La Capri è la nuova elettrica Ford, con l’addio a modelli come Fiesta e Focus un tassello importante nella transizione ecologica del marchio. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
L’addio alle monovolume e il trionfo di suv e crossover. L’ultimo caso quello della Renault Scenic elettrica
Pratiche, spaziose, quasi mai belle: dopo i successi degli anni ’90 le monovolume sono al tramonto, rimpiazzate da suv e crossover. Meglio se elettrici, come la nuova Renault Scenic.
Da monovolume a crossover elettrica. L’evoluzione è stata progressiva, stemperata negli anni nelle numerose generazioni (almeno quattro le più significative), ma quella che oggi si chiama Scenic E-Tech Electric, quella che Renault ha definito “la prima auto elettrica del marchio per la famiglia”, è lontana anni luce dall’originale. E allora, prima di parlarvi della sua ultima evoluzione, torniamo brevemente a quel 1996, l’anno di nascita della prima Scenic, per molti considerata la prima monovolume compatta europea.
Nata dopo altri due modelli iconici del marchio, la monovolume Espace del 1984, e la city car Twingo del ‘93, Scenic, svelata per la prima volta come concept nel 1991 in occasione del Salone dell’auto di Francoforte, arriva sul mercato a metà degli anni Novanta con una missione: offrire spazio, praticità e benessere a passeggeri, fino ad allora abituati a berline magari più eleganti ma certo meno pratiche.
Scenic, acronimo di Safety concept embodied in a new innovative car, come dire un’auto pensata per la sicurezza, inedita e innovativa. E in quegli anni lo era, con quell’abitacolo che sembrava un bozzolo, compatto fuori (almeno all’inizio, poi arrivarono le versioni “passo lungo”), modulare dentro, pieno di vani portaoggetti e praticità.
Monaco 2023, la prima apparizione della Scenic E-Tech elettrica
L’ultimo capitolo è stato svelato al Salone IAA Mobility di Monaco nel settembre scorso, quando con la versione elettrica la Scenic muta radicalmente, lasciandosi definitivamente la storia alle spalle. E-Tech si aggiunge al nome originario, che rimane più per strategia che per vere affinità, mentre da si concretizza l’ultimo atto della trasformazione da monovolume a crossover, in una versione per la prima volta completamente elettrica.
D’altro canto, al netto del fatto che stiamo ancora aspettando che il Governo renda effettivi i nuovi incentivi auto 2024, annunciati da mesi e il cui ritardo sta generando una paralisi delle vendite di auto elettriche, auto come la Scenic elettrica potrebbero beneficiare di un prezzo allettante (il prezzo parte da 40.050 euro e nelle migliori delle ipotesi grazie agli incentivi potrebbe ridursi anche sotto ai 30mila euro).
Le monovolume? Una “razza” in estinzione
Certo, ad attendere la nuova elettrica Renault non ci sono condizioni ottimali, con un mercato degli EV che secondo i dati Unrae a febbraio si è fermato a quota 3,4 per cento; non vanno meglio le ibride plug-in, con un 3,2 per cento. Ma un dato chiarisce bene la trasformazione “formale” della Scenic, da monovolume a crossover. In forte accelerazione nelle vendite ci sono proprio Suv e crossover (sempre più difficile definirne le differenze…), un po’ in tutte le dimensioni e segmenti.
Mentre le poche monovolume rimaste, oggi più note con l’acronimo Mpv, con l’1,9 per cento del mercato sono vicine all’estinzione, insieme alle station wagon. Insomma, il tempo delle varie Peugeot 806, Fiat Ulysse e Multipla e Citroen Picasso sembra definitivamente tramontato. Peccato, perché in dimensioni esterne compatte si riusciva ad offrire molto spazio ai passeggeri, aspetto non sempre presente su suv e crossover attuali.
Scenic E-Tech, dal casa-lavoro al weekend in famiglia
Ma veniamo alla Scenic E-Tech Electric, quella di oggi, quella che abbiamo potuto provare a Malaga, in Spagna. In Renault dicono che l’evoluzione attuale è frutto del “cambiamento delle abitudini di viaggio, evoluzione delle aspirazioni in termini di comfort e sicurezza, scarsità delle risorse, riduzione della carbon footprint connessa ai trasporti”. La Scenic oggi è un’auto con un’autonomia elettrica che varia da 430 a 625 chilometri, a seconda delle versioni.
