Tre canzoni che lanciano, ognuna a suo modo, un messaggio universale. Sabato 9 dicembre si è conclusa la 60esima edizione dello Zecchino d’oro, la rassegna musicale per bambini che ogni anno accende i riflettori sull’Antoniano di Bologna, l’istituto francescano che dagli anni Cinquanta porta avanti attività di beneficenza e di assistenza sociale e sanitaria. Le tre canzoni, delle dodici in gara, che si sono posizionate sul podio hanno tutte messaggi che non riguardano o colpiscono solo i bambini, ma arrivano al cuore di tutti, soprattutto degli adulti ormai sempre più annebbiati dalle dinamiche televisive frenetiche e spesso volgari dei social, che dividono al posto di unire la società.
Le tre canzoni più belle del 60esimo Zecchino d’oro
La canzone che ha vinto si chiama Una parola magica, scritta e musicata da Stefano Rigamonti e cantata da Sara Calamelli, 9 anni, di Faenza (Ravenna). La sua canzone è dedicata all’importanza della parola “grazie”, spesso dimenticata o fatta pagare a caro prezzo. “Con gli occhi al cielo per ogni attimo / Con tutta la voce / Dì: grazie! / Con gli occhi al cielo per ogni battito / Con tutto il cuore grida: grazie!”, recita il testo del ritornello.
Il secondo posto l’ha conquistato la canzone L’anisello Nunù cantata da Nicole Marzaroli di 4 anni, da San Severino Marche. Il testo di questo brano “ci porta – si legge nella descrizione della canzone – nel mondo della dislessia e delle differenze che ci rendono allo stesso tempo unici ma uguali a tutti gli altri” ed è stato scritto da Carmine Spera.
Infine, la terza canzone ci porta nelle acque del Mare Nostrum. Si intitola Mediterraneamente ed è cantata da Alessandro Gibilisco, 10 anni, di Ragusa. Questo brano, scritto da Giuliano Ciabatta, racconta il fenomeno delle migrazioni che migliaia di persone, bambini compresi, affrontano ogni anno pur di raggiungere un mondo, il nostro, sognato e sperato: “Ci racconta un mare di speranza e di accoglienza, la bellezza di ospitare per formare un mondo nuovo dove le paure si superano e si vive tutti assieme”.
Una parola magica
“Ci insegnano fin da piccolissimi a essere grati per tutte le cose che abbiamo, anche e soprattutto per quelle che ormai diamo per scontate, di cui non ci accorgiamo più, perché sono quelle di cui non potremmo mai fare a meno! Questa canzone è un inno a gioire sempre, anche quando siamo stanchi, tristi, non abbiamo voglia. “Grazie” è la parola magica che con la sua forza può aiutarci a superare tutti i momenti difficili!”
Con gli occhi al cielo per ogni attimo
Con tutta la voce
Dì: grazie!
Con gli occhi al cielo per ogni battito
Con tutto il cuore grida: grazie!
Conosco una parola magica
Ha una forza titanica
Ti fa apprezzare tutte le cose
Sia quelle belle che quelle dolorose.
Per i giorni di vacanza
Per i sogni ad occhi aperti
Per il canto e la danza
Per i volti, i volti sorridenti.
Con gli occhi al cielo per ogni attimo
Con tutta la voce
Dì: grazie!
Con gli occhi al cielo per ogni battito
Con tutto il cuore grida: grazie!
Di giorno, di notte quando non hai più forze
Col sole o la pioggia anche quando non ne hai più voglia!!!
Con gli occhi al cielo per ogni attimo
Con tutta la voce
Dì: grazie!
Con gli occhi al cielo per ogni battito
Con tutto il cuore grida: grazie!
Con gli occhi al cielo per ogni attimo
Con tutta la voce
Dì: grazie!
Con gli occhi al cielo per ogni battito
Con tutto il cuore grida: grazie!!!
