Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
500mila persone muoiono ogni anno perché gli insetti impollinatori stanno scomparendo
Il declino della popolazione di impollinatori ha dirette conseguenze sulla vita umana: per la prima volta, uno studio mette in correlazione i due fenomeni.
- Uno studio ha stimato in 500mila le morti precoci collegate alla drastica riduzione degli insetti impollinatori.
- È il primo studio a fare un bilancio della perdita di biodiversità in relazione alla salute umana.
- I paesi più colpiti sono quelli dove già prevalgono malattie cardiache, ictus e tumori e diete scorrette.
Senza api, si muore. Un nuovo studio ha stimato che la perdita globale di impollinatori sta riducendo l’offerta di cibi sani, causando circa 500mila morti precoci all’anno. Lo studio, il primo a quantificare il bilancio sulla salute umana in relazione alla riduzione del numero di impollinatori selvatici, è stato pubblicato sulla rivista Environmental health perspectives.
Tre quarti delle colture del mondo richiedono l’impollinazione, ma la popolazione di insetti impollinatori è in netto declino. Un’impollinazione inadeguata può causare la perdita del 3-5 per cento della produzione globale di frutta, verdura e noci. La riduzione in termini di consumo di questi alimenti significa che circa l’1 per cento di tutti i decessi può ora essere attribuito alla perdita di impollinatori.
Meno impollinatori, più morti umane
Gli impollinatori sono essenziali per la produzione agricola perché forniscono nutrienti chiave e proteggono dalle malattie. Per questo le aree maggiormente esposte al rischio sono quelle dove già prevalgono malattie cardiache, ictus e tumori o caratterizzate da diete scorrette e bassi livelli di esercizio fisico.
Tra i paesi più esposti ci sono quelli a reddito medio come Cina, India, Russia e Indonesia. Nei paesi a basso reddito si sono riscontrati i maggiori cali di resa nelle produzioni, però la salute delle persone ha sofferto meno a causa di tassi più bassi di malattie cardiache e ictus.
Ma c’è di più. 427mila morti in eccesso all’anno, legati alla perdita del consumo di cibo sano, è un numero che i ricercatori considerano sottostimato: gli scienziati, infatti, non hanno considerato l’impatto della riduzione di micronutrienti come la vitamina A e i folati connessi alla vitamina B.
Quel collegamento diretto tra biodiversità e salute umana
Il declino degli impollinatori è causato dalle pressioni antropiche dirette e indirette: sfruttamento dei suoli, allevamenti intensivi, pesticidi, stress nutrizionale e cambiamenti climatici. Inoltre, “a livello globale, consumiamo troppe colture impollinate dal vento – grano, riso, mais, orzo – che sono ricche di carboidrati ma relativamente poveri di nutrienti, portando a un’epidemia di obesità e diabete in tutto il mondo”, ha spiegato David Goulson dell’università del Sussex nel Regno Unito. “Non mangiamo abbastanza frutta e verdura, la maggior parte delle quali richiede insetti per l’impollinazione”.
Finora, negli studi di questo tipo, è mancato il collegamento diretto tra perdita di biodiversità e salute umana. “Questa ricerca stabilisce che la perdita di impollinatori sta già avendo un impatto sulla salute umana su scala pari ad altri fattori di rischio per la salute globale, come il cancro alla prostata o i disturbi da uso di sostanze”, ha detto al Guardian il dottor Samuel Myers della Th Chan school of public health dell’università di Harvard e autore senior dello studio.
Non tutto è perduto, fanno sapere i ricercatori. Per evitare queste morti è necessario ripristinare e conservare gli habitat naturali, aumentando il numero di fiori e riducendo l’uso di pesticidi, in particolare dei neonicotinoidi. Va considerato che mentre la popolazione di impollinatori decresce, quella umana cresce. Si tratta di una sfida enorme, ma alla portata soprattutto dei decisori politici. Altrimenti inquinamento, perdita della biodiversità e cali nella produzione alimentare potrebbero risultare fatali per milioni di essere umani.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un’escursionista ha scoperto per caso un sito fossile risalente al Permiano, venuto alla luce a causa dello scioglimento di un ghiacciaio.
L’aviazione privata “vola” anche troppo: le emissioni nel 2023 hanno raggiunto le 15,6 milioni di tonnellate di CO2.
Le Azzorre hanno approvato una legge per istituire la più vasta Amp dell’Atlantico settentrionale, pari al 30% dell’oceano intorno all’arcipelago.
Sostenibilità e blue economy aprono nuove prospettive per le professioni del mare: intervista a Massimo Bellavista su Gen Z e green jobs del futuro.
Finanza etica e sostenibile catalizzano il cambiamento nella blue economy, creando nuove opportunità economiche e ambientali.
“Le imprese sanno come andare verso investimenti green, ma hanno bisogno di politiche chiare”, spiega Irene Priolo, presidente dell’Emilia-Romagna.
L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
Allarme per l’anomalia climatica sulla cima della montagna più famosa e venerata del Sol Levante dopo un’estate e un ottobre caldissimi.