Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Dieta mediterranea, è la migliore al mondo ma solo il 5% degli italiani la segue pienamente
Un’indagine dell’Istituto superiore di sanità rivela una scarsa aderenza degli italiani alla dieta mediterranea: “scelte sempre più occidentalizzate e globalizzate”.
- La dieta mediterranea è sana e sostenibile, ad oggi considerata – per il settimo anno consecutivo – come la migliore al mondo da U.S. News & world report.
- Un’indagine dell’Istituto superiore di sanità rivela però che la maggior parte degli italiani vi aderisce solo moderatamente.
- A seguire pienamente questo modello sono principalmente le donne, le persone sotto i 40 anni, studenti, vegetariani e vegani.
Come dimostrato da diversi studi e ricerche, la dieta mediterranea è un modello alimentare sostenibile e sano, eppure solo il 5 per cento degli italiani vi aderisce pienamente. A rivelarlo sono i dati dell’indagine Arianna (Aderenza alla dieta mediterranea in Italia) condotta dall’Istituto superiore di sanità e pubblicati recentemente sulla rivista Frontiers in Nutrition.
“Oggi l’aderenza alla dieta mediterranea è sempre più bassa — ha sottolinea Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss —. La recente letteratura scientifica, infatti, mostra un generale allontanamento dai modelli alimentari tradizionali nelle popolazioni mediterranee, compresa quella italiana, e un’aderenza alla dieta mediterranea da bassa a moderata nei Paesi del Mediterraneo negli ultimi 10 anni. Con i fenomeni dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, infatti, si è assistito ad una vera e propria transizione nutrizionale, caratterizzata da un discostamento sempre più evidente da tale modello dietetico e, al contempo, da un’’occidentalizzazione’ delle abitudini alimentari”.
L’aderenza alla dieta mediterranea degli italiani: l’indagine Arianna
All’indagine hanno partecipato 3.732 adulti volontari, di cui l’87,7 per cento erano donne e il 71,3 per cento aveva un’età compresa tra i 17 e i 40 anni. Come detto in precedenza, solo il 5 per cento riportava un’ottima aderenza alla dieta mediterranea, mentre la maggior parte degli intervistati (83,8 per cento) mostrava un’aderenza moderata e l’11,3 per cento una bassa aderenza.
Le donne, le persone sotto i 40 anni, gli studenti e i disoccupati, così come coloro che seguono una dieta vegana o vegetariana, mostrano una maggiore aderenza a questo modello alimentare. Gli esperti ipotizzano che le donne siano più attente e informate sull’alimentazione, mentre l’alto livello di aderenza tra vegani e vegetariani è dovuto al consumo prevalente di alimenti di origine vegetale, cardine della dieta mediterranea. Al contrario, chi lavora, a tempo pieno o parziale, tende ad avere una minore aderenza, probabilmente a causa del poco tempo a disposizione per la preparazione dei pasti.
Come ricorda l’Iss, si tratta di un modello alimentare basato su varietà e stagionalità, caratterizzato da un elevato apporto giornaliero di frutta e verdura, cereali (specie se integrali), latte e derivati, olio d’oliva, frutta secca, erbe e spezie, dal consumo settimanale di pesce (meglio se azzurro), carne bianca, uova, legumi e, infine, da un consumo limitato di carne rossa, e ancora più ridotto di carne processata e dolciumi. Si accompagna anche ad abitudini e stili di vita caratterizzati da convivialità, frugalità e condivisione dei pasti, rispetto per il territorio e la biodiversità, stretto legame tra produzione delle materie prime e tradizione.
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