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Oltre 300 attivisti di Extinction Rebellion sono già stati arrestati a Londra
I manifestanti hanno bloccato strade e ponti nel centro di Londra per evidenziare l’urgenza di agire contro la crisi climatica.
La settimana di ribellione internazionale di Extinction Rebellion (XR) è appena cominciata e a Londra, città dove il movimento ecologista radicale è nato e può contare sul maggior numero di sostenitori, sono già stati arrestati centinaia di attivisti. Tra il 7 e l’8 ottobre la polizia avrebbe arrestato circa 320 manifestanti, ma il numero sarebbe in costante aumento, colpevoli di aver bloccato strade e ponti nel centro di Londra. L’obiettivo degli attivisti è quello di causare disagi e costi finanziari, in maniera pacifica e non violenta, per esercitare pressione sul governo e costringerlo ad adottare provvedimenti concreti per contrastare lo sfacelo ambientale.
Arresti in aumento
Finora il tasso di arresti è stato significativamente più alto rispetto a quello dello scorso aprile, quando gli attivisti di XR avevano bloccato il centro di Londra per due settimane, a testimonianza di un approccio più deciso delle forze dell’ordine. Proprio per contenere i manifestanti, nei giorni scorsi sono state inviate nella capitale inglese squadre di polizia appositamente addestrate e le strade sono pattugliate da oltre 80mila agenti.
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Scotland Yard, ai sensi del Public order act del 1986, ha inoltre imposto una nuova limitazione ai manifestanti: coloro che si raduneranno in luoghi diversi dall’area pedonale intorno a Trafalgar square possono essere arrestati. Ciononostante, come in occasione delle precedenti manifestazioni, le relazioni tra manifestanti e polizia sono generalmente cordiali.
Today, the Metropolitan Police Service imposed a condition upon the ongoing Extinction Rebellion demonstrations in central London.
The following condition was imposed under Section 14 of the Public Order Act 1986 pic.twitter.com/IIrxH3r726
— MPS Events (@MetPoliceEvents) 8 ottobre 2019
Sacrificare la libertà
Quello che le forze dell’ordine, o meglio le forze politiche, dovrebbero aver capito, è che per molti attivisti di XR l’arresto non è un valido deterrente. Fa anzi parte della strategia del movimento per attirare ulteriormente l’attenzione dell’opinione pubblica e della classe politica sulla drammatica crisi climatica in atto. L’obiettivo del movimento è quello di raggiungere un numero tale di innocue persone arrestate da non poter più essere ignorato.
Today #ExtinctionRebellion rebellion release a no-nonsense guide to police & prisons. It a deeply personal & grave decision to put yourself forward for arrest. We support & love our arrestees, but no-one should do this lightly. Do read:https://t.co/Se4RJkTHvM@XRebellionUK — Extinction Rebellion London (@XRLondon) 8 ottobre 2019
Numerosi esponenti di XR, debitamente informati delle conseguenze delle proprie azioni, sono disposti a sacrificare la loro libertà per la causa, contribuendo a dare ulteriore visibilità al movimento. Per aiutare gli attivisti e prepararli a un eventuale arresto, XR ha pubblicato la “guida alla polizia e alle carceri”.
Phil Kingston, 83, was arrested during Extinction Rebellion protests for this graffiti on the Treasury pic.twitter.com/4qdiak2YHs
— Haroon Siddique (@Haroon_Siddique) 7 ottobre 2019
Insospettabili disobbedienti
Tra i manifestanti arrestati, secondo quanto riportato dal Guardian, figurano almeno due persone sopra gli 80 anni. Si tratta di Sarah Lasenby, 81 anni, assistente sociale in pensione di Oxford, e Phil Kingston, 83 anni, arrestato nei pressi del ministero del Tesoro per aver scritto su un muro, con stencil e bomboletta di vernice rossa, il messaggio: “Vita, non morte per i miei nipoti”. Tra i manifestanti c’è anche un ex sergente di Scotland Yard, John Curran, 49 anni, già arrestato lo scorso aprile e che ha dichiarato di essere disposto a finire nuovamente in carcere, e diversi ufficiali in pensione, che hanno deciso di passare “dall’altra parte” allarmati dagli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici.
Obiettivo aeroporto
XR, dopo aver bloccato alcune strade nevralgiche della città, ha annunciato, come già fatto in precedenza, l’intenzione di chiudere l’aeroporto di Heathrow, il più trafficato d’Europa, per un massimo di tre giorni, per denunciare l’impatto insostenibile della mobilità aerea. In tutta Londra, e in molte città del mondo, tra cui Sydney, Amsterdam, Berlino, Roma e New York, sono in corso proteste pacifiche e colorate, ma al tempo stesso decise e radicali, la ribellione è appena iniziata.
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