
Lo rivela uno studio che ha analizzato i dati della Corn Belt statunitense, dove si coltiva intensivamente mais ogm: i parassiti hanno sviluppato resistenza alla coltura transgenica.
Come si riconosce un miele di ottima qualità? Quali sono le sue proprietà nutrizionali e perché è considerato più salutare dello zucchero? Ecco sette buoni motivi per mangiarlo. Ogni giorno, senza esagerare.
Di curiosità sul miele ce ne sarebbero tantissime da raccontare. Si tratta di un alimento apprezzato fin dall’antichità per le sue virtù terapeutiche. Ma anche il suo utilizzo in cucina affonda le radici nel passato: conosce il suo massimo splendore nel Rinascimento, periodo storico in cui l’Italia vanta i cuochi più rinomati d’Europa. Questi maestri dell’arte culinaria consideravano il miele un ingrediente di prestigio, non solo un dolcificante. Lo abbinavano abitualmente alle carni arrosto, al pesce per esaltarne il sapore, addirittura lo inserivano nelle zuppe e nelle minestre.
Oggi, che gli studi scientifici ne hanno esaltato le caratteristiche, nutritive, organolettiche e benefiche per l’organismo, il miele si è rivelato, ancora più di prima, un alimento sano e gustoso, da non farsi mancare. Vi spieghiamo perché.
Paragonato allo zucchero, il miele vince sotto molti punti di vista: mentre il primo è formato da solo saccarosio, il secondo contiene numerosissime sostanze diverse come fruttosio, glucosio, maltosio, acidi organici, vitamine, oligoelementi, enzimi, fitostimoline ormonali, sostanze aromatiche. La sua composizione lo rende un superalimento, energetico perché può essere immediatamente assorbito senza digestione ma soprattutto ricco di preziose sostanze vitali.
La scienza moderna, studio dopo studio, ha confermato le virtù terapeutiche attribuite al miele già in tempi antichi, e ne ha scoperte di nuove: è antianemico, antimicrobico, disinfettante intestinale, riequilibratore generale dell’organismo, antinfettivo, antiacido per lo stomaco, antibiotico e tonico digestivo. Inibisce germi pericolosi come lo streptococco e lo stafilococco. E’ febbrifugo, sedativo, regolatore del tono psichico e del funzionamento degli organi sessuali femminili, calmante per la tosse, rilassante. Aiuta il fegato a neutralizzare l’alcol, gli additivi chimici e la nicotina.
Uno studio coordinato dalla dottoressa Renata Alleva e supportato da Conapi, il Consorzio che riunisce oltre 600 apicoltori in Italia, ha dimostrato che i polifenoli contenuti nel miele attivano la riparazione del DNA danneggiato dall’esposizione ai pesticidi. Analizzando il contenuto e il profilo polifenolico, con il relativo potere antiossidante, di quattro varietà di miele (acacia, castagno, bosco, arancio) gli studiosi hanno scoperto che il miele più ricco di antiossidanti è quello di bosco. Dopo aver verificato come l’esposizione delle cellule ai pesticidi porti alla formazione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e alla formazione di lesioni al DNA, la ricerca ha dimostrato che l’aggiunta di polifenoli estratti dal miele nel sistema cellulare inibisce la formazione di ROS, attiva i sistemi di riparazione ed elimina il danno al DNA. Per testare in vivo questo risultato, i ricercatori hanno poi coinvolto un campione di residenti della Val di Non, persone particolarmente esposte ai pesticidi utilizzati nella coltivazione intensiva delle mele. I volontari hanno mostrato alti livelli di residui di pesticidi nelle urine e una diminuita attività di riparazione del DNA. E’ stato chiesto loro di consumare 50 grammi di miele di bosco biologico (2mg di estratto di polifenoli) per 10 giorni, al termine dei quali sono state effettuate le analisi di controllo. Ne è emersa un’aumentata attività di riparazione del DNA con conseguente riduzione del danno: un’ulteriore conferma che il miele può fare da scudo contro questo tipo di minaccia ambientale. Lo studio ha previsto la somministrazione di una dose di miele calibrata per essere quasi una sorta di farmaco su misura per gli abitanti di zone molto esposte ai pesticidi, ma secondo l’autrice dello studio chiunque può trarre beneficio dall’assunzione di miele, in minori quantità, perché i polifenoli agiscono a livello preventivo e non solo curativo.
