Aaron Bushnell si è dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana di Washington ed è morto. “Non posso più essere complice del genocidio”, le sue ultime parole.
- Aaron Bushnell aveva 25 anni ed era un soldato statunitense in servizio presso l’aviazione statunitense.
- L’uomo ha detto che il gesto estremo non è nulla in confronto alla sofferenza del popolo palestinese.
- Gli Stati Uniti in questi mesi hanno sempre sostenuto l’offensiva militare sulla Striscia di Gaza.
Un militare dell’aviazione statunitense, Aaron Bushnell, si è dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana di Washington ed è morto. L’episodio è avvenuto poco prima delle 13 di domenica 25 febbraio e all’origine del gesto c’è la protesta contro l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, sostenuta diplomaticamente e militarmente dagli Stati Uniti.
Prima di cospargersi di benzina l’uomo ha infatti denunciato in un video che nei confronti del popolo palestinese è in atto un genocidio e le sue ultime parole prima di appiccare l’incendio sono state “Palestina libera”.
La morte di Aaron Bushnell
Aaron Bushnell aveva 25 anni ed era un soldato statunitense in servizio presso l’aviazione, come confermato da un portavoce dell’aeronautica.
Domenica 25 febbraio il suo volto è comparso in un video si Twitch. Si è identificato davanti alla videocamera e mentre camminava ha detto che “Non sarò più complice del genocidio”, riferendosi all’offensiva militare in corso nella Striscia di Gaza, finora costata la vita a circa 30mila persone, di cui il 40 per cento bambini. L’uomo in un precedente messaggio inviato ai media aveva annunciato che quello che si apprestava a fare non è nulla in confronto alla sofferenza del popolo palestinese.
Arrivato davanti all’ambasciata israeliana di Washington, l’uomo ha posato la telecamera per terra, si è cosparso il corpo di benzina, appiccando il fuoco e urlando “Palestina libera”. Bushnell è morto in serata per la gravità delle ustioni riportate.
I precedenti
La morte del soldato statunitense Aaron Bushnell per protesta contro l’offensiva militare israeliana su Gaza, sostenuta dallo stesso esercito statunitense per cui lui lavorava, ricorda altre storie simili avvenute in passato.
A dicembre un uomo si era dato fuoco davanti al consolato israeliano di Atlanta, venendo poi ricoverato in gravi condizioni. Nel 2022 Wynn Bruce, attivista per il clima di 50 anni, si era dato fuoco in occasione della Giornata mondiale della Terra (Earth day) davanti alla sede della Corte suprema di Washington, negli Stati Uniti. Era morto il giorno successivo per le ustioni riportate. Altri decessi simili sono avvenuti nel contesto della primavera araba e anzi, proprio da una forma di protesta simile sono scoppiate le rivolte. Nel marzo 2010 Mohamed Bouazizi si era infatti dato fuoco in Tunisia ed era morto in segno di protesta per le condizioni economiche del suo paese. Un’altra storia iconica è poi quella del monaco Thích Quảng Đức, che si diede fuoco e morì in Vietnam nel 1963 per protestare contro la persecuzione dei buddisti.
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