Dopo la vittoria di Marsilio, il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise va verso l’approvazione del Piano, mentre la Riserva del Borsacchio è a rischio.
Tre Parchi nazionali, uno regionale e tante altre aree verdi: il presidente riconfermato Marco Marsilio punta a una sinergia tra i territori.
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si attende che la Regione concluda l’iter per il piano, atteso dal 2010.
La Riserva del Borsacchio invece è a forte rischio di taglio: da mille ettari ad appena 24. Ma la partita non è chiusa.
Aggiornato il 21 marzo.
Il Consiglio dei ministri, come auspicato nell’intervista dal presidente delle guide della Riserva naturale del Borsacchio, il 20 marzo ha impugnato la legge di bilancio della Regione Abruzzo, che tra le altre cose disponeva il taglio della Riserva. La Regione ha risposto che tutto viene congelato e ripristinato ai vecchi confini in attesa di nuove proposte e un confronto vero come legge prevede con associazioni residenti ed enti locali.
Tre parchi nazionali – quello di Abruzzo, Lazio e Molise, quello della Maiella, quello del Gran Sasso e monti della Laga – più uno regionale di notevole importanza, quello del Sirente Velino. Tanto basta per rendere l’Abruzzo una vera e propria “Regione dei Parchi”, sviluppando un sistema di sinergia tra le quattro istituzioni, e tra i parchi stessi e il territorio abruzzese, affinché non siano solo sistemi chiusi ma parte integrante della vita e delle attività socio-economiche. Il presidente della Giunta regionale d’Abruzzo appena rieletto, Marco Marsilio, nel corso della sua prima legislatura aveva espresso l’auspicio per un progetto unitario del sistema dei Parchi, come asse privilegiato del territorio abruzzese, con un programma unitario di valorizzazione e sviluppo del sistema dei Parchi. Una iniziativa che potrebbe consentire di intercettare risorse finanziarie importanti nell’ambito dei fondi di Sviluppo e Coesione che saranno definiti nella nuova programmazione. Il primo quinquennio della sua gestione si è chiuso però anche con il caso spinoso della Riserva naturale del Borsacchio, quasi del tutto cancellata con un colpo di spugna da un emendamento alla legge regionale di bilancio, lo scorso 29 dicembre. Che sviluppi ci possiamo aspettare nei prossimi 5 anni?
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise verso un piano
Dalla presidenza Marsilio-bis, sul fronte del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise “ci aspettiamo che continui l’attenzione verso il parco, con il completamento della procedura già avviata per il piano del Parco stesso. La Giunta Marsilio ha deliberato il Piano, ora spetta al Consiglio approvarlo” spiega il presidente dell’Ente Parco, Giovanni Cannata. La storia del piano per il Pnalm in effetti è lunga: secondo la Legge quadro sulle aree protette (Legge 6-12-1991 n. 394), ogni Ente Parco deve avere un piano per gestire il proprio territorio, garantendo la conservazione e promuovendo la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale in coordinamento con tutti i portatori di interesse. Si tratta di un processo di costruzione complesso poiché deve bilanciare gli aspetti di conservazione degli habitat, delle specie animali e vegetali e dei servizi eco-sistemici con i fattori culturali, economici e sociali delle comunità locali che vivono all’interno dell’area protetta. Solo nel 2020, grazie a un accordo promosso dalla Regione Abruzzo, l’iter per l’approvazione del Piano è stato riavviato dopo 10 anni di stop. Nel giro di due anni, sono stati compiuti importanti passi avanti, tra cui l’approvazione della Vinca (Valutazione di Incidenza Ambientale) e della Vasa (Valutazione Ambientale Strategica). Dopo la pubblicazione del piano, sono arrivate 54 note da parte di privati cittadini, Comuni, associazioni e altri soggetti interessati. Una Commissione interna al Parco ha valutato attentamente tutte le osservazioni e ha prodotto una relazione finale. La parola spetta adesso alle tre Regioni interessate per l’approvazione definitiva.
Dopodiché, spiega il presidente Cannata, “ci aspettiamo che la Giunta continui a promuovere le attività di sviluppo socio-economico e di riconversione, attraverso la gestione ordinaria: una cosa semplice da dirsi, meno da farsi. Mi aspetto attenzione a ciò che può interessare il parco nelle sue attività, dai trasporti alle politiche agricole e forestali, dalla promozione del turismo, a saldare la gestione dei diversi parchi”. In questo senso, l’idea di Marsilio di creare un sistema unico dei parchi sembra andare nella direzione auspicata: “L’Abruzzo ha tre parchi nazionali e uno regionale, vanno cucite le attività, vanno collegate con la programmazione economica e sociale: sarà determinante un rapporto di collaborazione inter-istituzionale”.
La Riserva naturale del Borsacchio verso un taglio
“La Riserva naturale del Borsacchio per 20 anni non è stata che un ostacolo all’agricoltura e all’economia”. Nella conferenza stampa all’indomani della sua vittoria, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha dedicato questo passaggio tranchant alla questione della Riserva naturale del Borsacchio, il cui taglio da mille a 24 ettari è stato deciso la notte dello scorso 29 dicembre, con un emendamento alla legge regionale di bilancio.