Indica che è genuino e non ha subito trattamenti termici di conservazione. I mieli ricchi di fruttosio, come acacia castagno, melata, tendono a rimanere liquidi più a lungo rispetto a quelli ricchi di glucosio, come tarassaco, tiglio, rododendro, corbezzolo, cardo, che cristallizzano prima. Ma quando un miele non è stato pastorizzato, prima o dopo, tende sempre a cristallizzare. La pastorizzazione viene effettuata in appositi impianti riscaldando alla temperatura di circa 75°C il miele lavorato e, contrariamente a quanto accade per altri alimenti, nel miele non viene condotta per soddisfare finalità igenico-sanitarie e di conservazione, ma per venire incontro a necessità commerciali, come ad esempio il poter disporre di un miele liquido il più a lungo possibile, la standardizzazione del sapore, e così via. La pastorizzazione, però, peggiora le qualità organolettiche e nutritive del miele. Il miele cristallizzato, risulta meno dolce e più fresco al palato di quello liquido e all’occorrenza, può essere riportato allo stato liquido scaldandolo a bagnomaria a temperatura inferiore a 40°C.
E anche le virtù salutari variano: se le piante da cui provengono i fiori hanno proprietà curative, queste si sommano a quelle di base del miele, rendendolo ancora più specifico nei confronti delle diverse affezioni. Ad esempio il miele di acacia è regolatore intestinale e funziona bene contro le irritazioni della gola; quello di castagno favorisce la circolazione sanguigna, mentre d’arancio è sedativo nervoso, utile in caso di insonnia e palpitazioni. Il miele millefiori è ricostituente ed energetico, antinfiammatorio per la gola e indicato negli stati di affaticamento, stanchezza, mancanza di appetito. E così via per le altre qualità di miele. Per offrirci questi doni, ogni ape visita più di mille fiori in un giorno.
In particolare il miele biologico protegge dai residui di acaricidi, consentiti nell’apicoltura convenzionale.
Per essere certificato bio, un miele:
Sono circa quaranta le varietà floreali che caratterizzano il miele italiano e che fanno del Belpaese un territorio esclusivo per biodiversità e qualità dei mieli prodotti. Lavanda, rosmarino, tiglio, rododendro, arancio, castagno, corbezzolo, marruca, sulla, asfodelo, limone, nespolo, tarassaco, cardo, timo… sono solo alcune di queste. A cui si aggiunge il miele millefiori, che raggruppa la somma della fioritura stagionale di un particolare territorio. Negli altri Paesi del mondo, anche se di buona qualità, il miele non può vantare tutte queste sfumature, sensoriali, organolettiche e terapeutiche.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo rivela uno studio che ha analizzato i dati della Corn Belt statunitense, dove si coltiva intensivamente mais ogm: i parassiti hanno sviluppato resistenza alla coltura transgenica.
Per scoprire i benefici del miele biologico per la salute e l’ambiente, Alce Nero ci ha portato al Parco delle api di Conapi. È la prima tappa del tour Campi da sapere.
In occasione della presentazione di Campi da Sapere, progetto di Alce Nero che unisce la conoscenza dei luoghi di coltivazione a quella dell’alimentazione consapevole, il dottor Franco Berrino ci ha parlato del miele e delle sue proprietà.
Dalla gestione dell’acqua ai compost biologici innovativi, il Community learning centre di Dimmerpani è diventato un punto di riferimento per l’agricoltura resiliente. Un’esperienza di successo che parte dalle donne.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Uno studio americano ha osservato l’associazione tra il consumo di cibi ultra-processati e il rischio di artrosi al ginocchio dovuto alla presenza di grasso accumulato nei muscoli delle cosce.
Nella Bassa California, la cooperativa Guardianas del Conchalito sta salvando la zona umida costiera di La Paz, dando un contributo alla mitigazione del clima e all’indipendenza delle donne.
Secondo uno studio, le antocianine che donano ai vegetali i colori rosso, viola e blu si distinguono per il loro effetto protettivo contro i danni da microplastiche all’apparato riproduttivo.
La Nascetta è l’unico vitigno bianco autoctono delle Langhe, ma era stato abbandonato nel dopoguerra perché coltivarlo non è facile. Ora c’è chi ci sta riprovando, con successo.