biomi, tranne nella foresta Atlantica, dove è rimasto stabile.
La principale causa di disboscamento rimane l’agricoltura (addirittura nel 95,7 per cento dei casi). La parte rimanente riguarda le attività legate all’estrazione dell’oro e le attività minerarie. Altro dato saliente del rapporto è che c’è stato un giorno che ha registrato il record per disboscamento. Si tratta del 25 luglio 2022: in sole 24 ore è stata disboscata un’area pari a 8.400 campi da calcio.
Le terre indigene e i territori Quilombola (le comunità nere tradizionali del Brasile) si dimostrano ancora una volta le aree più protette del paese, con la minore perdita di foreste, anche di fronte all’avanzata delle attività minerarie illegali e degli allevamenti di bestiame. Al contrario, l’83 per cento della deforestazione è stata praticata in aree registrate per uso agricolo (le cosiddette Car). Ci sono anche aree disboscate in aree di riserva legale (Rl) e aree di conservazione permanente (App).
Lula contro la deforestazione mentre si indebolisce il ministero dell’ambiente
Intanto, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato il testo finale del nuovo Piano d’azione per la prevenzione e il controllo della deforestazione nell’Amazzonia, uno degli assi portanti della politica ambientale del suo governo. Il Piano stabilisce le linee guida per la protezione della foresta pluviale amazzonica nei prossimi quattro anni ed è giunto alla sua quinta versione, con l’obiettivo di raggiungere la deforestazione zero entro il 2030.
Gli ambientalisti affermano che, per raggiungere questo obiettivo, considerato ambizioso, è necessario rafforzare le organizzazioni legate alle questioni ambientali. L’annuncio, però, arriva in mezzo a una fase di svuotamento del ministero dell’Ambiente, guidato da Marina Silva. Il Congresso nazionale ha ritirato alcune funzioni dal ministero, senza incontrare grandi resistenze da parte del governo in carica, come raccontato dal giornale brasiliano Folha de San Paulo. Un indebolimento di un’istituzione che mina il raggiungimento degli obiettivi.
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