Endelea è un brand che disegna e produce abbigliamento a cavallo tra Italia e Tanzania, creando valore per la comunità e rispettando l’ambiente.
8 startup di moda sostenibile che stanno influenzando il mercato
Il panorama delle startup di moda sostenibile si è totalmente rivoluzionato negli ultimi 10 anni: tracciabilità e circolarità sono le parole del momento.
- In dieci anni il panorama delle startup di moda sostenibile è sbocciato sancendo a tutti gli effetti che questo è il campo più interessante in cui concentrare gli investimenti nel settore tessile.
- Le credenziali di responsabilità sono un asset sempre più importante per i marchi e i consumatori sono sempre più consapevoli e attenti rispetto alle dichiarazioni ingannevoli e al green washing.
- Con l’aiuto dell’ong olandese Fashion for Good abbiamo selezionato le sei startup che hanno performato meglio nell’ultimo anno e che stanno contribuendo a dare forma al futuro del settore tessile.
Se applicassimo la Ten years challenge popolare sui social al settore delle startup di moda sostenibile osserveremmo in effetti un grosso cambiamento. Se appena dieci anni fa lo stesso concetto di sostenibilità stava giusto iniziando ad affacciarsi e a circolare nel settore, oggi possiamo affermare senza troppe incertezze che sia uno dei main topic intorno a cui la maggior parte dei brand si sta organizzando o ri-organizzando. C’è chi ha iniziato a porsi il problema da molto tempo, chi arranca mettendo insieme strategie di marketing che sono un’accozzaglia di greenwashing e c’è chi nasce con l’eticità come fulcro del proprio modello di business: le startup nel campo della moda etica stanno indubbiamente vivendo la loro golden age. Grazie all’aiuto di Fashion for Good, ong olandese che si pone anche come piattaforma globale per l’innovazione e sostiene le startup nel loro processo verso la scalabilità, fornendo una gestione pratica del progetto, l’accesso a finanziamenti, a competenze e collaborazioni con marchi e produttori per accelerare l’implementazione nella supply chain, abbiamo selezionato le sei che, nell’ultimo anno, sono cresciute di più dando un forte contributo alla definizione del mercato per come è oggi.
Il momento d’oro delle startup è frutto di una “tempesta perfetta”
Questo è dovuto principalmente a fattori che stanno dando forma alle migliori condizioni possibili: i brand oggi devono riorganizzarsi e, per farlo, hanno bisogno di strumenti nuovi, materiali nuovi, idee nuove. Stando al rapporto che McKinsey ha redatto insieme a Business of Fashion, The state of fashion 2023, l’industria della moda globale continua a rimanere molto fragile dopo la batosta dovuta alla pandemia e nonostante la ripresa registrata nel 2021 e 2022: i big boss della moda sono pessimisti per quello che riguarda gli anni a venire. Circa l’84 per cento dei leader del settore intervistati nell’indagine BoF-McKinsey ha dichiarato di prevedere di chiudere il 2023 con condizioni stazionarie o addirittura in peggioramento. Questo è dovuto in parte alla contrazione economica, che ha portato molti consumatori a ridurre i propri acquisti in fatto di abbigliamento, ma anche al fatto che ci troviamo in un momento storico in cui i valori in cui un brand si identifica sono particolarmente cruciali per fidelizzare la clientela. Mentre l’industria continua a confrontarsi con il proprio impatto ambientale e sociale, i consumatori sono sempre più skillati nell’analizzare e giudicare il modo in cui i brand comunicano le loro credenziali di sostenibilità e riconoscere se queste siano o meno veritiere. Per evitare l’infamante etichetta di greenwashing, i marchi devono dimostrare di stare realizzando un cambiamento significativo e credibile rispettando i requisiti normativi. I materiali da cui dipende l’industria della moda, ad esempio, sono parte integrante del processo di miglioramento dell’intero comparto per diminuire il proprio impatto ambientale e soddisfare le aspettative di sostenibilità dei clienti. Quanto ai produttori tessili possono creare nuovi modelli di approvvigionamento, riorganizzando le proprie supply chain in maniera più verticale e basandosi su logiche di prossimità territoriale.
