
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
Le isole italiane come laboratorio per le rinnovabili. È questo che potrebbero diventare grazie ai molti progetti avviati negli ultimi anni e che puntano alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili per la produzione di energia elettrica da parte delle piccole isole italiane. L’ultima in ordine cronologico è la campagna di crowdfunding “Accendiamo il sole”,
Le isole italiane come laboratorio per le rinnovabili. È questo che potrebbero diventare grazie ai molti progetti avviati negli ultimi anni e che puntano alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili per la produzione di energia elettrica da parte delle piccole isole italiane.
L’ultima in ordine cronologico è la campagna di crowdfunding “Accendiamo il sole”, lanciata da Greenpeace in occasione del trentennale dell’on. “Lampedusa e le altre isole minori italiane non collegate alla rete elettrica nazionale sono infatti oggetto di un singolare paradosso”, scrive l’associazione. “Nonostante queste isole del Mediterraneo siano famose per il sole e il vento, producono la quasi totalità della propria energia dal petrolio”.
Per questo la campagna prevede di raccogliere i fondi necessari per acquistare i pannelli e gli altri materiali necessari all’installazione, mentre il Comune di Lampedusa si è impegnato a rintracciare i fondi per l’installazione e il collaudo dell’impianto.
In effetti il bando era già stato chiuso nel 2015, quando la Exalto Energy & Innovation aveva vinto l’assegnazione e il Comune aveva avuto l’autorizzazione a installare un impianto fotovoltaico da 40kW sull’edificio del Comune. A causa delle lungaggini burocratiche però il bando per accedere ai fondi è scaduto e il progetto si è fermato.
Per questo Greenpeace farà da tramite per superare l’ostacolo burocratico, mentre il Comune, raggiunta la quota si impegnerà ad installare l’impianto che porterrebbe ad un risparmio di 150 mila euro in circa 20 anni, con una riduzione di CO2 di 283 tonnellate nell’arco di 25 anni.
Non solo Lampedusa. Già Favignana ha deciso di riqualificare la vecchia centrale a gasolio con una nuova ad alta efficienza energetica e a minor impatto ambientale: a lavori ultimati l’impianto produrrà 700 MWh all’anno di energia elettrica. L’intervento di riqualificazione vedrà l’installazione di sistemi di accumulo di elettricità, che trasformerà il vecchio polo in una nuova centrale elettrica ibrida.
Anche isole come El Hierro e Capo Verde stanno investendo nelle rinnovabili. In particolare sole e vento. La prima infatti è già alimentata al 100 per cento da fonti non fossili, mentre la seconda punta a produrre almeno un quarto dell’energia con impianti eolici.
Sono bastati 15 giorni di raccolta fondi per raggiungere l’obiettivo prefissato: 936 persone hanno donato 30 mila euro per regalare all’isola un impianto fotovoltaico. Un successo di partecipazione. Segno che i cittadini italiani sono pronti per il cambiamento.
“Il governo deve tenere conto di questa volontà e agevolare chiunque abbia intenzione di installare il proprio piccolo impianto per produrre energia”, ha dichiarato Luca Iacoboni, responsabile campagna energia e clima di Greenpeace Italia. “Oggi invece stiamo assistendo a un attacco mirato alle energie rinnovabili e in particolare ai cosiddetti prosumers, i cittadini che producono almeno una parte dell’energia che consumano. A breve si discuterà in Europa la nuova direttiva sulle energie rinnovabili, chiediamo al governo di prendere una posizione chiara e concreta a favore dell’ambiente e dei cittadini”.
Grazie a questo impianto l’amministrazione dell’isola risparmierà 200 mila euro l’anno, evitando l’immissione in atmosfera di quasi 300 tonnellate di CO2.
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