L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
A Sonderborg si tagliano solo le emissioni
Un programma ambizioso, prevede che la cittadina danese azzeri le emissioni entro il 2029. Come? Energia rinnovabile, efficienza energetica e lavori verdi.
Sonderborg è una cittadina di poco più
di 70 mila abitanti che si trova nel sud della Danimarca, al
confine con la Germania. Città di mare, con un nuovissimo
porto in costruzione, è il classico centro abitato
nordeuropeo: pulito, funzionale ed ecologico.
Sì, perché Sondeborg, che nel 2010 ha vinto il premio
“Sustainable Energy Communities”, ha deciso di tagliare le
emissioni di CO2 entro il 2015 del 25% rispetto ai livelli del 2007
e di azzerarle entro il 2029. Il programma, chiamato ProjectZero, prevede principalmente
tre aree di intervento: efficienza energetica, energia
pulita ed educazione della comunità.
Christian Eriksen, giovane ingegnere ambientale
a capo del progetto, racconta: “Abbiamo calcolato
che ogni cittadino produce 8,8 tonnellate di CO2 all’anno, di cui
il 32% proviene solo dal riscaldamento. In tutta la Danimarca il
40% dell’energia che consumiamo è utilizzata per
riscaldarci”.
Il progetto prevede quindi di intervenire in tutti gli edifici
privati – circa 18.600 case abitate – incentivando l’adozione di
soluzioni per il risparmio energetico, in modo da ridurre i consumi del 38% entro il
2015: “Abbiamo messo a disposizione della cittadinanza
dei tecnici che gratuitamente calcolano dove viene dissipata la
maggior parte dell’energia e suggeriscono soluzioni adatte ad ogni
nucleo familiare”. È stato calcolato che si creeranno
così più di 300 nuovi posti di lavoro.
danese.
L’energia per il riscaldamento è la seconda area di
intervento. La soluzione studiata, e già in via di
realizzazione, è la creazione di un distretto che venga
riscaldato dalle sole energie rinnovabili, ovvero utilizzando il
solare termico – molto diffuso nel Paese -, il biogas proveniente
dagli innumerevoli allevamenti e il geotermico. La città
verrebbe così riscaldata grazie alla generazione distribuita:
piccole centrali che producono energia pulita per piccoli
agglomerati.
Il resto dell’energia proverrebbe da centrali eoliche onshore che
andrebbero ad incrementare la percentuale di energia eolica
prodotta oggi in Danimarca, che si attesta intorno al 27% del
totale. Qui piccole isole come Aero e Samso, dove consorzi di
cittadini hanno acquistato le grandi pale, sono oggi
autosufficienti per quanto riguarda l’energia elettrica.
Il terzo passo è lavorare sulla comunità presente e
futura. Far sì cioè che i cittadini di oggi e quelli che
nel 2029 saranno parte attiva, diventino consapevoli delle scelte
da adottare per creare una comunità sostenibile. Educazione,
trasporti, consumi, rifiuti sono le materie nelle quali i cittadini
vengono, per così dire, istruiti e resi partecipi, per poter
raggiungere l’ambizioso obiettivo.
La sensazione è che siano sulla buona strada.
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