Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Un’esplosione di vita è emersa silenziosamente dalla sabbia delle spiagge italiane negli ultimi mesi. È quella delle tartarughe marine Caretta caretta, la specie più diffusa nel mar Mediterraneo, le cui nidificazioni nel 2024 hanno sorpassato ogni più rosea aspettativa: solo sulle coste italiane sono stati contati 601 nidi, il 30 per cento in più rispetto allo scorso anno. Un risultato da record, come evidenzia l’elaborazione pubblicata da Legambiente basata sui dati di Tartapedia.it. L’impennata è tuttavia frutto di un insieme di fattori più o meno confortanti: l’aumento delle temperature medie della superficie del Mediterraneo ha di fatto ampliato l’areale delle tartarughe marine, che in passato prediligevano le acque del Mediterraneo orientale per deporre le uova. I numeri risentono anche delle migliorie nel lavoro di monitoraggio della specie svolti lungo le coste italiane durante l’anno grazie anche al progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma europeo Life. ì. Le regioni che hanno avuto il maggior numero di nidi sono la Sicilia (190), la Calabria (147), la Campania (104) e la Puglia (99).
I risultati sorprendenti delle altre regioni
Oltre alle regioni sopra menzionate stupisce vedere dal report l’elevato numero di nidi presenti nelle altre regioni che generalmente registrano pochi casi di nidificazioni come queste. Il risultato più incredibile è in Toscana dove quest’anno sono stati documentati 24 casi di nidi di Caretta caretta tra le province di Lucca e Livorno. Seguono nella classifica Lazio (quattordici), Sardegna e Basilicata (sette), Liguria (cinque), Molise (due) e Abruzzo e Marche con un caso. L’anno scorso il numero totale di nidi di Caretta caretta in Italia era stato 452 e non si era vista una simile distribuzione della specie lungo tutto il territorio nazionale.
La collaborazione tra istituzioni al servizio della natura
“Il risultato straordinario di quest’anno è la prova concreta che la sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini può fare la differenza nella protezione della tartaruga marina – ha spiegato Stefano Di Marco, coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e Project Manager del Life Turtlenest – Il progetto ci ha permesso di costruire une vera e propria alleanza con i comuni costieri, gli operatori ecologici che si occupano della pulizia delle spiagge, gli stabilimenti balneari, i turisti e le comunità locali: pur nella diversità di ruoli e obiettivi si è stabilito tra questi soggetti un ottimo rapporto di collaborazione nella convinzione che la tartaruga marina sia non soltanto una ricchezza in termini di biodiversità ma anche una risorsa straordinaria per gli aspetti socio economici.”
Ora per le tartarughe inizia la sfida della sopravvivenza
Se è andata bene in Italia non si può dire lo stesso negli altri paesi europei. La Francia e la Spagna infatti hanno registrato un calo nel numero di nidificazioni quest’anno rispetto l’anno scorso. In totale nel 2024 i nidi sono stati dodici in entrambi gli Stati mentre l’anno scorso in Francia sono stati registrati quattordici casi e in Spagna trenta. In totale si prevede che dai nidi deposti nasceranno 40.000 baby tartarughe tra Italia, Spagna e Francia che una volta nate dovranno affrontare una serie di pericoli per soppravvivere. L’aumento del turismo e l’inquinamento delle spiagge rappresentano, infatti delle grave minacce per queste specie. Si stima che soltanto un esemplare su mille arrivi all’età riproduttiva (25 anni). Ottimi risultati in Italia ma bisogna fare ancora molto se si vuole salvare le tartarughe.
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