Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Residuo fisso nell’acqua, cos’è e quali sono i valori utili da sapere
Che cos’è il residuo fisso e qual è il valore migliore a cu fare riferimento? Scopriamo le caratteristiche dell’acqua minerale, per scegliere bene.
Il residuo fisso è il parametro che indica il contenuto di sali disciolti dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180 gradi, quindi di sostanze che non sono pericolose per la salute. Un’acqua con un residuo fisso alto è semplicemente più ricca di sali minerali rispetto ad un’acqua che lo abbia basso. L’Oms consiglia il consumo di acqua con un considerevole residuo fisso, ritenuta utile nella prevenzione di tumori e patologie cardiovascolari.
In commercio esistono quattro tipi di acqua classificata in base al residuo fisso
- Poco mineralizzata, con il minor quantitativo di sali disciolti, in cui il residuo fisso non supera 50 mg/litro;
- Oligominerale, con un residuo fisso inferiore a 500 mg/litro;
- Medio-minerale quella il cui residuo fisso varia tra 500 e 1.500 mg/litro;
- Ricca di sali, con residuo fisso superiore a 1.500 mg/litro, da assumere preferibilmente sotto controllo medico perché può avere caratteristiche terapeutiche.
Un’acqua per tutte le età
In base alle varie fasi della vita ci sono acque con caratteristiche consigliate. Secondo la Fondazione Umberto Veronesi, per i bambini è indicata l’acqua medio-minerale, ricca di calcio, magnesio e fluoro. Per gli adolescenti acqua medio-minerale bicarbonato calcica e magnesiaca; per gli adulti oligominerale e medio-minerale in base allo stile di vita; per le donne in gravidanza acqua calcica; idem per le donne in menopausa; acqua calcica e solfato magnesiaca per gli anziani.
Cosa guardare sull’etichetta dell’acqua minerale
È necessario fare molta attenzione anche al contenuto di solfati (400 mg/l è il limite per le acque potabili), perché in concentrazioni elevate potrebbero causare effetti lassativi e di irritazione gastrointestinale. Anche un contenuto eccessivo di nitrati (più di 10 mg/l) può creare problemi, soprattutto ai lattanti o alle donne in gravidanza, e può aumentare il rischio indiretto di tumore allo stomaco e all’intestino.
Chi soffre di ipertensione dovrebbe fare particolarmente attenzione a evitare le acque ricche di sodio: il valore massimo ammissibile per le acque potabili è di 200 mg/l, ma in commercio esistono acque con oltre 2000 mg/l di sodio. L’acqua gassata può aiutare la secrezione gastrica, quando questa è scarsa. Per contro può provocare gonfiore nel tubo gastrointestinale, sia a livello gastrico che a livello intestinale, e irritazioni con conseguenti effetti negativi sui meccanismi che regolano la sensazione di sazietà. In caso di gastriti, iperacidità, ulcere, meteorismo e fermentazione intestinale è comunque consigliabile non farne mai uso.
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