Un’escursionista ha scoperto per caso un sito fossile risalente al Permiano, venuto alla luce a causa dello scioglimento di un ghiacciaio.
A chi dà fastidio l’oasi di Vanzago?
I continui attacchi intimidatori all’Oasi, ultimo baluardo naturale protetto alle porte di Milano, sembrano avere un’unica regia e preoccupano il WWF. Ultimo un incendio doloso che ha portato alla distruzione di un intero magazzino.
700 quintali di paglia immagazzinati in un capannone limitrofo
alla Cascina Gabrina, sono andati a fuoco la scorsa notte
all’interno dell’oasi WWF “Riserva naturale Bosco di Vanzago“,
alle porte di Milano. All’interno dell’Oasi è attivo anche il
Centro Recupero Animali Selvatici, una delle strutture più
importanti di tutta la Regione nel pronto soccorso e nella cura di
animali selvatici feriti.
Per spegnere l’incendio c’è voluta una nutrita squadra di
vigili del fuoco che, dalle 20, è riuscita a domare il fuoco
solamente alle primo ore della mattina successiva. “Sospettiamo che
dietro questo grave episodio – ha dichiarato la presidente del
WWF Lombardia Paola Brambilla
– ci siano mire speculative sulla zona, e un chiaro avvertimento di
sapore mafioso contro il WWF”.
Il sito infatti ospita un bosco di quasi 150 ettari e una zona
umida, ultimi baluardi prima della cintura urbana della città
di Milano, ultimo stralcio di quella foresta che ricopriva la
pianura padana fin dall’epoca dei Romani.
Quest’isola incontaminata si trova proprio a ridosso di molti
Comuni interessati dall’area Expo 2015 e che hanno recentemente
cambiato i propri PGT: “Come ente gestore dell’oasi (che è
sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale
tutelato da direttive comunitarie) – ha continuato la Brambilla –
il WWF ha formulato pareri negativi e rigorosi contro molti PGT dei
Comuni vicini, che hanno previsto ambiti di trasformazione a
ridosso dell’oasi”.
Questo è il terzo atto intimidatorio ricevuto in pochi mesi:
il mese scorso i malviventi hanno rubato tutte le grondaie di rame
della struttura, oltre a sottrarre una piccola somma di denaro
depositata presso il centro visite e nel distributore di bevande
calde. Cosa più grave hanno rapito e ucciso la mascotte del
Centro Recupero Animali Selvatici, un esemplare femmina di muflone
che era ospite del Centro da quasi una decina d’anni.
“A quanti dà fastidio un’area protetta alle porte di
Milano? – ha dichiarato Andrea Longo, direttore del Bosco
di Vanzago – Sia ben chiaro che continueremo a lavorare per
garantire la conservazione e la fruizione dell’area protetta”.
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