Nel primo giorno di legislatura i parlamentari della maggioranza di destra hanno presentato tre disegni di legge che ostacolerebbero la legge 194 sul diritto all’aborto.
Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha proposto il riconoscimento della capacità giuridica già al concepimento.
Sempre Gasparri ha presentato un ddl che chiede l’istituzione di una “giornata della vita nascente”.
Il leghista Romeo chiede invece fondi per ostacolare il ricorso all’aborto e una riforma dei consultori.
Il 20 ottobre sono partite le consultazioni al Quirinale per formare il nuovo governo italiano, ma in parlamento la destra ha già cominciato la sua battaglia contro l’aborto. Nel primo giorno di legislatura, il 13 ottobre, sono infatti già stati presentati da parlamentari della maggioranza di destra tre disegni di legge che in modo più o meno diretto andrebbero a influenzare la legge 194 sull’interruzione di gravidanza, già sotto attacco in Italia tra iniziative regionali e medici obiettori.
Un’offensiva probabilmente simbolica, che svuota le promesse di Giorgia Meloni di non avere intenzione di ostacolare il diritto all’aborto in Italia.
Erosione del diritto all’aborto
Il diritto all’aborto in Italia è riconosciuto dalla legge 194 del 1978. Nel concreto, però, gli ostacoli che una donna deve affrontare per portare a compimento un’interruzione volontaria di gravidanza restano ancora oggi infiniti.
In Italia i medici obiettori di coscienza sono il 70 per cento e in ben 31 strutture sanitarie nazionali il dato raggiunge il 100 per cento. In Molise in questi anni c’era solo un centro dove era possibile abortire e quando uno dei soli due medici non obiettori ha annunciato il pensionamento la regione è diventata la prima italiana quasi fuori dall’interruzione volontaria di gravidanza.
Mi piacerebbe parlare di qualcos'altro, ma sto periodo va così: dopo #Gasparri, abbiamo un consigliere della Lega di Ferrara che ha chiesto al Comune i numeri delle donne che hanno abortito negli ultimi dieci anni, e quello delle persone che hanno cambiato genere 1/2 #ivg#abortopic.twitter.com/qUNKrLPlpi
A tutto questo si affiancano numerose iniziative localiche complicano ancora di più il contesto, favorendo l’intromissione dei movimenti pro-vita nelle strutture pubbliche e allungando l’iter per l’accesso all’interruzione farmacologica di gravidanza con tanto di ricovero obbligatorio. Dopo anni a parlare di famiglia tradizionale e tutela della vita, Giorgia Meloni in campagna elettorale ha corretto il tiro e giurato che non avrebbe toccato il diritto all’aborto nel caso avesse vinto le elezioni. Una promessa che si trova anche nel suo programma elettorale, dove si assicura “piena applicazione della legge 194”, per quanto poi si sottolinei l’importanza di investire risorse per la promozione della legge nella parte in cui parla di accompagnamento della donna nella scelta.
Se pochi giorni dopo la vittoria della destra alle elezioni nazionali la giunta di destra del Piemonte, forse cavalcando l’onda ideologica, ha approvato in commissione una legge che stanzia 400 mila euro da destinare alle donne per convincerle a non abortire, ora anche a Roma i parlamentari di destra hanno già iniziato a lavorare in questa direzione. Un teaser dell’erosione del diritto all’aborto a cui l’Italia potrebbe essere sottoposta con il nuovo governo.
Le proposte contro l’aborto
Il più attivo nel primo giorni di legislatura del 13 ottobre contro il diritto all’aborto è stato Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia.
Il primo disegno di legge che ha presentato chiede la modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito. Oggi la capacità giuridica, e tutti i diritti che ne conseguono, si acquistano dal momento della nascita ma Gasparri vorrebbe che questo termine venisse anticipato già all’atto del concepimento. Una misura che stravolgerebbe tutto in termini di diritto all’aborto, dal momento che quest’ultimo entrerebbe dritto nel campo dell’omicidio volontario.
La destra già all’assalto dei diritti, partendo dall’#aborto.
Gasparri propone una legge che riconosce personalità giuridica al concepito, quindi una donna che per qualsiasi motivo vuole o deve interrompere la gravidanza commetterebbe un omicidio.
Sempre Gasparri ha poi presentato una proposta che prevede l’istituzione della “giornata della vita nascente”. Un’eventualità che andrebbe a lavorare sul lato ideologico e culturale della società, spianando la strada all’attività nelle scuole a tutti quelle associazioni pro-vita e parte del movimento anti-abortista italiano di cui lo stesso Gasparri è tra i capofila. Infine, uscendo dal tema dell’interruzione di gravidanza ma restando sempre nel campo dei diritti e delle libertà delle donne, il senatore di Forza Italia ha presentato un disegno di legge che prevede il reato di surrogazione di maternità commesso all’estero.
Il 13 ottobre c’è stato tempo anche per un’altra proposta che potrebbe ostacolare l’applicazione della legge 194, fatta dal senatore della Lega Massimiliano Romeo. Il testo, intitolato “Disposizioni per la tutela della famiglia e della vita nascente, per la conciliazione tra lavoro e famiglia e delega al Governo per la disciplina del fattore famiglia”, è lo stesso presentato nel 2021 e vuole il riconoscimento già del concepito e non solo del nascituro come componente della famiglia a tutti gli effetti, di fatto quindi imboccando la stessa strada della proposta di Gasparri sulla capacità giuridica. Inoltre viene chiesta l’erogazione di fondi finalizzati a evitare che le donne possano ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, così come la predisposizione di iniziative pubbliche per la valorizzazione della famiglia e della vita. Infine si chiede una riforma dei consultori in modo che possano “tutelare la vita fin dal suo concepimento”.
Tutte queste proposte di legge finiranno nelle apposite commissioni parlamentari per essere analizzate, poi in caso toccherà al parlamento pronunciarsi sull’’approvazione.
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