Abbandoni di cani e gatti, è un’estate da bollino rosso

È allarme per gli abbandoni estivi di cani e gatti che, quest’anno, sono aumentati su tutto il territorio nazionale

  • Questa estate le cifre degli abbandoni di cani e gatti sono aumentate sensibilmente.
  • Le principali associazioni animaliste si sono mosse per promuovere campagne anti-abbandono su tutto il territorio nazionale.
  • Tra le cause del fenomeno ci sono i problemi economici delle famiglie italiane. L’effetto post-pandemia non sembra incidere sull’aumento.

Come ogni estate, occhio agli abbandoni di cani e gatti. Quest’anno sono decisamente aumentati, almeno stando a quello che riportano i dati forniti dalle principali associazioni animaliste e dagli organi ufficiali veterinari. Il ministero della Salute, al proposito, è lapidario: nei canili sanitari italiani sono entrati 72.115 cani, e 29.194 sono quelli accolti dai canili rifugio. In tutto, complessivamente, si tratta di 101.309 nuovi ingressi. Nelle ultime due settimane di giugno sono stati abbandonati e recuperati da Enpa (Ente nazionale protezione animali) più di 1.000 cuccioli di cui 210 in Calabria, 194 in Sicilia e 132 in Sardegna. Record negativo anche per la città di Reggio Calabria dove, in un giorno, la stessa organizzazione ha recuperato 60 cuccioli, lasciati morire sulle strade o di fame e di sete sotto il sole. Dati che fanno paura. Ma guardiamo meglio le cifre e cerchiamo di farci un’idea più precisa di questo trend negativo.

cane abbandonato in un canile
Una serie di campagne anti abbandono sono state lanciate da enti e associazioni animaliste © Pixabay

Abbandoni estivi, nasce un portale e una campagna educativa

Maglia nera degli ingressi in canile spetta al Lazio con 9.158 di nuove presenze nei canili sanitari e 3.384 nei rifugi, seguita dalla Campania con 8.702 quattrozampe in canile e 3.200 soggetti ricoverati in rifugio, mentre la Sicilia segue a ruota con 8.192 cani lasciati nelle strutture pubbliche. Per contrastare il fenomeno degli abbandoni e con l’obiettivo di promuovere una cultura del possesso responsabile, basata sulla conoscenza delle esigenze etologiche e degli obblighi di legge, è nato il portale Nelle sue zampe che farà da apripista a una più ampia campagna educazionale e informativa di Fnovi(Federazione nazionale ordini veterinari italiani), sempre in collaborazione con il ministero della Salute. Il tutto servirà per aiutare chi vuole adottare un animale e si voglia orizzontare verso una scelta più consapevole senza dimenticare di educare chi è già proprietario di animali e desidera instaurare con essi un rapporto più corretto e responsabile.

È opportuno ricordare che l’abbandono di animali domestici è un reato penale punito con l’arresto fino a un anno o con una multa fino da 1.000 a 10.000 euro (secondol’articolo 727 del Codice penale). Malgrado ciò, soprattutto in estate, gli abbandoni si moltiplicano in modo esponenziale, complice la voglia di vacanze, la crisi economica sempre più presente, il generale qualunquismo ormai imperante in termini di valori e impegno sociale anche e soprattutto verso i quattrozampe.

cucciolo
Sono moltissimi i cuccioli abbandonati frutto, il più delle volte, di cucciolate casalinghe indesiderate © Pixabay

Gli appelli contro gli abbandoni di cani e gatti

Non sono solo i cani vengono abbandonati, ma anche i gatti, soprattutto in estate, e visto che questi animali sono quasi sempre privi di microchip è più facile allontanarli. L’Enpa segnala anche un altro tipo di comportamento lesivo, quello della cessione ad altri proprietari o alle organizzazioni stesse dei soggetti che si vuole allontanare dal nucleo domestico. Un fenomeno questo che, se per certi versi piò essere compreso (decesso del proprietario, sopravvenute difficoltà economiche post pandemia), per altri casi si configura come un abbandono vero e proprio. “Tantissime le cessioni, nuova frontiera dell’abbandono, frutto spesso di adozioni frettolose e della mancanza di consapevolezza di che tipo di impegno comporti l’accogliere un animale, anche in termini economici”, ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa. E il tutto pare contraddire il trend positivo dell’anno scorso che aveva visto aumentare le adozioni di cani e gatti.

gattino nero
Come i cani anche i gatti sono abbandonati. Le loro colpe? Magari solo il fatto di essere cuccioli e neri © Pixabay

“Il cane e il gatto dipendono in tutto e per tutto da noi. L’abbandono è una condanna, è la bomba a grappolo che estende il randagismo a sistema e ‘normalità’ in troppi territori ancora, dove la buona prassi della sterilizzazione dei cani di proprietà o da lavoro non è affatto consolidata e degenera fino a diventare endemica piaga del randagismo. E quindi problema di ordine pubblico. Si possono fare leggi più punitive verso chi compie il reato, ma l’arma più efficace è costruire la cultura del rispetto, dell’adozione o dell’acquisto consapevole, agendo sulla consapevolezza di un impegno che è per tutta la vita”, hanno detto a questo proposito i veterinari di Fnovi  lanciando la campagna contro gli abbandoni.

cane anziano
I cani anziani sono le vittime più frequenti dell’abbandono © Pixabay

La rilevanza degli abbandoni dopo la corsa ad avere un cane durante la pandemia per “aggirare” il lockdown, il coprifuco, dunque, non sarebbe dominante. I cani affidati ad altri erano in famiglia da più di due anni e una quota rilevante di soggetti abbandonati sarebbe in casa addirittura da più di cinque anni, quindi da molto prima della pandemia. Molti osservatori hanno puntato il dito verso le varie campagne pro-adozione volute da molti comuni o regioni italiane. Potrebbero, infatti, incoraggiare l’adozione di un quattrozampe per usufruire di bonus di vario tipo (esenzione da una qualche tassa comunale, contributo in soldi, facilitazioni pensionistiche) che, una volta “sfruttate”, potrebbero essere la causa dell’abbandono del cane o del gatto in virtù del quale si era ottenuto il premio. Ma, in fin dei conti, il motivo finale tra i tanti elencati, risale nuovamente al poco rispetto per la vita che ci circonda e per gli animali. E una cultura non antropocentrica torna a diventare essenziale per un corretto funzionamento del rapporto fra essere umano e ambiente.

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