L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
8 marzo, Donne in Campo-Cia lancia la campagna “Piantiamola!”
L’associazione femminile della Confederazione italiana agricoltori invita gli italiani ad acquistare o regalare una pianta per celebrare la Festa della donna: un gesto “green” per promuovere biodiversità e produzione alimentare. In Italia il settore primario è sempre più “rosa”: sono 1,3 milioni le donne impegnate a vario titolo in agricoltura, nessun altro Paese in Ue fa lo stesso. La rete delle Donne in Campo verso la sua IV Assemblea elettiva.
Basilico, rosmarino, timo o lavanda. E poi rampicanti, cespugli, alberi da frutto ed erbe officinali, ma anche pomodori, insalata e prodotti dell’orto. Per Donne in Campo-Cia acquistare una pianta e impegnarsi nella sua cura è il modo migliore per celebrare l’8 marzo. Ecco perché, in occasione della Festa della donna, l’associazione femminile della Confederazione italiana agricoltori lancia la campagna “Piantiamola!”, con cui invita tutti gli italiani a recarsi nei tanti vivai sparsi in tutt’Italia per comprare o regalare un seme, una piantina, un alberello.
Non è soltanto un gesto “green”, puramente simbolico, ma un atto concreto per “dare la vita” e far crescere un vegetale, promuovendo il rispetto della natura e dei suoi ecosistemi. Le piante, i semi, rappresentano il primo anello della catena alimentare e sono il simbolo della sostenibilità ambientale, spiega Donne in Campo Cia. Difenderli e curarli è il compito di tutti, a partire dalle agricoltrici che ogni giorno contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare proteggendo al contempo la biodiversità, la coltivazione e il consumo locale di cibo.
La presenza di forza lavoro femminile nel settore primario è molto più massiccia in Italia che negli altri paesi dell’Europa occidentale. Secondo dati Eurostat, infatti, nel nostro Paese sono 1,3 milioni le donne impegnate a vario titolo nell’agricoltura, contro le 340 mila in Stati come la Francia o la Germania. Persino in Spagna, altro Paese europeo tradizionalmente agricolo, le donne che lavorano nel settore sono circa 660 mila, la metà rispetto a quelle italiane.
“Donne in Campo – sottolinea la presidente, Mara Longhin – è impegnata su molti fronti per difendere e valorizzare l’agricoltura italiana e, soprattutto, il ruolo delle donne che sono protagoniste sempre più importanti del mondo rurale e costituiscono un anello particolarmente resistente del tessuto economico del Paese. Oggi quasi un’impresa agricola su tre è ‘rosa’, a dimostrazione del fatto che anche nella crisi le donne sono riuscite a innovare il settore, coniugando il lavoro della terra alle attività sociali e didattiche e alla difesa dell’ambiente”.
“In questi anni la rete ‘Donne in Campo’ è cresciuta ed è stata capace di elaborare spontaneamente una visione comune del progresso del settore agricolo – aggiunge la vice presidente dell’associazione, Maria Annunziata Bizzarri – e, allo stesso tempo, di svolgere egregiamente il nuovo ruolo di ‘palestra’ di rappresentanza per le imprenditrici agricole. Donne in Campo, che si avvia alla sua IV Assemblea elettiva i primi di giugno prossimi, costituisce in Italia una vera ‘avanguardia’ che si propone di portare all’attenzione della società e del mondo politico il riconoscimento del giusto valore del ruolo femminile in campo economico e sociale e della sua necessaria considerazione”.
L’agricoltura è cibo e nutrimento, è salute, identità territoriale e culturale, è rapporto con l’ambiente e creazione di paesaggi. È la vita, la salute e la storia di un’intera società: molto di più, quindi, che un settore economico, sia pure definito “primario” – chiosa Donne in Campo Cia -. In questo senso l’agricoltura, in primis quella ‘rosa’, può diventare sul serio l’attività che farà risorgere l’Italia.
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