“La Covid-19 ha innescato una crisi globale come nessun’altra. Una crisi sanitaria che, in aggiunta a un pesantissimo bilancio umano, sta portando alla recessione più profonda dalla seconda guerra mondiale in poi”. L’ha messo nero su bianco la Banca mondiale lo scorso giugno, stimando una contrazione del 5,2 per cento dell’economia globale nel corso del 2020. Leggermente più positivo il Fondo monetario internazionale (Fmi) che a ottobre prevedeva un -4,4 per cento del pil globale nel 2020, seguito da un rimbalzo del 5,2 per cento nel 2021. Molto dipenderà dal decorso della pandemia, così come dall’esito della campagna di vaccinazioni che è stata avviata a tempi record. Quello che possono fare le imprese, però, è decidere come affrontare questo tsunami. Se vogliono uscire a testa alta dalla crisi pandemica, sono due le direzioni su cui devono puntare: digitale e sostenibilità. Parola di Accenture, una delle società di consulenza più grandi e affermate al mondo.
La crisi pandemica travolge le imprese europee
In vista del World economic forum in corso a Davos, Accenture ha interpellato 4.051 dirigenti senior di grandi aziende con ricavi superiori ai 500 milioni di dollari, operanti in 13 paesi e 19 settori. Le difficoltà vissute in questo periodo sono palpabili. Un’azienda europea su due ha visto calare ricavi e profitti negli ultimi 12 mesi e vede nero anche per il 2021; una su cinque invece ha registrato ottimi risultati finanziari ma prospetta già una flessione nei prossimi 12 mesi; soltanto una su tre è ragionevolmente sicura di riuscire a incrementare i suoi profitti nel 2021.
Lo scenario appare più roseo per chi opera nel ramo sanitario, farmaceutico, dei software e della comunicazione e spettacolo, gli unici quattro settori che confidano di tornare alla redditività pre-Covid nell’arco di 12 mesi. Mediamente ci si aspetta che la ripresa sia più lenta (18 mesi circa). Il pessimismo serpeggia soprattutto nei comparti che hanno subìto in modo diretto le conseguenze del lockdown: viaggi e compagnie aeree, attrezzature industriali, chimica e utilities.
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Digitale e sostenibilità, le chiavi per rimettere in moto l’economia
Ma chi riuscirà a resistere alla crisi pandemica e, magari, a uscirne addirittura più forte? L’analisi di Accenture dà una risposta netta: le aziende che investiranno nel digitale e nella sostenibilità avranno probabilità 2,5 volte maggiori rispetto alle altre di affermarsi come “leader di domani”. Oggi il 40 per cento delle imprese europee ha in programma investimenti massicci nell’intelligenza artificiale e il 31 per cento nei modelli di business sostenibili. Soltanto una su cinque però sta abbracciando entrambe queste transizioni, quella tecnologica e quella sostenibile. E sarà proprio questo approccio integrato a fare la differenza.
“C’è un motivo per cui il dna ha la forma di una doppia elica. La struttura a spirale della molecola che è alla base della vita è di importanza critica per la replica, l’adattamento e la crescita”, commenta Fabio Benasso, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia. “È una metafora potente anche per le imprese che sono nel mezzo di due transizioni parallele: la digital transformation e la sostenibilità. Le aziende che continuano a percorrere strade già battute saranno spettatrici impotenti dei concorrenti che diventeranno sempre più competitivi sfruttando il dinamismo alla base del loro dna”.
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