Le 8 startup che stanno performando meglio nel 2023
1. Renewcell
Attualmente, un’ampia percentuale di prodotti tessili finisce in discarica o viene incenerita, anziché essere riciclata o riutilizzata: ad oggi viene riciclato in nuove fibre tessili meno dell’1 per cento degli abiti prodotti. La tecnologia di Renewcell offre una soluzione a questo problema, riducendo la quantità di rifiuti tessili che finiscono in discarica e creando valore sfruttando i principi dell’economia circolare. Questa startup ha sviluppato un processo brevettato per trasformare il cotone e altri tessuti ricchi di cellulosa in una pasta da dissolvere di alta qualità, Circulose®, che è prodotta al 100 per cento da rifiuti tessili, come jeans logori e scarti di produzione. I produttori di fibre possono utilizzare questa pasta dissolvente per produrre nuove fibre cellulosiche artificiali (MMCF) che vengono poi filate in nuovi filati, tessute o lavorate a maglia e infine tagliate e cucite in nuovi prodotti tessili di alta qualità. Nell’ultimo anno Circulose® è stata impiegata nella collezione Classics Reborn che Tommy Hilfiger ha realizzato con Shawn Mendes, nella Calvin Klein‘s CK Soft Skater collection e in due pezzi total denim di & Other Stories.
2. Circ
La tecnologia implementata da Circ offre una soluzione per il riciclo del policotone, fibra di cui è fatta la maggior parte dei nostri vestiti, in materiali che possono essere reinseriti nella catena di fornitura della moda per produrre abiti nuovi. Questo è possibile grazie ad un processo idraulico tramite cui i rifiuti tessili vengono trasformati. In poche parole in questo processo vengono separate le fibre sintetiche (come il poliestere) dal contenuto cellulosico (come il cotone, il bambù, il lyocell, la viscosa e altri materiali di origine vegetale), che l’azienda è poi in grado di recuperare separatamente trasformando i rifiuti delle lavorazioni tessili in fibre di alta qualità che in questo modo riducono la nostra dipendenza dai materiali vergini. Circ è nata nel 2011, ma nel corso dell’ultimo anno è riuscita a raccogliere la cifra record di 25 milioni di dollari in un finanziamento di estensione della propria produzione di riciclo con investimenti da parte di Zalando, Avery Dennison e Youngone ed è stata nominata tra i finalisti dell’Earthshot Prize 2023 indetto dal Principe William.
3. Oritain
La trasparenza e la tracciabilità della catena di fornitura stanno diventando fattori sempre più importanti per i consumatori. Ma con la complessità delle supply chain nel settore tessile, sapere esattamente dove e come è stato prodotto ogni singolo capo di abbigliamento non è un compito facile. Oritain offre una soluzione a questo problema: questa startup è in grado di verificare e identificare l’origine delle fibre e dei materiali per rassicurare i clienti sull’integrità dei prodotti. L’esclusiva metodologia di verifica combina scienza forense e dati per testare la composizione geochimica di un materiale, che è unica proprio per il luogo in cui la fibra è stata coltivata. Gli isotopi e gli oligoelementi rilevati nel filato vengono interpretati per produrre un’Impronta di Origine, che fornisce informazioni sulla provenienza del materiale, consentendo la tracciabilità in qualsiasi punto della catena di approvvigionamento. La composizione del suolo, il clima, l’altitudine, le precipitazioni e altri fattori ambientali sono infatti in grado di rivelare i dettagli dell’origine di un prodotto. Ma la cosa importante è che, una volta creata l’Impronta di Origine, questa può essere utilizzata per verificare i prodotti in qualsiasi punto della catena di approvvigionamento, per distinguere chiaramente quelli legittimi da quelli fraudolenti. Inoltre, a differenza di altri metodi di tracciabilità, non può essere manomessa, replicata o distrutta. Nel corso del 2023 Oritain ha raccolto 57 milioni di dollari per potenziare la propria tecnologia forense per così poter essere in grado di verificare i prodotti in tutto il mondo.
