La prima di luglio è stata la settimana più calda registrata sulla Terra finora. Record che ci portano in un “territorio inesplorato” di crisi climatica.
Dal 3 al 7 luglio è stato il periodo più caldo mai registrato sul Pianeta, ha annunciato l’Omm
Il record del 7 luglio ha toccato la temperatura media globale di 17,24 gradi
Questi record di temperatura ci portano in un “territorio inesplorato”
La prima settimana di luglio può essere considerata la settimana più calda per la Terra registrato fino ad oggi, lo ha annunciato l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) il 10 luglio.
Subito dopo giugno che si era attestato come mese più caldo, i giorni tra il 3 e il 7 luglio hanno registrato record di temperatura media globale, uno dietro l’altro: il record del giorno è stato battuto da quello del giorno dopo. Il più alto è stato quello del 7 luglio, quando si è raggiunta una temperatura media di 17,24 gradi. Prima di quest’anno, l’ultimo record era stato registrato nel 2016, con 16,92 gradi.
Record di temperatura anche per i mari
Anche la temperatura della superficie degli oceani è stata anomala, e sia a maggio che a giugno è stata più alta della media del periodo, protraendosi anche in queste settimane di luglio. Nel mar Mediterraneo, ad esempio, tra l’11 e il 12 luglio la superficie dell’acqua ha superato i 27 gradi, una temperatura anomala per il periodo che a volte si raggiunge solo a fine stagione quando il mare ha immagazzinato il calore di tutta la stagione estiva.
Le temperature globali della superficie dei mari nei mesi di maggio e giugno sono state infatti le più alte registrate finora per il periodo. Questo ha un impatto sulla distribuzione delle specie marine e la circolazione dell’oceano (con effetti sul clima). Inoltre, scaldandosi gli oceani assorbono energia che rimane lì per centinaia di anni.
Ci dobbiamo aspettare nuovi record
Gli scienziati avvertono che potrebbero esserci nuovi record di temperatura, soprattutto quest’estate con il ritorno del Niño, il fenomeno naturale per cui la superficie dell’oceano Pacifico centrale e orientale si riscalda. Secondo Cristopher Hewitt, direttore dei servizi climatici dell’Omm, queste temperature e questi record ci portano in un “territorio inesplorato”, e che questa è una brutta notizia per il Pianeta.
Siamo in un territorio inesplorato e dobbiamo aspettarci nuovi record
Cristopher Hewitt, direttore dei servizi climatici dell’Omm
Secondo l’Omm, questi record di temperatura sono chiari segnali che il riscaldamento globale è fuori controllo. La stessa agenzia delle Nazioni Unite ha infatti ricordato che abbiamo il 66 per cento di possibilità di superare la soglia degli 1,5 gradi centigradi di aumento della temperatura media globale già tra il 2023 e il 2027, rispetto ai livelli pre-industriali. Ovvero il limite massimo posto per non passare da una condizione di crisi climatica ad una di potenziale catastrofe.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.