Un’auto che, seppur cresciuta in dimensioni, con una lunghezza di 4 metri e 47 conserva le caratteristiche dell’auto da famiglia, utilizzabile dal casa-lavoro al weekend. La ricetta? Un design attraente che strizza l’occhio all’avventura (in realtà le caratteristiche stradali rimangono quelle di un’auto “normale”), ruote piazzate agli angoli della carrozzeria (così si ottiene maggior abitabilità all’interno), pavimento piatto (a beneficio soprattutto dello spazio per le gambe di chi viaggia dietro, in effetti molto buono) e una batteria compatta.
Addio alla pelle (finalmente!). Cresce l’economia circolare
Che l’economia circolare sia sempre più presente anche nell’industria automotive, non solo è un segnale positivo, ma è anche il segno che a partire dalla progettazione di un’auto, la sostenibilità sta assumendo un graduale maggiore peso. Nel caso delle Scenic elettrica, una nota Renault sottolinea che “il veicolo è composto per almeno il 24 per cento da materiali provenienti dall’economia circolare ed il 90 per cento della sua massa è riciclabile (a dire il vero ormai un obbligo per tutti i produttori, stabilito dalla Direttiva 2005/64/CE)”. L’uso della pelle naturale per gli interni è stato completamente eliminato, così come le terre rare per il motore elettrico.
La casa francese dichiara anche un 37 per cento ricavati da materiali riciclati per le parti metalliche (struttura, telaio, assali e altri componenti del telaio) e fino al 40 per cento da alluminio riciclato utilizzato per realizzare porte e cofano della Scenic. Fino all’80 per cento i materiali riciclati per la struttura della plancia (polipropilene da residui industriali) e 43 per cento di materia da origine biologica (kenaf) per il rivestimento della plancia. Nell’abitacolo poi accanto a materiali di origine biologica impiegati in varie percentuali, per volante, portaoggetti, tappetini, sedili e cinture di sicurezza cresce l’impiego di materiali provenienti dal riciclo delle bottiglie di plastica.
A bordo della Scenic elettrica, fra sedili massaggianti e tetti “magici”
Ma saliamo a bordo della Scenic elettrica: la prima sensazione appena saliti a bordo è di spazio e luminosità, con una posizione di guida rialzata, questa sì tipica di suv e crossover. Anche la qualità complessiva appaga, mentre il sedile di guida massaggiante regala un benessere inatteso. Fra le curiosità più evidenti, le maniglie delle porte a scomparsa (sono elettriche, escono appena ci si avvicina all’auto, una scelta estetica che dà anche un piccolo contributo in termini di efficienza aerodinamica) l’innovativo tetto panoramico dotato di un vetro speciale (realizzato per il 50 per cento da scarti di produzione), capace di opacizzarsi, ossia di cambiare trasparenza per ridurre o aumentare la luminosità senza l’uso della classica tendina; resta da capire se anche la protezione termica provocata dall’irraggiamento solare nei mesi estivi è altrettanto efficace. Oltre ai numerosi vani portaoggetti (questi forse l’unico retaggio della originaria Scenic), i passeggeri dei sedili posteriori hanno a disposizione un bracciolo che, grazie alle parti amovibili e orientabili, dotato di porta bevande e prese Usb, permette di ospitare un tablet per godersi un film durante un viaggio,
Sui tempi di ricarica pesa il caricatore da 7 kW
Noi abbiamo provato la Scenic E-Tech Electric nella versione da 160 kW (220 cavalli), equipaggiata con una batteria da 87 kWh, compatibile sia con la ricarica rapida in corrente continua (DC) dalle colonnine, sia in corrente alternata (AC) tipica della ricarica domestica, con notevoli differenze in termini di tempi; per darvi un’idea, sfruttando le ricariche veloci in autostrada, in 30 minuti di ricarica potreste recuperare fino a 2 ore di autonomia (con una ricarica fino a 150 kW), dalla presa di casa possono servire anche oltre 40 ore per un “pieno”… Lascia un po’ perplessi la scelta di offrire di serie solo il caricatore a corrente alternata da 7 kW; per quello da 22 kW (presente su modelli più economici come la Zoe) si paga un extra.
In alternativa Scenic è disponibile anche nella versione con motore elettrico da 125 kW (170 cavalli) e batteria da 60 kWh: a fare la differenza anche l’autonomia elettrica, fino a 625 chilometri nella versione più potente, fino a 430 in quella meno potente (entrambi i dati si riferiscono al “dichiarato” e, per capirci, i 625 chilometri diventano 370 se si viaggia solo in autostrada, tipicamente il terreno più sfavorevole all’auto elettrica perché in mancanza di frenate o decelerazioni non si recupera quasi mai energia durante la guida).