L’anisello Nunù
“Questa è la storia di Nunù: un asinello speciale che quando parla confonde, inverte e capovolge lettere e parole. Nonostante lo studio e l’impegno, Nunù continua a sbagliare. Un tema delicato e spesso causa di sofferenza viene affidato alla voce di un bambino che con la semplicità delle piccole cose ci porta nel mondo della dislessia e delle differenze che ci rendono allo stesso tempo unici ma uguali a tutti gli altri”.
Se tu chiami “somaro” l’asinello Nunù
È sicuro ed è chiaro non conosci Nunù.
Certo con le parole trova difficoltà
Fanno salti di gioia quando le leggerà.
Non lo fa per dispetto è perfetto perciò Io con tanto rispetto sempre l’ascolterò.
L’anisello Nunù non fa iò iò
Ma lo sentì però esclamare oì oì
È così che lui raglia
Non è un dramma se sbaglia quando legge così!
L’anisello Nunù non fa iò iò
Ma lo sentì però esclamare oì oì
Il suo verso è diverso
C’è chi resta perplesso quando raglia oì!
Con il suo dizionario studia tanto Nunù
Ma se legge al contrario non ha colpe Nunù
Tante volte è distratto sembra che non è qui
Spesso la G di Gatto la confonde con C,
Non è un lupo mannaro non è raro si sa
È un vero somaro chi lo punzecchierà!
L’anisello Nunù non fa iò iò
Ma lo sentì però esclamare oì oì
È così che lui raglia
Non è un dramma se sbaglia quando legge così!
L’anisello Nunù non fa iò iò
Ma lo sentì però esclamare oì oì
Il suo verso è diverso
C’è chi resta perplesso quando raglia oì.
Lui ci parla con gli occhi e dice molto di più.
Con i suoi scarabocchi si racconta Nunù.
L’anisello Nunù non fa iò iò
Ma lo sentì però esclamare oì oì
Consonanti e vocali fanno voli spaziali e lui raglia così!
L’asinello Nunù non fa iò iò
Ma lo sentì però esclamare oì oì
Il suo verso è diverso
Ma ci piace lo stesso quando raglia oì oì oì oì!
Mediterraneamente
“Mediterraneamente: un forte richiamo alle vite che sempre più numerose solcano i nostri mari per rinascere un’altra volta. È un tema caldo e talvolta spinoso, capace di far riflettere grandi e piccini quello in cui ci immerge questa canzone; ci racconta un mare di speranza e di accoglienza, la bellezza di ospitare per formare un mondo nuovo dove le paure si superano e si vive tutti assieme”.
Prendi un foglio di carta, costruisci una barca
Poi la metti nel mare e la fai navigare
E solcando le onde verso sogni lontani
Pensa a quanti bambini stanno per arrivare,
Pensa a quante avventure tra speranza e paura!
Mediterraneamente guarda quanta gente
Come pesciolini dentro la corrente
In questo girotondo
Sembrano delfini
Tra le bollicine e
Le maree che sempre vanno su,
Più su, poi giù, più giù, di qua, di là
Senza confini su, più su, poi giù, più giù, di qua, di là senza confini. Uh…
Prendi un foglio di carta, costruiamo una scatola
Ci mettiamo dei banchi e un maestro di scuola
Tanti volti diversi e linguaggi un po’ strani
Ora tanto vicini da poterli capire,
Pensa a questa avventura, senza più paura.
Mediterraneamente guarda quanta gente
Come uccellini dentro la corrente
In questo girotondo
Sembrano gabbiani
Anche controvento
Sanno già volare e vanno su,
Più su, poi giù, più giù, di qua, di là
Senza confini su, più su, poi giù, più giù, di qua, di là senza confini.
Mediterraneamente pensa quanta gente
Come pesciolini
Mediterraneamente guarda a quella gente
Come uccellini
Mediterraneamente pensa quanta gente,
Mediterraneamente guarda a quella gente
Senza confini,
Senza confini, senza confini.
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