Alle elezioni regionali in Abruzzo, il candidato del centrodestra l’ha spuntata con un buon margine, ma i cittadini abruzzesi hanno comunque avuto modo di far capire che il taglio quasi totale della riserva non era stato molto apprezzato: nella provincia di Teramo, quello in cui insiste la Riserva naturale del Borsacchio, si è imposto seppur di misura il candidato delle opposizioni, Luciano D’Amico, che nel comune di Roseto degli Abruzzi, il cuore della riserva, ha invece stravinto con il 59 per cento dei voti. Un’indicazione che verrà presa in forte considerazione da tutte quelle associazioni che ancora lottano per il futuro della riserva, a partire dall’associazione delle guide della Riserva del Borsacchio. Il cui presidente, Marco Borgatti, assicura: “Saremo dei cani da guardia”.
L’associazione delle guide, di fatto, è ad oggi l’organo principale di riferimento, essendo la riserva commissariata. Al punto che intercettiamo Borgatti appena uscito da un vertice a L’Aquila con lo stesso Marsilio e con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin,al quale si è appellato per evitare, cosa ancora possibile, la riperimetrazione del territorio protetto. La risposta del ministro, spiega Borgatti, è stata che “si rimetterà a un parere dell’Ispra, (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) che è un istituto scientifico e quindi non capisco a cosa serva, e all’ufficio legale che dovrà decidere se è stato violata la legge quadro sulle aree protette (la 394 del 1991)”. La quale prevede la concertazione con gli enti locali per tagli di questo genere: “Noi non contestiamo il fatto che la regione possa togliere, mettere, allargare o restringere una riserva. Però deve seguire l’iter della legge quadro nazionale, e questo palesemente non è stato fatto”.
Dopo la riconferma di Marsilio, è su questo che le guide, e le molte associazioni ambientaliste e non che hanno impugnato la norma, tra cui il WWF e perfino il Touring Club, fanno affidamento per salvare la Riserva naturale del Borsacchio. Il 26 marzo scade il termine di 60 giorni entro cui il governo deve confermare o impugnare ogni legge regionale (quella di bilancio abruzzese è stata pubblicata in Gazzetta il 26 gennaio) ed è possibile che ben due ministeri possano dare parere negativo: il primo sarebbe appunto quello dell’Ambiente, in caso di parere negativo di Ispra o dell’ufficio legale; il secondo il ministero della Cultura, intervenuto già alla vigilia delle elezioni: perché la riserva ha anche un vincolo paesaggistico: “Il parere dei costituzionalisti è chiaro, per noi quello è un parere tranchant: non solo si dice che il taglio della riserva è stato fatto senza il tavolo qualificato con comune e provincia. Si aggiunge anche che l’emendamento successivo, una deroga edilizia fino a tutto il 2024, potrebbe costituire una deregolamentazione della zona rispetto al piano paesaggistico”. Tradotto: con un emendamento si toglie il vincolo della riserva, con quello successivo si dà il via libera a cementificare.
La grande attesa per il 26 marzo
Il 26 marzo allora (o meglio, entro quella data) “speriamo che il governo faccia la cosa giusta. Ma se deciderà che va tutto bene così, saremo dei cani da guardia: appena arriverà il primo permesso a costruire, noi associazioni abbiamo già costituito un fondo comune e faremo ricorso al Tar. E il Tar può impugnare la legge regionale in Corte costituzionale”. Senza contare che già il WWF, la Cgil e altre associazioni hanno impugnato il taglio, “e che l’europarlamentare Rosa D’Amato ha presentato sia una mozione che una interrogazione al Parlamento europeo, perché ci sono anche dieci zone Rete Natura 2000, lo strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, tagliate nella riserva, quindi è anche un habitat di protezione europea”.
E per quanto riguarda i famosi danni all’agricoltura citati dal presidente Marsilio, allora? Secondo Borgatti “non ci sono assolutamente problemi per l’agricoltura. Nella riserva l’unico che può fa come gli pare è l’agricoltore, perché le norme transitorie tuttora in vigore dicono che l’agricoltura può continuare con gli usi e i costumi usati precedentemente. La riserva non è un parco: è un luogo urbanizzato dove c’è la presenza umana, l’attività è agricola e una convivenza fra l’uomo e l’ambiente, perché la stessa legge riconosce che l’agricoltore è uno dei soggetti che gli interviene sull’ambiente e può anche tutelarlo. Il concetto della riserva è dare ricchezza a un territorio. Qui invece l’obiettivo è costruire strutture alberghiere, è tutto già scritto sul sito del Comune, sull’albo Pretorio…”. Già, perché al Piano di assetto ambientale della Riserva naturale del Borsacchio, approvato dopo quasi 20 anni lo scorso 27 dicembre – appena due giorni prima del taglio del 98 per cento degli ettari di terreno – e depositato in Comune a Roseto, sono state già allegato diverse osservazioni (in pratica delle proposte di modifica): tra queste ce ne sono alcune presentate proprio dalle guide (“per esempio la protezione della duna costiera, del fratino, la cattura dei cinghiali al posto della caccia a scopo contenitivo”) e altre da costruttori che già premono per la realizzazione di 7 alberghi, due spa, un centro benessere e tante piscine. E per l’agricoltura? “Per l’agricoltura niente“, assicura Borgatti.
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