Fino a 70 i comandi per gestire l’auto con la voce
“Guidare un’auto elettrica non è mai stato così semplice”, così spiega una nota Renault. Vero o falso? Coma al solito la verità sta nel mezzo. Di sicuro, la Scenic E-Tech Electric, grazie al supporto di Google Maps, semplifica il viaggio, grazie alla possibilità di pianificare un percorso. In pratica si inserisce la destinazione dal grande display touch, e il sistema stabilisce la strada migliore, vi segnala la stazione di ricarica più rapida, considera le vostre preferenze. Sono fino a 70 i comandi vocali per gestire i comandi di bordo, fra cui anche la trasparenza del tetto in vetro.
E in caso di cambio di percorso (un incidente, una deviazione improvvisa) o di una nuova tappa, di una colonnina occupata (o peggio, rotta…), il sistema vi indica il percorso alternativo. Rassicurante. E se siete di quelli che vogliono essere sempre sicuri di avere un po’ di autonomia di scorta, potete chiedere al sistema di fissare un livello di carica minimo da conservare alla destinazione. E se ancora non bastasse, dallo smartphone potete fare una simulazione del viaggio dal divano di casa, per poi inviarlo direttamente all’auto.
Come l’intelligenza artificiale può aumentare la sicurezza
Si chiama sicurezza proattiva quella che può aggiungere l’intelligenza artificiale. Un concetto che sulla Scenic E-Tech Electric si traduce in un sistema che, dal display centrale, fornisce una serie di suggerimenti; chiudere i finestrini per non vanificare l’effetto del purificatore dell’aria (che filtra odori e inquinanti), attivare il disappannamento dei vetri se sono appannati (non è raro vedere auto viaggiare ancora con la condensa sui vetri), cambiare modalità di guida se quella selezionata non è la migliore per il percorso. A questo si aggiunge quello che in Renault chiamano Safety coach che analizza il comportamento di guida e suggerisce azioni che possano migliorare efficienza e sicurezza.
Silenziosa, agile. In una parola, facile
E adesso veniamo a un ritratto della Scenic E-Tech Electric su strada. Silenziosa (non solo perché è elettrica, ma perché filtra bene anche dai rumori esterni), confortevole, agile. In una parola facile. La Scenic elettrica sembra aver trovato il giusto compromesso fra piacere e serenità di guida. Un risultato ottenuto valorizzando il comfort, con un mix fra agilità nelle manovre e piacevolezza fra le curve che sorprende. I 220 cavalli sono anche troppi, meglio puntare sulla versione da 160 e accedere anche agli incentivi. I 4 livelli di frenata rigenerativa permettono, agendo sulle levette al volante, di scegliere quanta energia recuperare quando si solleva il piede dall’acceleratore; più sale il livello, più energia di genera, più l’auto rallenta da sola, senza frenare. In tema di efficienza, il calore emesso dalla batteria e dal motore viene recuperato durante la guida (o dopo la ricarica) e utilizzato per riscaldare l’abitacolo grazie a una pompa di calore, di serie su tutte le versioni.
Il resto dipende da quale delle 4 modalità di guida si sceglie: Comfort, Sport, Eco e Perso, il cui senso è facilmente intuibile (e l’effetto ben avvertibile alla guida, con variazioni nell’erogazione di potenza e nella sensibilità dello sterzo) e al variare dei quali cambia anche l’illuminazione dell’abitacolo (ben 48 i colori per la plancia, i pannelli delle porte e il cruscotto); se poi credete alla “cromoterapia”, l’illuminazione interna può automaticamente variare nelle 24 ore, con toni più freddi di giorno e caldi di notte.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Con 600 chilometri di autonomia e dimensioni europee, l’Explorer inaugura una nuova generazione di modelli elettrici Ford. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Stellantis sull’auto elettrica si allea con la cinese Leapmotor e annuncia in tre anni un nuovo veicolo ogni anno, si parte con la T03, una urban car sotto i 18mila euro.
Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
La prima Alfa Romeo elettrica della storia punta tutto sul piacere di guida. Non è ancora l’addio ai fossili, ma per il marchio è una svolta epocale.
La Mini più grande della storia per la prima volta anche elettrica. La Countryman punta così a conquistarsi un ruolo di auto per la famiglia. Vediamo con che esito.
Chiamatele giardinette, familiari o shooting brake. Alternative a suv e crossover, cresce l’offerta di station wagon elettriche che uniscono praticità, stile ed efficienza. Come la Bmw i5 Touring
Viaggiare nel silenzio aiuta a scoprire un territorio lentamente. Ma anche a riflettere sulle leggende e i falsi miti. In Svezia, per capire (a bordo di una Volvo EX30) se il freddo è davvero un nemico per l’auto elettrica.