La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
142 specie di alberi invece sono già estinte. È quanto emerge da un nuovo report che per la prima volta identifica tutte le specie a rischio.
Esistono 58.497 specie di alberi al mondo e il 30 per cento sono a rischio estinzione. Proprio come succede per le specie animali, le minacce più importanti sono la deforestazione, la distruzione degli habitat per convertire le terre in terreni coltivabili, l’allevamento, lo sviluppo urbano, gli incendi e i cambiamenti climatici. È quanto emerge da un nuovo report pubblicato da Botanic gardens conservation international (Bgci), un ente che conserva e diffonde la documentazione sulle piante del nostro Pianeta. 142 specie di alberi si sono già estinte e 442 sono minacciate a tal punto che rimangono meno di 50 esemplari al mondo.
Documentare lo stato di conservazione di quasi sessantamila specie è il lavoro più grande mai intrapreso nella storia della lista rossa dell’Iucn, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo, curato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. “È la prima volta che sappiamo con precisione quale di queste specie ha bisogno di protezione, quali sono le minacce e dove si trovano”, ha spiegato Malin Rivers del Bgci all’emittente Bbc.
La distribuzione delle specie vegetali che vediamo oggi riflette una lunga storia di evoluzione che ha visto gli alberi adattarsi a diverse condizioni ecologiche in tutto il mondo. Secondo gli esperti, ad oggi, sono 17.500 le specie a rischio estinzione, ovvero il doppio rispetto al numero dei mammiferi, volatili, anfibi e rettili a rischio, sommati.
Tra le specie più a rischio, troviamo sia piante tropicali che alcune più comuni. Nel report si citano la dipterocarpacee del Borneo, una famiglia di alberi diffusi soprattutto nelle foreste tropicali di bassa quota, che sono minacciate dall’espansione delle piantagioni di palme da olio. Ma anche le querce, gli aceri e le magnolie, la cui domanda per essere usati come decorazioni è cresciuta a tal punto da averli quasi portati all’estinzione in natura. Oppure l’ebano e il palissandro, abbattuti in Madagascar per il loro legno.
Negli ultimi 300 anni, l’area forestale nel mondo è diminuita del 40 per cento. Gli alberi sono minacciati da vari fattori che cambiano e si influenzano a vicenda nel corso del tempo e in base all’area che si analizza.
La minaccia più grossa, come per le specie animali, rimane la perdita degli habitat, causata dalla conversione delle terre in terreni agricoli. Questa può avvenire in vari modi, sia per colture da reddito (come nel caso del tè e del caffè), sia per piantagioni intensive, come succede per l’olio di palma, la soia, il cacao e la gomma.
Gli esperti hanno diviso così le minacce principali:
Nella lista rossa della Iucn, i cambiamenti climatici figurano come minacce in 1.080 casi. Gli alberi presenti negli ecosistemi costali, boreali e montani risultano essere i più sensibili agli sconvolgimenti climatici, non solo per l’alterazione degli habitat, ma anche per i fenomeni climatici estremi come tempeste, alluvioni, uragani e cicloni.
Più del 20 per cento delle specie trovate in ecosistemi boreali sono a rischio a causa dell’aumento delle temperature nelle aree dove vivono. E la crisi climatica sta rendendo sempre più intense le stagioni degli incendi, così come le epidemie di parassiti e di malattie.
Il report non presenta solo un’analisi completa delle specie presenti sulla Terra, ma offre anche una strada da percorrere per preservare la loro sopravvivenza. Secondo gli esperti, sarebbe necessario espandere le aree protette, dato che al momento almeno il 64 per cento di tutte le specie di alberi si trova proprio in queste zone.
Sarebbe poi importante tenere le specie più a rischio nei giardini botanici e conservare i loro semi nella banca dei semi, detta anche banca del germoplasma. In questo luogo vengono custoditi, appunto, i semi del 30 per cento degli alberi del globo nella speranza di poterli ripiantare un giorno in natura.
I ricercatori sottolineano infine l’importanza della divulgazione scientifica per assicurare il successo degli sforzi di riforestazione e conservazione, oltre alla necessità di partire dal basso e coinvolgere i cittadini locali, insieme alle istituzioni.
Le piante sono sulla Terra da 510 miliardi di anni e costituiscono oggi più dell’80 per cento della biomassa di tutto il Pianeta. Eppure si sente ancora parlare troppo poco della loro conservazione.
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