4. TextileGenesis
Questa startup fornisce metodi di tracciamento efficaci costruiti su blockchain per quello che riguarda la supply chain nel tessile attraverso la sua piattaforma Software as a Service (SaaS), che consente tanto ai brand quanto ai produttori di tessuti sostenibili di garantire una mappatura affidabile, sicura e completamente digitale dei loro tessuti, dalla fibra al consumatore. La tecnologia blockchain consente infatti la digitalizzazione e la conseguente tracciabilità di qualsiasi bene tessile come fibre, filati, tessuti o capi di abbigliamento attraverso degli elementi digitali chiamati Fibercoins™. Ad oggi TextileGenesis™ si concentra su fibre sostenibili come quelle a base di lana, cotone organico, filamenti speciali, seta e cashmere. Fondata in India nel 2018 nel corso degli ultimi 12 mesi è stata acquisita per il 51 per cento, ovvero 15,2 milioni di euro, dalla società di servizi di alta gamma per la moda Lectra.
5. Ecovative
Con la constatazione che l’inquinamento da plastica ci circonda nella vita di tutti i giorni, Ecovative ha sviluppato tecnologie innovative utilizzando il micelio, una struttura contenuta nella radice dei funghi, per creare materiali sostenibili che sono biodegradabili, si decompongono naturalmente e possono sostituire i materiali comunemente realizzati in plastica. Questa startup di fibre sostenibili ha sperimentato due diverse tecnologie: MycoComposite™ e AirMycelium™. La prima unisce materiali sostenibili con fibre miceliali per produrre imballaggi come Mushroom® biodegradabili e materiali da costruzione ecocompatibili, mentre AirMycelium™ coltiva materiali miceliali puri al 100 per cento producendo alternative sostenibili al cuoio, alla plastica e ad altri prodotti derivati dai combustibili fossili e dall’agricoltura industriale. Attiva dal 2007 Ecovative ha recentemente raccolto oltre 30 milioni di dollari per scalare la propria distribuzione a livello globale.
6. Infinited Fiber Company
Anche questa startup si concentra sulla trasformazione dei rifiuti tessili e di cartone, che sono ricchi di fibre di cotone post-consumo che possono essere riciclate e riutilizzate. L’ innovativo processo prevede la scomposizione dei materiali a base di cellulosa come il cotone, la viscosa e il denim in una polpa, che viene poi trattata con un processo chimico che la trasforma in una fibra rigenerata che può essere filata e tessuta in nuovi tessuti. La fibra risultante, Infinna™, è durevole, versatile e può essere utilizzata in una varietà di applicazioni tessili. Condivide molte proprietà con il cotone per quanto riguarda la sensazione al tatto e la versatilità, ma elimina la necessità di coltivare nuove piante, rimettendo invece in circolo il valore di ciò che è già stato prodotto. Attiva dal 2016, Infinited Fiber Company ha investito nel corso del 2023 400 milioni di euro in una fabbrica di fibre tessili, che dovrebbe funzionare a pieno regime a partire dal 2026, con una capacità produttiva annuale di 30 mila tonnellate di fibre rigenerate.
7. Wrad/School of Wrad
La mission di questa startup è quella di organizzare sessioni e workshop dedicati alle aziende e alle organizzazioni della moda e del tessile che si vogliano impegnare nel cambiare il loro modello di business: cultura della sostenibilità e comprensione della responsabilità sociale e ambientale sono gli strumenti principali attraverso cui Wrad persegue il suo obiettivo. Una transizione onesta verso modelli di business più responsabili trova il suo fondamento nell’elaborazione della strategia del marchio, nel creare campagne di comunicazione mirate ma, soprattutto, parte dal ripensamento del design e dello sviluppo dei prodotti. L’obiettivo educational di questa società è quello di far capire il valore sociale e ambientale dei prodotti responsabili e indirizzare le realtà che si rivolgono a loro all’uso di materiali e processi innovativi.
8. Id Factoty
Id Factory: è una piattaforma di tracciabilità della catena di approvvigionamento (SaaS) che, attraverso la creazione di un ID digitale, consente alle aziende del settore moda e del tessile di ottenere una trasparenza completa sulla catena di approvvigionamento globale. Il focus principale di questa startup è quello di tracciare i materiali concentrandosi sulla raccolta di dati in tempo reale dai fornitori di materiali seguendo il flusso di produzione (Material Forward Tracking) e poi consentirne la convalida attraverso un sistema di tracciabilità a doppio livello, sia digitale che fisico, applicando codici QR su tutti i materiali e i prodotti finiti per collegare effettivamente le informazioni provenienti dai vari sistemi con l’effettivo flusso di materiali a livello di fabbrica.
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